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San Giuseppe, Sposo della SS.ma Vergine e Patrono della Chiesa universale

Grandezza di san Giuseppe.
Chi potrebbe concepire e degnamente narrare i sentimenti che riempivano il cuore di quell'uomo che il Vangelo ci descrive con una sola parola, chiamandolo l'uomo giusto? (Mt 1,19). Un affetto coniugale rivolto alla più santa e alla più perfetta delle creature di Dio; l'ambasciata celeste portata dall'Angelo che gli rivelò il frutto della salvezza che portava in seno la sua sposa e l'associava come unico testimone sulla terra all'opera divina dell'Incarnazione; le gioie di Betlem nell'assistere alla nascita del Bambino, nel colmare di onori la Vergine-Madre e nell'udire gli angelici concenti; quando vide arrivare presso il neonato i pastori, seguiti dai Magi; l'allarme che venne ad interrompere sì bruscamente tanta felicità, quando, nel cuore della notte, dovette fuggire in Egitto con il Fanciullo e la Madre; le asprezze dell'esilio, la povertà, la nudità, alle quali furono esposti il Dio nascosto del quale egli era il sostegno e la sposa verginale di cui ammirava sempre più la dignità; il ritorno a Nazaret, la vita umile e laboriosa che condusse in questa città, dove tante volte i suoi occhi inteneriti contemplarono il Creatore del mondo che s'univa a lui in un umile lavoro; finalmente, le delizie di questa esistenza senza pari, nella casa abbellita dalla presenza della Regina degli Angeli e santificata dalla maestà del Figlio eterno di Dio; mentre entrambi onoravano lui, Giuseppe, come capo della famiglia che univa intorno a lui coi vincoli più teneri il Verbo increato, Sapienza del Padre, e la Vergine, capolavoro senza confronti della potenza e della santità di Dio.

Il primo Giuseppe.

No, nessuno mai al mondo potrà comprendere le grandezze di Giuseppe. Per penetrarne la profondità, bisognerebbe abbracciare tutta l'estensione del mistero col quale la sua missione lo mise in rapporto quaggiù, quale strumento necessario. Non ci meravigliamo perciò che il Padre putativo del Figlio di Dio sia stato raffigurato nell'Antica Alleanza sotto le sembianze d'un Patriarca del popolo eletto. San Bernardo spiega molto bene tale relazione: "Il primo Giuseppe, egli dice, venduto dai fratelli, e per questo figura di Cristo, fu portato in Egitto; il nuovo, che sfugge alla gelosia d'Erode, porta Cristo in Egitto. Il primo Giuseppe, serbando fedeltà al suo padrone, rispettò la sposa di costui; il secondo, non meno casto, fu il custode della sua Sovrana, della Madre del suo Signore, e il testimone della sua verginità. Al primo fu data l'intelligenza dei segreti rivelati nei sogni; al secondo furono confidati gli stessi misteri del cielo. Il primo conservò le provviste del grano non per sé ma per tutto il popolo; il secondo ebbe in sua custodia il Pane vivo disceso dal cielo, per sé e per il mondo intero" (2.a Omelia sul Missus est).

Morte di san Giuseppe.

Una vita così meravigliosa non poteva terminare che con una morte altrettanto degna. Era giunta l'ora che Gesù doveva uscire dall'oscurità di Nazaret e manifestarsi al mondo. Ormai la sua celeste origine doveva ricevere la testimonianza delle opere: dunque il ministero di Giuseppe era terminato. Era tempo che lasciasse questo mondo, per andare ad attendere, nel riposo del seno d'Abramo, il giorno in cui le porte dei cieli si sarebbero spalancate ai giusti. Accanto al suo letto di morte vegliava il padrone della vita, che tante volte l'aveva chiamato col nome di Padre; la più pura delle vergini, la sua Sposa, ricevette il suo ultimo respiro. Assistito e circondato dal loro affetto, Giuseppe s'addormentò nel sonno della pace. Ora lo Sposo di Maria ed il Padre putativo di Gesù regna in cielo in una gloria senza dubbio inferiore a quella di Maria, ma ornato di prerogative che nessun altro possiede.

Patrono della Chiesa.
Di lassù egli spande, su coloro che lo invocano, il suo potente patrocinio. Ecco quanto dice, con linguaggio ispirato, la liturgia della Chiesa: "O Giuseppe, vanto dei celesti, speranza dei mortali, sostegno del mondo!" Quale grande potere in un uomo! Ma nessuno, come lui, ebbe sulla terra rapporti così intimi col Figlio di Dio. Gesù si degnò di essergli sottomesso e in cielo, ora, vuole glorificare colui al quale affidò, quaggiù, la sua infanzia e l'onore di sua Madre. Non ci sono limiti al potere di san Giuseppe e la Chiesa ci invita, oggi, a ricorrere, con molta fiducia, a questo potente protettore. Invochiamolo nelle terribili prove della vita ed egli ci proteggerà: nei pericoli dell'anima e del corpo, nelle prove e nelle crisi sia temporali che spirituali, abbiamo fiducia in lui e la nostra speranza non verrà ingannata. Diceva il Re d'Egitto al suo popolo affamato: "Andate da Giuseppe"; il Re del Cielo ci ripete quello stesso invito; e il fedele custode della Vergine Maria ha, presso Dio, assai più potere di quanto ne avesse, presso il Faraone, il sovraintendente ai granai di Menphis.

