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il progetto Shasha

di Piero Gavioli

Cari fratelli e sorelle,
ecco un'altra circolare per darvi qualche notizia. La situazione a Goma è abbastanza tranquilla. Speriamo che le delegazioni che stanno trattando a Kampala riescano a trovare un accordo che rispetti la giustizia e la pace. La vita a Ngangi si svolge normalmente. Ci prepariamo a celebrare il 25° della presenza salesiana a Ngangi: l'impegno per la piantagione di Shasha ne sarà una espressione. Grazie per il vostro sostegno e la vostra preghiera. Oggi celebriamo la Giornata missionaria mondiale: il Signore ci aiuti ad essere i testimoni e i portatori del suo amore. In comunione di missione e di preghiera,
Piero Gavioli
DonBosco Ngangi

 

Dalla terra alla vita - Una nuova partenza per la fattoria di Shasha

Dieci anni fa, il Centro dei giovani Don Bosco Ngangi di Goma ha potuto acquistare due fattorie che appartenevano ad un agricoltore belga, una a Shasha (a 38 km da Goma), l'altra a Nyangoma (a circa 60 km da Goma).

La fattoria è stata acquistata per parecchie ragioni: trovare un terreno per la sezione agricola della scuola professionale di Ngangi, avere ortaggi freschi per il cibo degli interni del Centro Don Bosco, trovare una fonte di autofinanziamento per il Centro e, infine, avere un luogo dove rifugiarsi se il vulcano Nyiragongo minacciasse Ngangi.

La situazione cronica di guerra di questi ultimi anni non ha permesso un impegno costante dei salesiani a Shasha. Ma recentemente, mentre Goma soffre delle incertezze causate dall'ammutinamento dell’M23, la regione di Shasha sembra relativamente tranquilla. Così l’Ispettoria salesiana dell’Africa Centrale ha deciso di investire persone e mezzi nella fattoria. Con la collaborazione del VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), è stato lanciato un progetto che prevede:

- una scuola professionale di agricoltura riconosciuta dallo Stato, che dà a chi la termina un brevetto ufficiale: la scola può aprire ai giovani rurali una prospettiva di avvenire e migliorare il rendimento agricolo delle loro famiglie,

- attività di alfabetizzazione e di formazione per gli operai e le donne che lavorano nella fattoria, ed anche per i contadini dei dintorni,

- la creazione di piccole cooperative (ciò può interessare circa 2000 famiglie) per l'acquisto di sementi e concimi, la conservazione e la trasformazione dei prodotti,

- attività sportive, culturali, ricreative per i giovani e le loro famiglie…

L'impegno dei salesiani a Shasha è apertamente sostenuto dal vescovo di Goma, Monsignor Théophile Kaboy, che è nato ed è cresciuto ad alcune centinaia di metri dalla fattoria (la moglie del Presidente della Repubblica, la Signora Oliva Kabila è pure originaria di questa contrada). Monsignor Kaboy ha voluto presentare i salesiani ed il loro progetto al Mwami Kalinda Kibancha Nicolas, capo tradizionale dei Bahunde, l'etnia che popola la regione di Shasha. Così, il 21 agosto scorso il vescovo di Goma ha accolto il Mwami Kalinda ed i suoi notabili in una sala della scuola agricola di Shasha. Dopo una breve presentazione dell’opera fatta dal Direttore del Centro Don Bosco Ngangi, Monsignor Kaboy ha ringraziato prima i salesiani per il loro impegno in questa regione. Poi si è rivolto al Mwami ed ai notabili presenti per invitarli a sostenere ed a proteggere questa iniziativa. Il progetto dei salesiani, ha detto, è per tutta la regione una fortuna da non lasciar sfuggire. I giovani disoccupati del posto non vivono bene, potrebbero essere tentati di distruggere ciò che si vuole costruire. Bisogna organizzare riunioni con loro e con la popolazione di Shasha e dei dintorni per spiegare il progetto. E poi, fare riunioni periodiche di valutazione, per anaizzare riuscite e difficoltà, per misurare la temperatura dell’opera. Se la scuola agricola funziona bene, dovrà motivare i giovani a non fuggire la campagna e il lavoro agricolo, a restare nella regione per svilupparla, a cominciare a migliorare l’habitat. 

Il Mwami Kalinda si è detto cosciente della posta in gioco ed ha promesso tutto il suo appoggio perché il progetto riesca a favore dei giovani e di tutta la popolazione.

Qualche giorno fa, il 16 ottobre, abbiamo celebrato la Giornata mondiale dell'alimentazione. Il rapporto Lo stato dell'insicurezza alimentare nel mondo (SOFI), pubblicato ogni anno dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), dal Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (FIDA) e dal Programma alimentare mondiale (PAM), nota che il numero di persone che soffrono della fame nel mondo è diminuito in questi ultimi dieci anni (è passato da un miliardo a 842 milioni)... eccetto in Africa. In Africa subsahariana, i piccoli progressi compiuti tra il 2002 e il 2005 sono stati ridotti a nulla e la sottoalimentazione ha progredito al ritmo del 2 per cento all’anno a partire dal 2007. La Repubblica democratica del Congo è uno dei paesi dove il tasso di malnutrizione resta più alto. I campi degli sfollati che affluiscono nel paese sono una ragione di questa malnutrizione cronica. Il 40% dei Congolesi, soprattutto delle regioni dell'Est, sono a rischio di fame. Nella Repubblica democratica del Congo ci sono 2,5 milioni di sfollati. "Quando queste persone scappano, non hanno più accesso ai loro campi, o ai loro mezzi di esistenza, ai loro mezzi di sussistenza. E immediatamente devono affrontare parecchi problemi di salute e di cibo", spiega Djaoun Pardon, portavoce del Programma alimentare mondiale a Goma.

Il rapporto della FAO dice che è possibile ridurre la fame anche in situazioni di povertà generalizzata grazie a politiche che mirano ad aumentare la produttività agricola e le disponibilità alimentari, in particolare le politiche di sostegno ai piccoli coltivatori. Il progetto di Shasha si inserisce in questa linea: migliorare la produzione attraverso la formazione di piccoli agricoltori. Così il Centro DonBosco Ngangi porta un contributo, modesto ma concreto, alla realizzazione del primo Obiettivo del Millennio per lo Sviluppo (OMD) che è di dividere per due, entro il 2015, la proporzione di persone che soffrono della fame.

Goma, 20 ottobre 2013                                                                                                                          Piero Gavioli