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Annunciazione di nostro Signore

di CC Salesiano

La stupenda pagina evangelica dell’annuncio dell’angelo a Maria che sarebbe diventata la Madre del Salvatore, trovò fin dal sec. II una precisa espressione nelle formule del Credo e nell’arte cristiana.
Solo nel sec. VII in poi il mistero dell’Annunciazione fu celebrato con particolare solennità, nove mesi prima della nascita del Signore, e giorno in cui – secondo la tradizione di antichi martirologi e di alcuni calendari medievali – sarebbe avvenuta la crocifissione di Gesù.
Dio non è entrato nel mondo con la forza: ha voluto «proporsi».

Il «si» di Maria è la definitiva realizzazione dell’alleanza: in lei è presente tutto il popolo della promessa: l’antico (Israele) e il nuovo (la Chiesa); «il Signore è con lei», cioè Dio è il nostro Dio e noi siamo per sempre il suo popolo.

Le letture di questa solennità del Signore ci orientano verso il mistero della Pasqua.
Il primo, l’unico «si» del Figlio che facendo il suo ingresso nel mondo ha detto: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà» (Sal 39,8-9; Eb 10,4-10), riceve la risposta del Padre, il quale, dopo l’offerta dolorosa della passione, sigillerà nello Spirito, con la risurrezione di Gesù, la salvezza per tutti nella Chiesa.
Anche le orazioni e il prefazio sottolineano il mistero dell’Annunciazione come compimento della promessa e invitano a riviverlo «nella fede».

L’Incarnazione è anche il mistero della collaborazione responsabile di Maria alla salvezza ricevuta in dono. Ci svela che Dio per salvarci ha scelto il «metodo» di passare attraverso, la creatura: «…e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi… e noi vedemmo la sua gloria». (Gv 1,14).

Ripetendo ad ogni messa: «Fate questo in memoria di me», il Signore ci insegna a «dare» anche noi il nostro corpo e il nostro sangue e il nostro sangue ai fratelli.

Solo così rendiamo credibile la salvezza di Dio, incarnandola nei piccoli «si» che ogni giorno ripetiamo sull’esempio di Maria. (CC Salesiano).