La rivelazione di questo aiuto potente predisposto dall'eternità, è stata dapprima fatta conoscere da Dio a certe anime privilegiate alle quali venne affidata come un prezioso germe: precisamente come si verificò per la festa del Santissimo Sacramento, per la festa del Sacro Cuore e per altre ancora. Nel XVI secolo, santa Teresa, i cui scritti saranno in seguito conosciuti in tutto il mondo, ricevette una rivelazione divina a questo riguardo e ne parlò nella sua Vita.
 


Santa Teresa e san Giuseppe.
Ecco quanto dice: "Invoco san Giuseppe come patrono e protettore e non cesso di raccomandarmi a lui: il suo soccorso si manifesta in modo visibilissimo. Questo tenero protettore dell'anima mia, questo amabilissimo padre, si degnò di trarmi dallo stato in cui languiva il mio corpo e di liberarmi da pericoli assai più gravi che minacciavano il mio onore e la mia salvezza eterna. In più, mi ha esaudita sempre, più di quanto sperassi e di quanto chiedessi. Non ricordo di avergli chiesto qualcosa e che non me l'abbia accordato. Quale ampio quadro io potrei esporre, se mi fosse accordato di conoscere tutte le grazie di cui Iddio m'ha colmata e i pericoli, sia dell'anima che del corpo, da cui m'ha liberata per intercessione di questo amabilissimo Santo! L'Altissimo dona ai santi quelle grazie che servono per aiutarci in certe circostanze; il glorioso san Giuseppe - e lo dico per esperienza - estende il suo potere su tutto. Con questo, il Signore vuole mostrarci che, come un giorno fu sottomesso all'autorità di Giuseppe, suo padre putativo, così ancora in cielo, si degna di accettare la sua volontà, esaudendo i suoi desideri. Come me, l'hanno costatato per esperienza, quelle persone alle quali ho consigliato di raccomandarsi a questo incomparabile protettore; il numero delle anime che lo onorano cresce di giorno in giorno, e i felici successi della sua mediazione confermano la verità delle mie parole".

Per soddisfare questi desideri e per venire incontro alla devozione del popolo cristiano, il 10 settembre 1847, Pio IX estese alla Chiesa universale la festa del Patrocinio di san Giuseppe che fino allora era celebrata soltanto dai Carmelitani e da qualche chiesa. In seguito, san Pio X aumentò il valore di questa festa, onorandola di una Ottava e Pio XII, volendo dare un particolare patrono a tutti gli operai del mondo, ha istituito una nuova festività da celebrarsi il 1° Maggio; per questo motivo, venne soppressa quella del secondo mercoledì dopo Pasqua, e la festa del 19 marzo ricorda san Giuseppe quale Sposo della Vergine e Patrono della Chiesa universale.

Dignità di san Giuseppe.

Non meno caro a Dio e non meno benedetto dal popolo, Giuseppe non è soltanto l'amico di Dio (Es 33,11), l'intermediario fra il cielo ed una nazione privilegiata. Il sommo genitore gli comunica i diritti della sua paternità sul proprio Figlio; a questo Figlio, capo degli eletti, e non solamente al popolo egli trasmette gli ordini dall'alto. L'autorità che così esercita è uguale al suo amore; e non di passaggio o alla sfuggita egli vede il Signore (ivi 22): il Figlio di Dio lo chiama padre e si comporta da vero figlio; e riconosce nella sua obbedienza e nel suo affetto i tesori di dedizione riposti nel suo cuore mite e fedele. Quale gloria in cielo e quale potenza sulle creature, rispondente al potere ed alla santità di quaggiù, sono ora l'eredità di colui che, meglio di Mosè, penetrò i segreti della misteriosa nube e conobbe ogni bene! (ivi 33,19).

La prova di Giuseppe.

Dio impose allo Sposo di Maria una prova ben dura. Giuseppe - e lo sperimentarono i santi - sarebbe stato per i suoi devoti la guida incomparabile della vita spirituale; e per questo doveva provare l'angoscia, crogiolo necessario nel quale si perfeziona ogni santità. Ma la Saggezza non abbandona coloro che camminano sulla sua strada. Come canta la Chiesa in questo stesso giorno, la Sapienza lo conduceva per le diritte vie senza che egli ne avesse coscienza, e nella notte in cui i suoi pensieri cercavano a fatica di aprirsi una via verso la giustizia, gli mostrò la sua luce divina; egli godeva la conoscenza dei celesti segreti; in cambio dei patimenti del suo cuore, poteva vedere il posto che gli riservava l'imperscrutabile disegno della Provvidenza nel regno di Dio, i cui splendori dovevano irradiarsi per sempre dalla sua dimora in tutto il mondo. Veramente poteva dire che la divina Sapienza aveva oltremodo nobilitato il suo lavoro e fecondat
le sue pene. Così ella suole dare ai giusti il premio delle loro fatiche e li guida per vie ammirabili.

Preghiera a San Giuseppe

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