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Pensieri ... per meditare

Le parole del Papa raccontano la nostra fede ...

Cari fratelli e sorelle, buongiorno ...


La vita non ci è data perché la conserviamo gelosamente per noi stessi, ma ci è data perché la doniamo. Cari giovani, abbiate un animo grande! Non abbiate paura di sognare cose grandi!

Anche nelle comunità cristiane ci sono questi arrampicatori, no?, che cercano il loro … e coscientemente o incoscientemente fanno finta di entrare ma sono ladri e briganti. Perché? Perché rubano la gloria a Gesù, vogliono la propria gloria e questo è quello che diceva ai farisei: ‘Voi girate la gloria uno all’altro …’. Una religione un po’ da negozio, no? Io do la gloria a te e tu dai la gloria a me. Ma questi non sono entrati dalla porta vera. La porta è Gesù e chi non entra da questa porta si sbaglia. E come so che la porta vera è Gesù? Come so che questa porta è quella di Gesù? Ma, prendi le Beatitudini e fa quello che dicono le Beatitudini. Sei umile, sei povero, sei mite, sei giusto …

questo l’ha detto Gesù: ‘Io sono la porta’, ‘Io sono il cammino’ per darci la vita. Semplicemente. E’ una porta bella, una porta d’amore, è una porta che non ci inganna, non è falsa. Sempre dice la verità. Ma con tenerezza, con amore. Ma sempre noi abbiamo quello che è stato all’origine del peccato originale, no? Abbiamo la voglia di avere la chiave di interpretazione di tutto, la chiave e il potere di fare la nostra strada, qualsiasi essa sia, di trovare la nostra porta, qualsiasi essa sia

E questa è la tentazione di cercare altre porte o altre finestre per entrare nel Regno di Dio. Soltanto si entra da quella porta che si chiama Gesù. Soltanto si entra da quella porta che ci porta su una strada che è una strada che si chiama Gesù e ci porta alla vita che si chiama Gesù. Tutti coloro che fanno un’altra cosa – dice il Signore – che salgono per entrare dalla finestra, sono ‘ladri e briganti’. E’ semplice, il Signore. Non parla difficile: Lui è semplice

A volte è chiusa: noi siamo tristi, abbiamo desolazione, abbiamo problemi a bussare, a bussare a quella porta. Non andare a cercare altre porte che sembrano più facili, più confortevoli, più alla mano. Sempre quella: Gesù. E Gesù non delude mai, Gesù non inganna, Gesù non è un ladro, non è un brigante. Ha dato la sua vita per me: ciascuno di noi deve dire questo: ‘E tu che hai dato la vita per me, per favore, apri, perché io possa entrare

Gesù vuole stabilire con i suoi amici una relazione che sia il riflesso di quella che Lui stesso ha con il Padre: una relazione di reciproca appartenenza nella fiducia piena, nell’intima comunione

Lui ci chiama a partecipare alla sua relazione con il Padre, e questa è la vita eterna.

Il mistero della voce è suggestivo: fin dal grembo di nostra madre impariamo a riconoscere la sua voce e quella del papà; dal tono di una voce percepiamo l’amore o il disprezzo, l’affetto o la freddezza. La voce di Gesù è unica! Se impariamo a distinguerla, Egli ci guida sulla via della vita, una via che oltrepassa anche l’abisso della morte.

… se io mi sento attratto da Gesù, se la sua voce riscalda il mio cuore, è grazie a Dio Padre, che ha messo dentro di me il desiderio dell’amore, della verità, della vita, della bellezza… e Gesù è tutto questo in pienezza!

Ricordate anche che la Parola di Dio non è proprietà vostra: è Parola di Dio. E la Chiesa è la custode della Parola di Dio

Dietro e prima di ogni vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata, c’è sempre la preghiera forte e intensa di qualcuno: di una nonna, di un nonno, di una madre, di un padre, di una comunità.

Oggi vi chiedo in nome di Cristo e della Chiesa: per favore, non vi stancate di essere misericordiosi. Con l’olio santo darete sollievo agli infermi e anche agli anziani: non abbiate vergogna di avere tenerezza con gli anziani

Siete pastori, non funzionari. Siete mediatori, non intermediari (…) Abbiate sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire, e per cercare di salvare ciò che era perduto

Domanda a Gesù che cosa vuole da te e sii coraggioso! Sii coraggiosa! Domandaglielo! La giovinezza bisogna metterla in gioco per grandi ideali. Domanda a Gesù che cosa vuole da te e sii coraggioso!

