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Alfabeto familiare: B come Bacio

di Don Roberto Carelli Sdb

I gesti dell’amore

I ragazzi sognano il primo bacio, gli amanti si baciano appassionatamente, memorabili le scene del bacio nei grandi film sentimentali, le prostitute non baciano i clienti, San Bernardo chiama Bacio lo Spirito Santo, poiché realizza in persona lo scambio d’amore che c’è in Dio. Segno che il bacio è un gesto davvero importante, capace di condensare e celebrare il meglio dei nostri sensi e sentimenti, dei nostri desideri e legami, addirittura di alludere al cuore di Dio!

C’è nel bacio qualcosa di prezioso, che non può essere svenduto perché deve essere donato, che va custodito perché non può essere estorto.
È questa una di quelle verità, profonde ed elementari, che Dio ha scritto in maniera indelebile nella carne degli uomini e delle donne: i gesti dell’amore sono ben di più del solletico dei sensi, e i baci sono il sigillo dell’amore, non la stura dell’erotismo.

 

Illusioni e delisioni

Certo, si sa, le realtà più belle sono anche le più vulnerabili, e quelle più promettenti le più minacciate. Va così anche per il bacio.
Come mai i ragazzi non vedono l’ora di baciarsi, ma poi gli sposi non trovano più neanche un minuto? E come è possibile che il bacio possa ridursi al “bacio di Giuda”o moltiplicarsi nei “baci perugina”, degradarsi a tradimento o a svilirsi in intrattenimento.
Siamo proprio così poco gelosi dei gesti dell’intimità? Occorre mettere mano, in nome dell’amore vero – è un’operazione educativa che richiede adulti consapevoli e appassionati – a un autentico riscatto del bacio dalla riduzione sentimentale e dalla svalutazione erotica che oggi lo colpisce.

Si pensi che gli studiosi più attenti vedono nel bacio il punto d’incontro di molti particolari che fanno dell’uomo un essere meraviglioso, ben poco simile all’animale (come oggi ci fanno credere), e ben più simile a Dio (come oggi spesso dimentichiamo).
La posizione eretta dell’uomo, unico fra i mammiferi, svincola le mani e la bocca degli umani dai compiti del deambulare e dell’afferrare, pone di fronte i volti e gli organi sessuali, delinea una continuità del tutto assente nel mondo animale fra il nutrirsi, il dialogare e il generare!
Già Aristotele riteneva significativa, per comprendere la dignità dell’uomo, l’incomparabile morbidezza, flessibilità e sensibilità della bocca, delle labbra e della lingua degli umani. Così, da una parte, il bacio si pone in continuità con il dialogo: la parola si fa gesto, la comunicazione si fa comunione! E, d’altra parte, il bacio si fa preludio dell’amplesso, del quale condivide la stessa mimica: il gesto si fa intimità, la comunione si fa generazione!

 

L’intimità e le sue soglie

Se le cose stanno così, allora i nostri ragazzi e le nostre ragazze dovranno essere delicatamente e autorevolmente condotti a comprendere che il bacio è una dichiarazione, non una semplice esplorazione, un atto d’amore, non un amoreggiamento.
Perché il guaio che colpisce i nostri figli già alle soglie dell’adolescenza è che i gesti dell’amore anticipano l’amore: si crea così un effetto d’intimità che in realtà non esiste.
E quando l’assaggio dell’intimità precede la coscienza e la libertà, i guai sono assicurati: l’immediatezza del bacio rischia di oscurarne la dignità, quella di essere mediazione dell’amore.

Si dirà: fosse facile, da capire e da vivere! Ammettiamolo: non è facile, specialmente oggi, per giovani che sono immersi in una cultura che cancella soglie, riti e regole.
Eppure bisogna puntare alto, senza allinearsi, senza scoraggiarsi: i ragazzi, quando ascoltano parole di verità e trovano gioiosi testimoni, sono in grado di capire che nel consumo dei gesti affettivi non si consuma l’amore, ma si logora la vita.