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La voce dei lettori

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12/02/2013A volte il Cristo cade solo due volte.... Perche' per la terza non si riesce a rialzare.... Breve raccolto di una sera "ordinaria"

Francesco Mele - Antonio - Salerno

Ciao a tutti,
scrivo queste righe per raccontarvi quello che abbiamo vissuto lunedi sera (04/02/2013) e che vede "protagonista" un nostro caro amico e fratello Jan, il polacco....

Jan da domenica 27 gennaio non era molto in forma, arrivava al dormitorio non sobrio, aveva difficoltà motorie ed anche un po di confusione mentale.
Mercoledi sera, visto il suo stato di salute precario, è stato invitato dai volontari dell'accoglienza a recarsi all'STP alle 16,30 per una visita medica.
Giovedi 31/01/2013 alle 15 circa, arrivato all'STP, ed essendo in pessime condizioni fisiche, viene trasportato dall'ambulanza del 118 al pronto soccorso dove vi resta per una serie di analisi (!?!?!?!?!) fino a venerdi alle 14 (circa 23 ore!), quando viene ricoverato per accertamenti ulteriori nel reparto "osservazioni brevi ed intensive".
Venerdi alle 15 lo andiamo a trovare per capire le sue condizioni, parlare con i medici e vedere di cosa necessita.
Gli infermieri del reparto, su indicazione ed invito del dottore Memoli, provvedono a lavarlo e metterlo in stanza noi provvediamo a portargli dei vestiti.
Lui non sta bene, non è lucido, non e vigile.
Sabato pomeriggio andiamo a trovarlo insieme ad i suoi amici Iarek, Giacinto ed Oreste; il dott. Memoli ci annuncia il prossimo trasferimento al reparto di medicina generale per gli uletriori accertamenti.
Restano in attesa del trasferimento Giovanni, Ciccio e Roberto.

Domenica pomeriggio verso le 19 ci rechiamo in ospedale ed i compagni di stanza di Jan ci riferiscono che non aveva mangiato né a pranzo né a cena perché lui non era in condizioni fisiche per potervi provvedere da solo e nessun altro (forse deputato a questo servizio) vi aveva provveduto.
I compagni di stanza di Jan , nonostante i suoi "fastidi" fatti di richieste ad alta voce di sigarette, di chiamata di amici di strada e di tentativi di vestirsi ed andarsene, si prendono cura di lui.
Provvediamo a dargli da mangiare e, consentitemi la nota, notiamo che aveva proprio fame e che non aveva mangiato.
Andiamo via chiedendo agli infermieri di provvedere anche a cambiargli il pannolino.

Lunedi alle 19,30 ci rechiamo per la solita visita; solito "digiuno" di Jan, che nel frattempo nel letto era solo con il pannolone (senza pigiama di sopra, forse sporcatosi) e coperto in parte da lenzuola di certo non pulite.
Provvediamo a dargli da mangiare, era affamato! e andiamo via per andare a prendere degli indumenti puliti (sinceramente vedere un povero uomo nudo nel letto, per quanto malato, solo e straniero, è davvero poco umano).
Gli amici di stanza si impegnano a sollecitare l'infermiere a cambiare il pannolone a Jan, in occasione del cambio del pannolone ad un altro signore della stessa stanza.
Io e Claudio ritorniamo alle 22 circa, con l'intento di mettergli una cannottiera pulita, salutarlo ed andare via (aggiungo personalemnte che forse avremmo potuto pure desistere e ripassare l'indomani, tanto era sera, ma abbiamo sentito l'impegno di andare: destino? Provvidenza?casualità?).
Entriamo nel reparto ed incontriamo Renato, compagno di stanza di Jan e uomo davvero sensibile e coraggioso, che appena ci vede nel corridoio ci annuncia che stava chiamando la polizia e ci invitava ad affacciarsi in camera.
Carissimi amici ai nostri occhi si è presentata una scena che dire "straziante" è poco, dire "disumana" è poco, dire "commovente" è poco, non saprei nemmeno io raccontare la sensazione provata: jan a terra, nudo con il solo suo pannolone, seduto nell'urina e con il pannolone pieno di escrementi, il materasso pieno di escrementi, le lenzuola arrotolate e sporche.
Ci avviciniamo e Jan , quasi a giustificarsi, guardandoci con i suoi occhi chiari, piccoli, sempre un po malinconici ci dice, con voce dignitosa e ferma: "era un'ora che chiamavo per il pannolone, nessuno veniva, volevo andare in bagno da solo".
Renato subito ci aggiorna sull'accaduto dicendoci che anche loro avevano più volte sollecitato il cambio del pannolone, non per mero fare egoistico ma per vero rispetto della dignità di un uomo che merita le dovute attenzioni e pulizia.
Ci informa che l'infermiere aveva provveduto a cambiare il pannolone al signore italiano di fronte, promettendo di tornare, ma nessuno l'aveva piu' visto; piu' volte avevano suonato il campanello, ma arrivava l'infermiere ed andava via.
Jan per propria dignità e rispetto, aveva provato ad alzarsi piu' volte sulle proprie gambe, sicuramente non piu' in grado di reggerlo; la prima volte era ricaduto sul letto, la seconda era caduto a terra sbattendo la schiena anche sulla sbarra del letto e rimanendo tra i suoi escrementi. (Non c'è stata una terza volta ... mi sarebbe venuto in mente un altro uomo, nudo, cinto da pochi stracci che veniva altresi umiliato).
Jan è un uomo che, nonostante i 61 anni, gli acciacchi e le difficoltà della vita, si svegliava ogni mattina alle 5 per recarsi al mercato a scaricare e caricare per 5 euro al giorno le cassette dal suo "amico" Sergio. Nulla lo fermava ne' pioggia  ne' gelo .
Le infermiere del turno delle 21 erano li che, tra una imprecazione e l'altra, tra uno spostare un letto per tasferimento di malati ed un annuncio di una pessima serata, non erano ancora intervenuti, richiamando la  responsabilità della mancato cambio al precedente turno.
Arrivate le guardie giurate, presidio di sicurezza dell'ospedale durante la notte ed intervenute su sollecitazione del 112 chiamato da Renato; cercano di capire l'accaduto e invitano l'infermiere a fare qualcosa per risolvere la situazione. (tendando cosi' di evitare l'arrivo della polizia richiamando il buon senso).
Sono le 22,45 circa, le infermiere prima provvedono a chiamare il caposala (a loro dire non raggiungibile - il cellulare squilla ma viene chiuso!) e dopo il primario (che si fa passare in conversazione privata il medico di turno).