I cristiani tiepidi sono quelli che vogliono costruire una Chiesa a propria misura, ma non è la Chiesa di Gesù

Ma che bello sentire questo, no? Quando uno è chiamato dal giudice o viene in causa, la prima cosa che fa è cercare un avvocato perché lo difenda. Noi ne abbiamo uno, che ci difende sempre, ci difende dalle insidie del diavolo, ci difende da noi stessi, dai nostri peccati! Carissimi fratelli e sorelle, abbiamo questo avvocato: non abbiamo paura di andare da Lui a chiedere perdono, a chiedere benedizione, a chiedere misericordia! Lui ci perdona sempre, è il nostro avvocato: ci difende sempre! Non dimenticate questo!

Lui è come un capo cordata quando si scala una montagna, che è giunto alla cima e ci attira a sé conducendoci a Dio. Se affidiamo a Lui la nostra vita, se ci lasciamo guidare da Lui siamo certi di essere in mani sicure, in mano del nostro Salvatore, del nostro avvocato

Occorre essere “fedeli allo Spirito per annunciare Gesù con la nostra vita, con la nostra testimonianza e con le nostre parole”:
“Quando facciamo questo, la Chiesa diventa una Chiesa Madre che genera figli, figli, figli perché noi, figli della Chiesa, portiamo quello. Ma quando non lo facciamo, la Chiesa diventa non madre, ma la Chiesa babysitter, che cura il bambino per farlo addormentare. E’ una Chiesa sopita. Pensiamo al nostro battesimo, alla responsabilità del nostro battesimo

C’è una grande responsabilità per noi, i battezzati: annunciare Cristo, portare avanti la Chiesa, questa maternità feconda della Chiesa. Essere cristiano non è fare una carriera in uno studio per diventare un avvocato o un medico cristiano; no. Essere cristiano … è un dono che ci fa andare avanti con la forza dello Spirito nell’annuncio di Gesù Cristo

Cari fratelli e sorelle, l’Ascensione non indica l’assenza di Gesù, ma ci dice che Egli è vivo in mezzo a noi in modo nuovo (…) È proprio l’invito a partire dalla contemplazione della Signoria di Gesù, per avere da Lui la forza di portare e testimoniare il Vangelo nella vita di ogni giorno: contemplare e agire, ora et labora insegna san Benedetto, sono entrambi necessari nella nostra vita di cristiani

Non opporre resistenza allo Spirito Santo: è questa la grazia che io vorrei che tutti noi chiedessimo al Signore: la docilità allo Spirito Santo, a quello Spirito che viene da noi e ci fa andare avanti nella strada della santità, quella santità tanto bella della Chiesa. La grazia della docilità allo Spirito Santo. Così sia

Il Signore non ci salva con una lettera, con un decreto, ma ci ha salvato con il suo amore

Signore, io credo. Credo nel Tuo amore. Credo che il Tuo amore mi ha salvato. Credo che il Tuo amore mi ha dato quella dignità che non avevo. Credo che il Tuo amore mi dà la speranza”. Forti di questa fede apriamo il cuore perché questo amore venga, ci riempia e ci spinga ad amare gli altri. Così sia

Noi tutti siamo peccatori: tutti. Abbiamo peccati. Ma la calunnia è un’altra cosa. E’ un peccato, sicuro, ma è un’altra cosa. La calunnia vuole distruggere l’opera di Dio; la calunnia nasce da una cosa molto cattiva: nasce dall’odio. E chi fa l’odio è Satana. La calunnia distrugge l’opera di Dio nelle persone, nelle anime. La calunnia utilizza la menzogna per andare avanti. E non dubitiamo, eh?: dove c’è calunnia c’è Satana, proprio lui

Ma il tempo dei martiri non è finito: anche oggi possiamo dire, in verità, che la Chiesa ha più martiri che nel tempo dei primi secoli. La Chiesa ha tanti uomini e donne che sono calunniati, che sono perseguitati, che sono ammazzati in odio a Gesù, in odio alla fede: questo è ammazzato perché insegna catechismo, questo viene ammazzato perché porta la croce… Oggi, in tanti Paesi, li calunniano, li perseguono… sono fratelli e sorelle nostri che oggi soffrono, in questo tempo dei martiri

Noi preghiamo la Madonna che ci protegga, e nei tempi di turbolenza spirituale il posto più sicuro è sotto il manto della Madonna. E’ la mamma che cura la Chiesa. E in questo tempo di martiri, è lei un po’ – non so se si dice così, in italiano – la protagonista, la protagonista della protezione: è la mamma. (…) Diciamole con fede: ‘Sotto la tua protezione, Madre, è la Chiesa. Cura la Chiesa’

adorare il Signore vuol dire che siamo convinti davanti a Lui che è il solo Dio, il Dio della nostra vita, il Dio della nostra storia.

