Share |

Articoli

torna all'elenco

"CASA DE DIOS" Il piccolo gregge di Gesù a Tangeri, in Marocco

di Suor Stefania Monaca Carmelitana

 “Casa de Dios”: con questo nome i nostri fratelli musulmani chiamano il monastero di Tangeri. Basta questo, forse, per dare un’idea del rispetto e della stima che circondano la nostra comunità in Marocco: una presenza discreta, silenziosa, spesso non pienamente compresa, ma che da quasi ottant’anni è memoria ininterrotta del “Dio con noi” in questo paese islamico, con lo stile e la gioia delle figlie di Teresa.

Era il 13 dicembre 1934 quando la fondatrice, Madre Teresa della Santa Famiglia, e le sue prime sette figlie iniziarono ufficialmente la loro vita di Carmelitane Scalze nel Monastero di Tangeri. Da allora tante sorelle di diversa provenienza hanno testimoniato, tra i nostri fratelli musulmani del Marocco, la gioia di essere “sole con Lui Solo” secondo lo stile proprio della Famiglia Teresiana.

Anche a noi il Signore ha donato di poter vivere quest’esperienza di grazia e vogliamo condividerne con voi la ricchezza e la bellezza, ringraziandovi perché sentiamo che ci sostenete con la vostra preghiera e il vostro affetto.

Partite da Pescara il 14 maggio 2012, siamo arrivate a Tangeri il 21 giugno, dopo aver passato poco più di un mese nella comunità della Carmelitane Scalze di Siviglia. Un’esperienza ricchissima sotto tanti punti di vista, quella di Siviglia: lì, infatti, abbiamo potuto vivere la bellezza della fraternità e dell’accoglienza nel clima di famiglia proprio del Carmelo Teresiano e abbiamo potuto sperimentare quanto siano forti i legami che ci uniscono al di là delle differenze di cultura e di lingua. Lo stesso rapporto, semplice e gioioso, ci è stato offerto dai Padri della Provincia di Andalusia che abbiamo conosciuto lì: una vera festa di famiglia!

A Siviglia ci ha raggiunto sr. Elisabeth, peruviana, proveniente dal Carmelo spagnolo di Alquerias. Insieme a lei, il 21 giugno siamo partite alla volta di Tangeri, accompagnate dal nostro Arcivescovo, Mons. Santiago Agrelo Martínez, ofm; lì ci aspettavano la Madre Isabel, la Priora, spagnola; sr. Maria Paz, portoghese; sr. Esperanza, liberiana e sr. Maria Virtudes, spagnola. Sette sorelle, sei diverse nazionalità, quattro continenti di provenienza: una sfida e una ricchezza allo stesso tempo, nella comune volontà di vivere la gioia che nasce dall’incontro con Gesù.

 

Qualche notizia sulla Chiesa di Tangeri

È davvero un piccolo gregge la comunità cattolica della diocesi di Tangeri, nel nord del Marocco: circa 2500 fedeli in un territorio di piú di 20.000 km2, e tra di loro nessun marocchino, dal momento che nascere marocchino significa essere automaticamente musulmano.

Una Chiesa di stranieri e pellegrini, dunque, formata da famiglie europee (soprattutto spagnole) che vi sono rimaste dopo l’indipendenza del Marocco, giovani studenti di altri paesi africani, personale di scuole e di istituti stranieri, di imprese, di delegazioni diplomatiche e carcerati: una Chiesa necessariamente e perennemente in cammino, “che evangelizza con la vita dei suoi fedeli; con la sua presenza affabile e rispettosa tra i musulmani, con la preghiera liturgica, con la sobrietà solidale, con la testimonianza della carità”, secondo le parole stesse del nostro Arcivescovo.

Una Chiesa piccola, dunque, ma molto viva e molto ben inserita nella società: sono 15 gli Istituti religiosi presenti nella Diocesi e 2 gli Istituti Secolari, a cui si aggiungono i Focolarini, alcuni sacerdoti Fidei donum e alcuni cooperanti laici. Tantissime le iniziative portate avanti: educazione, assistenza ai carcerati, scuole per bambini sordomuti e disabili, casa di accoglienza per disabili gravi, dispensari di medicinali e indumenti, mense, centro di accoglienza per ragazze a rischio e aiuto agli immigrati clandestini.

 

Insieme ai nostri fratelli musulmani

È iniziato da pochi giorni il Ramadan e dalla Moschea vicina possiamo sentire il canto dei nostri fratelli in preghiera: tutto il mese, con il digiuno e la preghiera, sarà per loro un’occasione per “avvicinarsi di più a Dio”, secondo le parole di Omar, un nostro amico e benefattore musulmano.

Dopo il tramonto possono mangiare e lo fanno riunendosi tra familiari e amici e condividendo il cibo. Anche a noi hanno portato datteri e dolci tipici del Ramadan perché potessimo condividere il loro pasto.

Spesso i nostri orari di preghiera coincidono con i loro e così ci ritroviamo a pregare insieme: in modo differente, certo, ma uniti dal desiderio di Dio e, per noi cristiani, dalla certezza che ci ama tutti come figli nel Figlio.

Suor Stefania e le sorelle di Tangeri 

Suor Stefania proviene dal Convento delle Carmelitane di Pescara è stata Volontaria VIS per due anni a Lwena in Angola (vedi allegato) :

“...I mesi che ho vissuto a Lwena sono stati mesi che hanno inciso profondamente sul mio cammino umano e spirituale: 

quanto ho ricevuto dai miei fratelli d’Angola! 

Tra tutti i loro doni, anche quello del silenzio: 

il silenzio che contempla, 
il silenzio che ascolta,
il silenzio che si fa spazio per l’Altro, per gli altri. 

In questo silenzio,Gesù mi ha rivelato il Suo disegno d’Amore su di me e ora sono qui, in questo monastero di clausura, a continuare la mia vita di “missione” in Gesù e con Gesù, imparando da Lui, giorno per giorno, ad amare tutti nel Suo Cuore, con il Suo Cuore.” ...

... “La nostra vita è ritirata dal mondo ma non “lontana” da esso; anzi, attraverso una comunione sempre più stretta con Cristo, possiamo abbracciare e vivere per ogni fratello nel mondo, vivendo in noi i suoi problemi, le sue speranze, le paure ed ogni cosa che porti il nome di “umano”. 
Le nostre mani non sono“giunte” semplicemente in preghiera per tutti, ma aperte ad accogliere nel concreto l’amore di Dio per poi riversarlo nei nostri fratelli e sorelle, a cominciare da chi ci vive accanto.”  

Venite e vedrete - Apotagh.pdf