Finalmente la situazione è chiara LE INFERMIERE PRENDONO ATTO CHE TOCCA A LORO FARE QUANTO NECESSARIO!!! si decidono ad alzarlo da terra ed a portarlo nel bagno per lavarlo e pulirlo (sempre recriminando sul turno precedente e sui colleghi "cattivi") ... vi tralascio il resto perché poi è "normale" amministrazione.

Ci sarebbe molto da dire sulla umanità/disumanità, insensibilità/sensibilità dei comportamenti di soggetti deputati alla cura dei malati, sulla raccolta delle testimonianze all'arrivo della polizia, ecc...

Sono circa le 23,30 quando Jan pulito e sistemato viene messo tra le lenzuola pulite nel letto.

Serata vergognosa per la CATTIVERIA UMANA; la INSENSIBILITA', la DISUMANITA degli uomini, LA NON PROFESSIONALITA di operatori sanitari (il medico di turno...mah!), l'incapacità di gestire una struttura ospedaliera (non ci sono lenzuola pulite!).
 
Ed ora le note positive che ci fanno ben sperare e credere nel UOMO (non mercenario, non responsabile di qualcosa, non potente).
Un malato, anziano, anche lui con difficoltà fisiche o motorie il sig. della stanza accando, regala a Jan un pigiama; un altro signore, mentre Jan nudo con le sole povere mani davanti ai genitali attende in corridoio prima di rientrare in stanza, gli poggia sulle spalle una coperta per coprirsi dal freddo ma anche dalla "nudità" delle proprie membra... (con tante persone ad assistere e protestare per quanto stava accadendo...).

Un Renato, uomo malato, a noi ed a Jan sconosciuto, ma che con RABBIA E SDEGNO rivendica UMANITA', RISPETTO PER UN POVERO CRISTO.

Il giorno dopo siamo andati a parlare con il Primario, per capire, per avere risposte, forse per far avere "scuse" a Jan..
Riceviamo solo nient'altro che recriminazioni sul sistema, sull'organizzazione, sull'azienda, sul sindacato... E L'UOMO? CERCASI!!!

Ovviamente pensiamo che non sia giusto finire qui, Jan ora è trattato, curato.. ma se dovesse capira e ad altri? Soli?  Sicuramente procederemo...

Scusate la lunga mail, ma ci tenevo a condivire un momento di triste umanità..... che però ci conferma l'importanza di stare accanto gli ultimi (per fede, per senso civico, per motivi personali.. Non di certo economici e monetari), di accompagnarli e, talvolta, anche di proteggerli dalle "cattiverie" non della strada (spesso + solidale ed accogliente) ma delle nostre strutture "evolute".
Saluti
Antonio