L’incoerenza dei fedeli e dei Pastori tra quello che dicono e quello che fanno, tra la parola e il modo di vivere mina la credibilità della Chiesa.

Mi viene in mente adesso un consiglio che san Francesco d’Assisi dava ai suoi fratelli: predicate il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole.

La speranza di noi cristiani è forte, sicura, solida in questa terra, dove Dio ci ha chiamati a camminare, ed è aperta all’eternità, perché fondata su Dio, che è sempre fedele. Non dobbiamo dimenticare: Dio  sempre è fedele; Dio sempre è fedele con noi.

solo comportandoci da figli di Dio, senza scoraggiarci per le nostre cadute, per i nostri peccati, sentendoci amati da Lui, la nostra vita sarà nuova, animata dalla serenità e dalla gioia. Dio è la nostra forza! Dio è la nostra speranza!

Quando si preferisce chiacchierare, chiacchierare dell’altro, bastonare un po’ l’altro – sono cose quotidiane, che capitano a tutti, anche a me – sono tentazioni del maligno che non vuole che lo Spirito venga da noi e faccia questa pace, questa mitezza nelle comunità cristiane. 

Non giudicare nessuno perché l’unico Giudice è il Signore. Poi “stare zitti” e se si deve dire qualcosa dirla agli interessati, a “chi può rimediare alla situazione”, ma “non a tutto il quartiere”. “Se, con la grazia dello Spirito riusciamo a non chiacchierare mai, sarà un gran bel passo avanti” e “ci farà bene a tutti”.


Fratelli e sorelle, non perdiamo mai la fiducia nella misericordia paziente di Dio!

Dio ci aspetta sempre, anche quando ci siamo allontanati! Lui non è mai lontano, e se torniamo a Lui, è pronto ad abbracciarci.

Dio sempre ci aspetta, non si stanca. Gesù ci mostra questa pazienza misericordiosa di Dio perché ritroviamo fiducia, speranza, sempre! 

la pazienza di Dio deve trovare in noi il coraggio di ritornare a Lui, qualunque errore, qualunque peccato ci sia nella nostra vita.

Quante volte nel mio ministero pastorale mi sono sentito ripetere: «Padre, ho molti peccati»; e l'invito che ho sempre fatto è: «Non temere, va' da Lui, ti sta aspettando, Lui farà tutto». 

Quante proposte mondane sentiamo attorno a noi, ma lasciamoci afferrare dalla proposta di Dio, la sua è una carezza di amore.

Per Dio noi non siamo numeri, siamo importanti, anzi siamo quanto di più importante Egli abbia; anche se peccatori, siamo ciò che gli sta più a cuore.

Nella mia vita personale ho visto tante volte il volto misericordioso di Dio, la sua pazienza; ho visto anche in tante persone il coraggio di entrare nelle piaghe di Gesù dicendogli: Signore sono qui, accetta la mia povertà, nascondi nelle tue piaghe il mio peccato, lavalo col tuo sangue. E ho sempre visto che Dio l'ha fatto, ha accolto, consolato, lavato, amato.

Cari fratelli e sorelle, lasciamoci avvolgere dalla misericordia di Dio; confidiamo nella sua pazienza che sempre ci dà tempo; abbiamo il coraggio di tornare nella sua casa, di dimorare nelle ferite del suo amore, lasciandoci amare da Lui, di incontrare la sua misericordia nei Sacramenti. Sentiremo la sua tenerezza, tanto bella, sentiremo il suo abbraccio e saremo anche noi più capaci di misericordia, di pazienza, di perdono, di amore.

