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Siamo venuti per Adorarlo

di Don Ferdinando Colombo Sdb

Gesù è nella sinagoga e sostiene che nessuno è profeta in patria.
Cita Elia ed Eliseo, che il popolo non aveva riconosciuto ed apprezzato, per dire che anche lui non sarebbe stato riconosciuto come colui nel quale si erano incarnate le Scritture antiche. E infatti la gente, che lo conosce come il figlio di Giuseppe, lo caccia fuori dalla città e vuole ucciderlo.

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,21-30)

In quel tempo, Gesù prese a dire nella sinagoga:

“Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”.
Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano

 dalla sua bocca e dicevano: “Non è il figlio di Giuseppe?”. Ma egli rispose: “Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!”. Poi aggiunse: “Nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Zarepta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro  fu risanato se non Naaman, il Siro”. All’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

Davanti a Gesù Eucarestia

 Caro Gesù,  c’è voluto poco a trasformare l’attenzione e la sorpresa in dubbio e poi irritazione.

E’ stato breve il passaggio dall’entusiasmo al rifiuto, dalla meraviglia allo sdegno.

Forse perché,  non possono accettare che il Messia abbia vissuto tra loro per tanto tempo, senza alcuna distinzione, sperimentando una vita povera e laboriosa.

Si attendono un grande della terra, un nobile condottiero, un maestro dotto e preparato,e tu sei solamente «il figlio di Giuseppe».

Ed è ancora più difficile credere che il Messia sia il figlio del carpentiere.

Eppure queste sono le strade di Dio: egli dà appuntamento là dove vuole lui, attraverso persone di sua libera scelta.

Riconoscere la sua presenza 
significa poter accogliere un’offerta di grazia che cambia la nostra vita.

Ma bisogna rinunciare a tanti preconcetti, a voler imporre a Dio le nostre idee.

 

Riflettiamo:

Pietà, Signore Gesù, per la mia incomprensione, e per il mio sdegno e per tutte le volte che ti ho cacciato dal mio cuore, conducendoti nel precipizio della mia rabbia, per buttarti nell'abisso della mia indifferenza.

Crea in me, Signore, il silenzio per ascoltare  la tua voce,  penetra nel mio cuore con la spada della tua Parola,  perché alla luce della tua sapienza,  possa valutare le cose terrene ed eterne, e diventare  libero e povero per il tuo regno, testimoniando al mondo che tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Amen

 Adorazione silenziosa 

G. Gesù si è presentato ufficialmente come Messia a Nazaret, ed ecco le reazioni, dei suoi compaesani, ma in sostanza di tutto Israele, e forse di tanti uomini di sempre: ad un primo entusiasmo succede una contestazione e poi un rifiuto; fino al tentativo di ucciderlo.

"Dio è morto" ha già gridato un filosofo!

Ma il vangelo non si ferma: in sostituzione di chi lo rifiuta, è dato spazio ad altri,  capaci di accoglierlo e di divenirne credenti, appunto i pagani rispetto ai giudei.


Qui a Nazaret la gente accoglie con entusiasmo "le parole di grazia che uscivano dalla sua bocca", sente cioè che sono verità, intuisce che è qualcosa di grande e bello questo mistero di un Dio che si china sull'uomo per salvarlo; eppure dubita, contesta, rifiuta, lo vuole morto.
Anche oggi basta vedere un telegiornale: la Chiesa parla a nome di Dio, si sente sinceramente che dice cose vere, giuste, che esprimono i valori più profondamente umani, e la si contesta, la si fa tacere, la si vuole morta!
Scrive san Paolo:

"Verrà giorno in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie,  rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole" (2Tm 4,3-4).

Cercano miracoli quelli di Nazaret, cercano un Dio a proprio immediato comodo e interesse.
Ma Dio non si può catturare, Dio non lo si può piegare alle proprie misure; come non si può piegare la Chiesa al mondo, alle sue vedute, che segua i sondaggi d'opinione, che divenga più accomodante.
Troppo più grande è il sogno di Dio sull'uomo, troppo più che umano, troppo più esaltante ed esigente perché l'uomo non vi arricci il naso e dica.. mi accontento di meno!

E' tutto qui il dissapore nei confronti di Dio, nel "troppo" che Egli ci offre fino a volerci "simili a Lui". "Noi ci saremmo accontentati di tre locali più servizi, mentre Dio ci propone le eterne praterie del cielo".

Alla fine però in sostanza è rifiuto di un Dio che sta sopra di noi.
E' inutile cercare altrove: il cuore del peccato è solo qui, nel rifiuto di Dio semplicemente, nel rifiuto di una verità superiore, nel rifiuto di accettare una dipendenza comunque da un Altro.

Il peccato di Adamo è quello di voler fare da sé, di voler essere da sé, di farsi lui Dio, conoscitore del bene e del male, cioè unico arbitro di sé e del mondo.


 
Sal 70  

La mia bocca annunzierà la tua giustizia

 In te mi rifugio, Signore, ch’io non resti confuso in eterno. 

Liberami, difendimi per la tua giustizia, porgimi ascolto e salvami.

 Sii per me rupe di difesa, baluardo inaccessibile,

poiché tu sei mio rifugio e mia fortezza. Mio Dio, salvami dalle mani dell’empio.

 Sei tu, Signore, la mia speranza, la mia fiducia fin dalla mia giovinezza. 

Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno. 

Dirò le meraviglie del Signore, ricorderò che tu solo sei giusto. 

Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza e ancora oggi proclamo i tuoi prodigi.

 

Adorazione eucaristica febbraio.doc