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Natale in famiglia

di Sara e Jerry Vergadini

La preparazione nell’Avvento

L’unica certezza che può risponderci positivamente è la persona stessa di Gesù, lo Sposo di ogni coppia di coniugi cristiani e Salvatore delle nostre famiglie.

Il tempo di Avvento è importante proprio per prepararci all’incontro con Lui, affinchè i nostri cuori siano pronti ad accoglierlo, a farlo rinascere, nella consapevolezza che pur essendone indegni, Egli viene ad abitare le nostre povertà ed i nostri limiti. Non dimentichiamoci a tal proposito che Egli è nato a Betlemme nella mangiatoia di un’umile stalla, quindi con il nostro assenso sicuramente rinascerà anche in ciascuno di noi.

Possiamo e dobbiamo però vivere queste settimane nel miglior modo possibile, quindi intensificando la nostra preghiera, il nostro esame di coscienza, accostandoci al sacramento della riconciliazione, vivendo l’Eucaristia, in particolare quella domenicale.

Come coppie di sposi siamo tutte chiamate a dimostrare così il nostro amore allo Sposo, presentandoci in una veste la più candida possibile, pronte per accoglierlo.

In più, come Chiese domestiche, abbiamo il compito di testimoniare ed educare non solo i nostri figli, ma anche tutti i fratelli, a condividere nelle nostre comunità tutti i vari momenti liturgici di questo tempo.

 

“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”(Gv 1,14)

Il Natale quindi si configura come una delle maggiori solennità per i cristiani.

Infatti il suo significato non è quello consumistico legato alla fantasiosa figura di babbo natale, ma quello decisamente santo dell’Incarnazione di Gesù, delle nozze di Dio con l’umanità. Non disdegnando di assumere la nostra umana condizione, il Signore ha per così dire “divinizzato” ciascuno di noi, elevandoci ad essere figli del Padre ed eredi del suo Regno. Pensate se solo riuscissimo a capire quanto grande è questo dono! In più, con la nascita del Figlio, Dio ci ha mostrato il suo immenso amore per il genere umano, “sposandoci” a tutti gli effetti; e questo patto di alleanza è reso visibile dalla comunione di vita degli sposi.

Queste rapide sottolineature, sicuramente povere a spiegare il Mistero del Natale, ci aiutano a comprendere come sia importante per ogni famiglia mettere al centro Gesù. Concretamente, questo significa anche preferire il presepe a babbo natale, la sobrietà (specie in questo tempo di crisi) ai regali ed agli sprechi. Pensiamo a quanto possa essere educativo tutto questo per i nostri figli, assicurandoci di indicare loro le fondamenta corrette per costruire il loro futuro.

 

Il modello della Sacra Famiglia

Il Santo Natale invita ogni famiglia a guardare al suo modello, ovvero la Sacra Famiglia di Nazareth. Tutte le coppie di sposi cristiani devono imparare da Maria e Giuseppe l’affidamento completo alla volontà di Dio, l’umiltà (Maria nel Magnificat si definisce “serva del Signore”), l’obbedienza (Giuseppe che non ripudia Maria).

Inoltre la Sacra Famiglia si è sempre distinta, soprattutto per i primi trent’anni di vita di Gesù, per una santità vissuta nel quotidiano, senza operare cose straordinarie, ma realizzando il progetto d’amore del Padre nel nascondimento e nella semplicità ordinaria.

Quindi la nostra Nazareth sono le nostre parrocchie, le nostre case, i nostri ambienti di lavoro, le nostre relazioni vissute alla sequela dello Sposo.

 

“Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio”(Lc 6,20)

Infine, i primi che sono andati a visitare Gesù Bambino sono stati i pastori, quindi dei poveri, ultimi della società. Specialmente in essi troviamo la disponibilità e prontezza a riconoscere il Salvatore, quindi anche noi dobbiamo privarci di quanto ci allontana da Lui, saper abbandonare tutto e seguirLo! Proprio nella sobrietà le nostre famiglie possono davvero contemplare il Figlio di Dio fattosi vivo e presente in mezzo a noi.

Possa allora lo Spirito Santo, Sposo della Vergine Maria e Grazia del Sacramento delle Nozze, guidare ciascuna delle nostre famiglie a riconoscere in Gesù il fondamento della fede, la fonte di speranza e il motore della carità.  (Papa Benedetto XVI)