Come va, la nostra fede? E’ forte? O alle volte è un po’ all’acqua di rose? .. siamo coraggiosi come Pietro o un po’ tiepidi? .. la fede non si negozia .. c’è stata, nella storia del popolo di Dio, questa tentazione: tagliare un pezzo alla fede, la tentazione di essere un po’ «come fanno tutti», quella di «non essere tanto, tanto rigidi». «Ma quando incominciamo a tagliare la fede, a negoziare la fede, un po’ a venderla al migliore offerente incominciamo la strada dell’apostasia, della non-fedeltà al Signore».
 

... per trovare i martiri non è necessario andare alle catacombe o al Colosseo: i martiri sono vivi adesso, in tanti Paesi. I cristiani sono perseguitati per la fede. In alcuni Paesi non possono portare la croce: sono puniti se lo fanno. Oggi, nel secolo XXI, la nostra Chiesa è una Chiesa dei martiri

Cristo ricevette i chiodi nelle sue mani e nei suoi piedi immacolati, e sperimentò il dolore; e a me, senza dolore né sforzo alcuno, mi si dà gratuitamente la salvezza per la comunicazione dei suoi dolori

La grazia della fede. Dobbiamo chiederla, tutti i giorni: ‘Signore … custodisci la mia fede, falla crescere, che la mia fede sia forte, coraggiosa, e aiutami nei momenti in cui devo renderla pubblica. Dammi il coraggio’

In molti per risolvere i loro problemi ricorrono ai maghi o ai tarocchi. Ma solo Gesù salva “e dobbiamo dare testimonianza di questo! Lui è l’unico”. E “la Madonna sempre ci porta a Gesù”


Nella curia di Buenos Aires lavora un uomo umile, da 30 anni lavora; padre di otto figli. Prima di uscire, prima di andare a fare le cose che fa, sempre dice: ‘Gesù!’. E io, una volta, gli ho chiesto: ‘Ma perché sempre dici ‘Gesù’?’. ‘Ma quando io dico ‘Gesù’ – mi ha detto questo uomo umile – mi sento forte, mi sento di poter lavorare, e io so che Lui è al mio fianco, che Lui mi custodisce’. Quest’uomo non ha studiato teologia, ha soltanto la grazia del Battesimo e la forza dello Spirito. E questa testimonianza a me ha fatto tanto bene.

A volte, nella nostra vita gli occhiali per vedere Gesu’ sono le lacrime

Tutti noi, nella nostra vita abbiamo sentito la gioia, la tristezza, il dolore ma nei momenti piu’ oscuri, abbiamo pianto? Abbiamo avuto quella bonta’ delle lacrime che preparano gli occhi per guardare, per vedere il Signore?

Pensiamo che bello è essere santi, ma anche che bello è essere perdonati

Gesù non gli ha detto: ‘Tu sei un ladro’. E’ stato paziente con Giuda, cercando di attirarlo a sé con la sua pazienza, con il suo amore”. “Ci farà bene pensare alla pazienza di Dio, a quella pazienza che il Signore ha con noi, con le nostre debolezze, con i nostri peccati”.

Sentiamo la gioia di essere cristiani! Noi crediamo in un Risorto che ha vinto il male e la morte! Abbiamo il coraggio di “uscire” per portare questa gioia e questa luce in tutti i luoghi della nostra vita!

le prime testimoni della Risurrezione sono le donne. E questo è bello. E questo è un po’ la missione delle donne: delle mamme, delle donne! Dare testimonianza ai figli, ai nipotini, che Gesù è vivo, è il vivente, è risorto. Mamme e donne, avanti con questa testimonianza!

Per Dio conta il cuore, quanto siamo aperti a Lui, se siamo come i bambini che si fidano. Ma questo ci fa riflettere anche su come le donne, nella Chiesa e nel cammino di fede, abbiano avuto e abbiano anche oggi un ruolo particolare nell’aprire le porte al Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo Volto, perché lo sguardo di fede ha sempre bisogno dello sguardo semplice e profondo dell’amore. 

Anche nel nostro cammino di fede è importante sapere e sentire che Dio ci ama, non aver paura di amarlo: la fede si professa con la bocca e con il cuore, con la parola e con l’amore.

 Ho visto che ci sono tanti giovani nella piazza. Eccoli! A voi dico: portate avanti questa certezza: il Signore è vivo e cammina a fianco a noi nella vita. Questa è la vostra missione! Portate avanti questa speranza.

Abbiamo paura delle sorprese di Dio. Cari fratelli e sorelle, nella nostra vita abbiamo paura delle sorprese di Dio! Egli ci sorprende sempre! Il Signore è così

Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sentiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di non farcela. Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui.

