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Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
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7 Gennaio

Nome: LUCIANO

S. LUCIANO di ANTIOCHIA
Martire († 312)

 

Nacque ad Edessa, dove si distinse come studioso biblico; in seguito si trasferì ad Antiochia, dove aprì una scuola di esegesi, e poi a Nicomedia, dove fu martirizzato dopo nove anni di prigionia. Gli ariani tentarono di avallare i loro errori con l’autorità del suo nome. Invece San Giovanni Crisostomo e San Girolamo gli tributarono alte lodi. La prima testimonianza ci viene da Eusebio: “tra i martiri di Antiochia figura Luciano, eccellente in tutta la sua vita e prete di questa Chiesa: egli annunciò a Nicomedia, in presenza dell’imperatore, il regno celeste di Cristo, prima con una apologia, ma più ancora con le sue opere”. “Dopo aver presentato davanti al principe l’apologia della dottrina per la quale era accusato, è gettato in prigione e messo a morte”.
Queste notizie sono brevi se si pensa alla importanza dell’influenza esercitata sui discepoli da Luciano, durante la controversia sull’arianesimo. Luciano passò come protettore della dottrina ariana, ma a torto: “soltanto una sfortunata e troppo facilmente accettata ipotesi degli storici ha identificato Luciano di Antiochia come il personaggio scomunicato citato da S.Alessandro”. Ma il panegirico di S. Giovanni Crisostomo il 7 gennaio 387, festa di S.Luciano, non fa nessuna allusione a una sua separazione dall’ortodossia

7 Gennaio

Nome: RAIMONDO

S. RAIMONDO DE PEĂ‘AFORT
Sacerdote (1175-1275)

 

La sua nobile famiglia risiedeva nel castello di Peñafort pres-so Barcellona, dove nel 1175, nacque Raimondo, che si rivelò presto un giovinetto intelligente e brillante. A vent’anni, già insegnava filosofia a Barcellona, e a trenta, laureato a pieni voti in diritto, era docente universitario a Bologna. Il suo stipendio andava in gran parte a finire ai poveri della città. Un giorno, passò a Bologna il Vescovo di Barcellona, al quale era giunta la fama della dottrina e della santità di Raimondo di Peñafort, suo dioce-sano. Ammiratissimo di lui, il Vescovo lo convinse a ritornare in patria, dove diventò sacerdote e fu eletto canonico della cattedrale. A un anno dalla morte del loro fondatore S. Domenico di Gusman, i Domenicani aprirono un convento a Barcellona. Raimondo, visti i Frati Predicatori, fu conquistato dal loro stile e dal loro ideale: lo studio della Verità e la predicazione della Verità di Cristo ai fratelli. Così a 47 anni, entrò nell’ordine di S. Domenico. Padre Raimondo divenne il terzo Maestro Generale, nel 1238. Il capitolo di Bologna, lo elesse “generale”.
In quegli anni visitò tutte le province della sua Famiglia religiosa. Nel 1240, riuscì a ottenere l’esonero dalla gravosa carica e ritornò a Barcellona come semplice frate. Si diede a un’opera che gli stava assai a cuore: la conversione a Cristo degli Ebrei e dei Mori. Spinse il giovane confratello Tommaso d’Aquino, che già aveva scritto la “Summa Theologiae”, a scrivere la “Summa contra gentes”, una sintesi del cattolicesimo che servisse da guida ai missionari impegnati nella predicazione ai non-cristiani. Scrisse opere di teologia, morale e diritto, tra cui la “Summa” sulla penitenza, primo geniale e organico trattato di pastorale. Carico di anni e di meriti (giunse a cento anni!), morì a Barcellona il 6 gennaio 1275.