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Perché Dio si è fatto un bambino?

di P. Hermann Geissler, FSO

Per comprendere il mistero del Natale, dobbiamo meditare sul Bambino con uno sguardo di stupore, seguendo Maria e Giuseppe, i poveri pastori e i tre magi. Questo sguardo ci apre il cuore per comprendere un po’ perché Dio si è fatto un bambino. Ci dice innanzitutto che “Dio è diverso” (Papa Benedetto XVI). Dio è diverso di ogni nostra idea, è più grande di ogni nostro pensiero.

 

Il Suo amore per ciascuno di noi

Guardando al presepio con questo atteggiamento di stupore, possiamo intuire una prima verità: Se questo bambino è il Figlio di Dio, se Dio si è fatto così piccolo per noi, egli deve veramente amarci e noi dobbiamo essere molto cari a lui. Sì, al presepio possiamo vedere in che cosa consiste la vera grandezza e potenza di Dio: nella sua bontà, nel suo immenso amore per noi e per tutti gli uomini. “Dio è amore”, scrive San Giovanni (1 Gv 4,8), e aggiunge: “In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo perché noi avessimo la vita per lui” (4,9).

Da sempre gli uomini hanno voluto essere vicini a Dio. Questo desiderio è divenuto realtà con la venuta di Gesù. Ora possiamo essere vicini a Dio, perché egli è vicino a noi. Ora tutti – anche i semplici, i poveri, i sofferenti, i bambini – hanno accesso al cuore di Dio, al suo amore che ci dà la vita. Il presepio ci dice anzitutto: Dio ama ognuno di noi e desidera il nostro amore. Diciamo quindi col nostro cuore: Grazie, Dio, che ti sei fatto un bambino per me, ti amo, mi fido di te; e mi fido anche di mio marito, di mia moglie, dei miei cari. Vorrei sempre avere “l’amore nel cuore e la gratitudine sulle labbra” (Madre Giulia). Ecco – la nostra vera grandezza che sta nell’amore e nella gratitudine. Amore e gratitudine sono le nostre “armi” per il buon combattimento di ogni giorno.

 

Piccolo e obbediente

L’amore ha spinto il Dio grande per farsi piccolo. Il Natale ci dice che Dio si è abbassato, si è umiliato (cf. Fil 2,8). Questa sua umiltà dobbiamo approfondire per scoprire una seconda verità nascosta nel presepio. Per cogliere il significato dell’umiltà di Dio, dobbiamo – per un momento – tornare all’inizio della storia umana. I nostri progenitori Adamo ed Eva furono creati da Dio a sua immagine. Ebbero il compito di reggere il mondo e di servire solo il Creatore. Ma essi si sono ribellati contro Dio. Hanno voluto essere indipendenti. Hanno sfidato il Creatore, pensando che lui avrebbe limitato la loro libertà. Questa superbia dell’uomo ha causato la caduta, questa superbia ha distrutto l’armonia fra Dio e gli uomini, e anche tra gli uomini, questa superbia si trova in qualche modo in ogni uomo come una “goccia di veleno” (Papa Benedetto XVI).

 

Modello per noi

Torniamo ora al presepio, dove vediamo il bambino: inerme, indifeso, totalmente dipendente da Maria e Giuseppe. Questo bimbo è il Figlio di Dio che si è fatto piccolo per noi. Qui possiamo comprendere che Dio è veramente diverso e più grande di ogni nostro pensiero. Egli ha voluto liberarci dalla nostra superbia, scegliendo la strada dell’umiltà. Con questa sua umiltà ha riparato il nostro orgoglio, con questa umiltà ha vinto le nostre tenebre. Dio ci ha amati, scrive San Giovanni, “è ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1 Gv 4,10). Così ha voluto guarire il nostro cuore, liberandolo dal peccato che è la causa più profonda per i mali del mondo. La sua umiltà è la “divina medicina” per noi tutti. Il presepio ci invita quindi a gioire per il dono della redenzione e a dire nella profondità del nostro cuore: Grazie, Dio, che ti sei fatto piccolo per me, grazie per la tua umiltà con cui hai voluto riparare i miei peccati, grazie Gesù. E il divin bambino ci insegna anche a praticare l’umiltà. Ciò significa per noi tutti, e in particolare per i coniugi, di essere “sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo” (Ef 5,21). Rinunciare ogni tanto alla propria voglia, accogliere gioiosamente la proposta dell’altro, non voler sempre avere ragione – questo è il cammino dell’umiltà, il cammino del Dio fatto bambino.

 

Vive in noi

Meditando il presepio, dobbiamo aggiungere ancora una terza verità: Gesù vuol trovare una mangiatoia in ognuno di noi, vuol rinascere anche oggi, nei nostri cuori. Dio si è fatto uomo perché noi diventassimo “partecipi della natura divina” (2 Pt 1,4). Ciò è avvenuto nel momento del nostro battesimo, quando abbiamo ricevuto la nuova vita, la vita della grazia, la vita di Dio.

Questa vita dobbiamo sempre conservare con diligenza, nutrire con la preghiera, far crescere tramite i sacramenti. Questa vita ci fa vivere in una intima amicizia con il Signore. Questa vita è un grande mistero che supera la nostra ragione e possiamo accogliere soltanto nella fede. Ci mostra di nuovo la grandezza di Dio che nel suo amore vuol entrare nel cuore di ognuno di noi, e ci mostra anche la grandezza dell’uomo che è creato per Dio e “solo in Gesù” trova “la perfetta felicità e la vera pace” (Madre Giulia). “Riconosci, o cristiano, la tua dignità, e, reso consorte della natura divina, non voler tornare all’antica bassezza con una vita indegna. Ricorda a quale Capo appartieni e di quale corpo sei membro. Ripensa che, liberato dal potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce e nel regno di Dio” (San Leone Magno). Gesù, tu sei la nostra vita e la nostra gioia, illumina i nostri pensieri e le nostre parole, entra nei nostri sentimenti, abita nei nostri cuori e santifica le nostre famiglie! Preghiamo con le parole di Madre Giulia: Gesù, “apprendici a attingere, per la nostra vita, quella luce che sei tu tesso e a testimoniarla con la nostra parola, le nostre opere e tutto il nostro essere!”

 

Buon Natale

Perché Dio si è fatto un bambino? – Per rivelarci il suo amore che ci attira; per mostrarci la sua umiltà che ci salva; per farci suoi figli che partecipano della sua vita divina. Siamo grati e fieri di questa nostra vocazione cristiana e cerchiamo di essere testimoni di quel Dio che è così grande per farsi un piccolo bambino per noi. Buon Natale!

 


La nostra Famiglia spirituale “L’Opera” (= FSO), una Famiglia di vita consacrata di diritto pontificio, è stata fondata da Madre Giulia Verhaeghe nel 1938. http://www.opera-fso.org