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Missioni: Ucciderò mio padre!

di Don Innocent Bizimana

Tale è la parola che usciva dalla bocca di Carlo Tahirivonjosoa, ragazzo di dieci anni, quando è stato accolto nel Centro Don Bosco, Notre Dame de Clairvaux, Ivato Antananarivo, quattro anni fa.
Da allora Carlo è tormentato da incubi, litiga spesso con i suoi compagni, ma il nostro Centro ha un ricco programma di accompagnamento e di vita che hanno cambiato la vita di Carlo.

 

Che cosa era successo?

Carlo è nato nel Sud Ovest del Madagascar. Non si sa bene se per credenze ancestrali o per effetto di stupefacenti, suo padre l’ha molte volte torturato bruciandolo, tagliando a pezzi labbra, orecchi; non c’è sul corpo una superficie di venti centimetri quadrati senza cicatrici.
Ma il gesto peggiore di suo padre è stato il tentativo di impiccarlo: si vede ancora sul suo collo il segno della corda, i segni della corda si vedono anche sui polsi e sulle caviglie che aveva legato: un vero e proprio martirio. Il ragazzo era riuscito a scappare con l’aiuto della mamma ma poichè aveva perso molto sangue era svenuto sulla strada.

Una comunità di suore che si occupa delle persone anziane lo ha recuperato e curato. Carlo è arrivato al Centro don Bosco con tante ferite interiori: non riusciva a dormire. Aveva sempre l’incubo del padre che veniva per ammazzarlo.

La vendetta era suo scopo: «farò il militare e ucciderò mio padre», diceva con convinzione.

Carlo è però un ragazzo buono e confrontandosi con gli altri ragazzi che hanno anche loro diversi  problemi si è reso conto che non era l’unico ragazzo a soffrire anche se la sua sofferenza era veramente atroce.

 

Ricupero con amore

Il  trauma fisico causato da queste torture era visibile per molti mesi.

Nel nostro programma di ricupero c’è la preghiera semplice ma profonda secondo lo stile di Don Bosco, la paternità del Direttore che ogni sera conclude la giornata con la “buona notte”, la gioia del gioco, delle feste, le associazioni dei ragazzi, ecc. E poi il catechismo: Carlo ha seguito il catechismo ed ha ricevuto il battesimo e la prima Comunione.

È  riuscito a perdonare suo padre ed è diventato sereno e maturo. Siamo tutti meravigliati del suo cambiamento. Mentre gli altri ragazzi vanno a casa loro o presso qualche parente per le vacanze, Carlo non è potuto andare. L’anno scorso ha provato ma anche gli altri familiari lo volevano tener relegato con l’accusa di aver fatto mettere in prigione suo padre. Comunque Carlo è sereno e si prepara ad affrontare la vita e il suo futuro senza contare sulla sua famiglia.

Molte volte mi dico che i ragazzi sono più bravi di noi. Basta poco per ricuperare il sorriso.

Chiedo le vostre preghiere per Carlo che il prossimo anno comincia la formazione professionale.  

 

Preparare il futuro

Qui in Madagascar in questi giorni si è conclusa la scuola. Quaranta ragazzi hanno ottenuto la licenza elementare e potranno entrare nei corsi di Formazione Professionale a partire da ottobre di quest’anno. Sessantotto ragazzi, invece, hanno terminato la formazione professionale; quarantasette hanno cominciato lo stage in diverse imprese e industrie della Capitale, Antananarivo.
Non siamo riusciti a trovare un posto per tutti perché, a causa della crisi, economica e soprattutto politica, in Madagascar, molte imprese hanno chiuso le porte. Speriamo che quelli che sono stati accolti a fare lo stage possano poi essere assunti a lavorare.

In questo momento, con gli assistenti sociali, stiamo facendo la visita delle famiglie, della prigione minorile e delle strade per reclutare i nuovi alunni.
La situazione è catastrofica, molti ragazzi non vanno più a scuola perché i genitori, per quelli che li hanno, non hanno più lavoro: abbiamo quindi molte richieste di iscrizione presso la nostra scuola che è quasi gratuita, ma non possiamo prenderne più di quelli che il nostro piccolo centro può gestire.
Vi chiedo una preghiera per tutti questi ragazzi che cercano un futuro migliore ma la situazione del Paese impedisce ai giovani di sognare. Il Paese è in ginocchio dopo quattro anni di transizione non si riesce a fare le elezioni democratiche. La paralisi dello stato genera la corruzione, l’insicurezza e nessun vuole investire. Le vittime più numerose e più trascurate sono i bambini che non possono crescere secondo i loro diritti.

Il nostro lavoro non risolve tutti questi problemi ma almeno dà a un piccolo numero di ragazzi, la possibilità di lottare per un futuro migliore. Siamo impegnati anche sul fronte della sensibilizzazione per i diritti umani dei bambini. Facciamo parte di un gruppo di associazioni che hanno dato vita ad una piattaforma civile per l’infanzia.  

Malgrado tutta questa situazione di miseria, i ragazzi credono che il mondo può cambiare.

Un anno scolastico finisce ed un altro sta per  cominciare.
Abbiamo sentimenti di immensa gratitudine a Dio e a tutti voi per la preghiera e il sostegno. Incoraggio tutti voi a continuare a sostenere il Centro con le vostre preghiere e le vostre offerte.
Penso che il Signore dà a tutti noi la possibilità di fare del bene e non ci lascia mancare  la sua ricompensa. Credetemi, il Buon Dio non dimentica i piccoli, e il bene fatto non va perso: ”chiunque vi darà un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo,vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa” (Mc 9, 41).

Grazie di cuore per l’amicizia che dimostrate ai nostri ragazzi. Preghiamo ogni giorno per voi.

Rimaniamo uniti nella preghiera.