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La voce dei lettori

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La luce che si spegne

Leone Sacchi - Bologna

  Il titolo che ho dato a questo mio breve racconto è tratto dal libro dello scrittore inglese Rudyard Kipling. Il libro narra la storia di un uomo che è stato ferito alla tempia e che gradualmente sta perdendo la vista.

   Siccome anch'io ho subito l'atrofia del nervo ottico destro, a seguito di una caduta in bicicletta, ho letto questo libro con grande angoscia, temendo di subire la stessa sorte.

   Per fortuna però le cose per me sono andate meglio. La vista mi è rimasta e, anche se con l'occhio destro ho sempre avuto qualche problema, ho potuto svolgere regolarmente la mia vita, prima come suonatore e poi come casaro ed infine come pensionato. La vita mi ha concesso anche il privilegio di poter partecipare alla lotta di liberazione con incarichi di responsabilità. A scuola avevo frequentato fino alla sesta classe, allora serale. La mia cultura, che mi ha permesso poi di scrivere tanti articoli, pubblicati anche su giornali e libri, la debbo alla lettura dei sommi dell'ottocento. Conservo ancora alcuni di questi libri nella loro edizione originale, come "IL TALLONE di FERRO" di Jack London: un libro la cui detenzione, ai tempi del fascismo poteva costare numerosi anni di carcere e di confino.

    Questa cultura mi ha poi permesso di vivere la mia vita con serenità, di farmi amare il mio lavoro, di sentirmi partecipe, con la mia famiglia, della società e del suo progresso.

    La mia vita me la immagino come una candela con la sua cera ed il suo stoppino. Essa si è accesa il 20 febbraio del 1913 ed ha illuminato la mia vita, insegnandomi a distinguere il bene dal male e a seguire la retta via dell'onesto vivere, a fianco di mia moglie per 5 anni di fidanzamento e 76 di matrimonio, .

    Sappiano certamente che la vita ha un limite ed ormai, vicino alla soglia dei 99 anni, la mia vista si sta proprio spegnendo. Io sto vivendo questa situazione come un fatto naturale, contento di trasmettere alle nuove generazioni il ricordo del nostro passato ed i principi morali che ci hanno guidato.

    Concludo, come al mio solito, dicendo che la vita è un dono meraviglioso se vissuta nel lavoro, nella pace e nella libertà.

 

Leone Sacchi                                                 Bologna 29/09/2011