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Missioni: Mai più bambini di strada in Angola

di Fulvia Boniardi e Ivanka Valery Dante

 “Giovedì sera, verso le 19 raduniamo il gruppo di bambini e ragazzi che vivono in una piazza della città, “Primero de Mayo”; ci conoscono bene, è giovedì, ci aspettavano. Come è consuetudine sono intontiti dalla benzina che sniffano, mi guardano con occhi lontanissimi, ma cercano la mia approvazione. Ad uno ad uno entrano con i piedi in un catino riempito di tempera e poi pestano un foglio bianco, dove lasciano la loro impronta. È il simbolo del cammino della propria vita - spiega il gruppo di volontari angolani impegnati in questo lavoro di sensibilizzazione sulla strada quando tutti hanno lasciato i loro 'passi' - ognuno va in una direzione diversa; sappiamo dove siamo oggi, ma non sappiamo dove arriveremo, ma la meta dipende da ogni passo che decidiamo di fare, soli o in compagnia di chi scegliamo come nostra Guida.

Sorridono guardandosi i piedi blu e rossi, si siedono uno affianco all'altro, commentano a voce altissima, si spingono e si fanno piccoli dispetti, poi si rendono conto che stiamo lavando i piedi di ciascuno di loro. Uno a uno immergo i loro piedi nell'acqua, sfrego perché il colore se ne vada; al passare tra le mie mani i loro piedi mi impressiona sentire come siano durissimi, pieni di calli e cicatrici”.  

 

La Strada per la Vita

Questo è il Giovedì Santo vissuto dai volontari del VIS, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, l’organismo di volontariato dei salesiani italiani. Dal 1991 il VIS lavora prevalentemente con i Padri Salesiani su numerosi progetti, nella capitale Luanda come nelle zone rurali, con lo scopo di promuovere la salute, l’alfabetizzazione ed educazione di base e formare al lavoro le fasce più deboli della popolazione.  Nel 2009 il VIS ha lanciato il programma “La Strada per la Vita!” per il recupero e reinserimento sociale dei bambini e ragazzi di/in strada delle periferie di Luanda. sono stati realizzati importanti lavori di ristrutturazione igienico-sanitaria di 7 strutture di accoglienza: centri diurni, notturni, case famiglia, asili.

 

Trent’anni di presenza salesiana

I Salesiani d’Angola fin dagli anni ’80 lavorano a tutela dei minori di strada di Luanda. Il lavoro è iniziato come una risposta immediata e necessaria per arginare un fenomeno che andava via via aumentando. Trent’anni di guerra civile hanno reso la popolazione angolana povera e totalmente priva di prospettive verso il futuro.

Mota e Lixeira, due quartieri della Capitale Luanda,  simili quanto a sovrappopolamento, carenza di strutture di base, minimi livelli igienici e alte percentuali di famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà, in quegli anni erano i punti di concentrazione dei ragazzi di strada, che cercavano di “guadagnarsi la giornata” nei maggiori mercati della città, situati nelle vicinanze delle comunità Salesiane.

 

Il Centro Infantil Comunitario

In quel periodo quindi nelle comunità salesiane di Mota e Lixeira si svilupparono, in maniera semplice e basilare, attività educative che rispondevano alle necessità di questo pubblico molto giovane ed indifeso. Da questa semplice forma di coinvolgimento ludico-ricreativo, si è presto sviluppata l’idea di un centro di accoglienza e si è messo in funzione il CIC (Centro Infantil Comunitario), struttura in grado di garantire pasti caldi, sonni tranquilli, l’affetto spesso mancato e la possibilità di ricominciare gli studi.

 

Le Case-famiglia

A questa prima “generazione” d’intervento, come detto organizzata sulla base di una necessità contingente, col passare del tempo ne è subentrata una seconda, in cui i Salesiani hanno ampliato notevolmente il loro impegno: sono state create nuove importanti strutture di accoglienza per il recupero dei ragazzi, e si è dedicato più tempo allo studio del fenomeno, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia del lavoro svolto. Sono sorte case-famiglia, in cui coppie angolane si prendono cura di un gruppo di 10-12 ragazzini per volta ed è stato costruito il Centro di Formazione Professionale di Kala Kala: un centro residenziale in cui nell’arco di 3 anni, a partire dai 14 anni di età, i ragazzi studiano e frequentano 5 corsi professionali, ricevendo un’educazione il più possibile completa, necessaria per il loro totale reinserimento nella società, che alla scuola associa la vita in comunità, le attività ludico-sportive e di associazionismo, oltre al contatto con le famiglie, quando localizzate.

 

Una rete educativa

Gli ultimi anni sono invece stati caratterizzati da una “terza generazione” che ha avuto l’importanza di dare organicità al processo di reinserimento sociale – dalla strada ad una nuova vita, nuova rinascita – organizzando un lavoro in rete, attraverso il rafforzamento di alcuni organi salesiani di coordinamento e il coinvolgimento di alcuni attori istituzionali, che facilitasse la comunicazione tra i vari protagonisti del processo, impegnati ognuno nella gestione di una o più attività e/o strutture (sensibilizzazione sulla strada, centri di accoglienza, case famiglia, centro professionale di Kala Kala, localizzazione familiare, ecc…). Il lavoro è andato così aumentando e migliorando; di fatto il numero dei ragazzi accolti nei centri e reinseriti nella società è cresciuto notevolmente nel corso degli ultimi anni così come è migliorata la qualità del servizio offerto ai minori, grazie soprattutto all’investimento costante sulla formazione degli educatori impegnati quotidianamente nei centri.

 

 

 

* Fulvia Boniardi è stata Volontaria del VIS in Angola per 4 anni; Ivanka Valery Dante è la responsabile per l’Angola all’interno del VIS. Dal 1992 ad oggi sono 54 i volontari che per due anni o più hanno affiancato l’attività missionaria salesiana.

 

I salesiani sono presenti nella Capitale Luanda con 7 centri: São Paulo, Lixeira, Palanca, Viana, Villa Alice, Kala-Kala, Cabiri.

Nel resto del Paese ci sono altre 7 Comunità: Dondo, Ndalatando, Calulo, Mussenda, Benguela, Lwena, Cabinda.