Accetta allora che Gesù Risorto entri nella tua vita, accoglilo come amico, con fiducia: Lui è la vita! Se fino ad ora sei stato lontano da Lui, fa’ un piccolo passo: ti accoglierà a braccia aperte. Se sei indifferente, accetta di rischiare: non sarai deluso. Se ti sembra difficile seguirlo, non avere paura, affidati a Lui, stai sicuro che Lui ti è vicino, è con te e ti darà la pace che cerchi e la forza per vivere come Lui vuole.

Ricordiamo questo: Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva.

La Croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo.

Gesù ha portato la misericordia e il perdono di Dio ; ha guarito, consolato, compreso ; ha dato speranza ; ha portato a tutti la presenza di Dio che si interessa di ogni uomo e ogni donna, come fa un buon padre e una buona madre verso ciascuno dei suoi figli. Gesù non ha casa perché la sua casa è la gente, siamo noi, la sua missione è aprire a tutti le porte di Dio, essere la presenza di amore di Dio. C’è tanto bisogno di portare la presenza viva ...

Accetta Gesù Risorto nella tua vita. Anche se sei stato lontano, fa’ un piccolo passo verso di Lui: ti sta aspettando a braccia aperte

Gesù e' Dio, ma si è abbassato a camminare con noi. È il nostro amico, il nostro fratello. Qui ci illumina nel cammino. E così oggi lo abbiamo accolto. E questa e' la prima parola che vorrei dirvi: gioia! Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento!

Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. 

E per favore,  non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci da' Gesù".

Siate custodi dei doni di Dio. Quando non ci prendiamo cura del creato e dei nostri fratelli, allora, trova spazio la distruzione, e il cuore inaridisce.


L’unzione, cari fratelli, non è per profumare noi stessi e tanto meno perché la conserviamo in un’ampolla, perché l’olio diventerebbe rancido … e il cuore amaro.

Il buon sacerdote si riconosce da come viene unto il suo popolo; questa è una prova chiara. Quando la nostra gente viene unta con olio di gioia lo si nota: per esempio, quando esce dalla Messa con il volto di chi ha ricevuto una buona notizia.

Chi non esce da sé, invece di essere mediatore, diventa a poco a poco un intermediario, un gestore. Tutti conosciamo la differenza: l’intermediario e il gestore “hanno già la loro paga” e siccome non mettono in gioco la propria pelle e il proprio cuore, non ricevono un ringraziamento affettuoso, che nasce dal cuore.


Da qui deriva precisamente l’insoddisfazione di alcuni, che finiscono per essere tristi, preti tristi, e trasformati in una sorta di collezionisti di antichità oppure di novità, invece di essere pastori con “l’odore delle pecore” 

questo io vi chiedo: siate pastori con “l’odore delle pecore”, che si senta quello -; invece di essere pastori in mezzo al proprio gregge e pescatori di uomini. 

Siate vicini ai vostri sacerdoti con l’affetto e con la preghiera, perché siano sempre Pastori secondo il cuore di Dio.

Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore.

Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! Per questo mi chiamo Francesco: come Francesco da Assisi, uomo di povertà, uomo di pace. L'uomo che ama e custodisce il Creato; e noi oggi abbiamo una relazione non tanto buona col Creato.

Una volta venne da me una signora anziana, molto umile, le dissi: "nonna - da noi le signore anziane si chiamano cosi - nonna, vuole confessarsi?" "Si, mi rispose lei." Le chiesi: "Lei è convinta del perdono del Signore?" e lei: " Sono certa, perchè Dio perdona tutto." Allora le chiesi: "Come fa a essere cosi sicura?" e lei: "Se Dio non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe."


Pensiamo che bello è essere santi, ma anche che bello è essere perdonati (…) Abbiamo fiducia in questo incontro con Gesù” e “nella dolcezza del suo perdono”. 

Vivere la Settimana Santa è entrare sempre più nella logica di Dio, quella dell’amore e del dono di sé.

Rimanere con Gesù esige uscire da se stessi, da un modo di vivere la fede stanco e abitudinario.

Non dobbiamo avere paura della bontà e neanche della tenerezza.


Non dobbiamo credere al Maligno che dice che non possiamo fare nulla contro la violenza, l’ingiustizia, il peccato.

L’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita!



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