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Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
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27 Ottobre

Nome: FRUMENZIO

S. FRUMENZIO Vescovo (sec. IV)

 

Si narra che i Crociati di ritorno dalla Terrasanta portarono in Europa una mirabolante notizia: a Gerusalemme, avevano incontrato alcuni pellegrini negri, venuti da un lontano paese africano, uomini di ignota civiltà, eppure di chiara fede cristiana. A quei tempi, l’Africa non apparteneva alla geografia del cristianesimo, le regioni cristiane della costa mediterranea erano spazzate via dalla grande invasione degli Arabi mussulmani (nel VII secolo). Si comprende perciò la sorpresa nell’apprendere che nei luoghi più selvaggi dell’Africa sconosciuta vivevano uomini nerissimi di pelle, ma che serbavano la fede cristiana al di là del baluardo della dominazione mussulmana. Dove si trovasse questo antico Regno, civile e giusto, nessuno sapeva dirlo con esattezza, ma con insistenza veniva fatto il nome di una regione detta Etiopia. Sappiamo dagli storici del IV secolo della Chiesa, che per primo portò il Cristianesimo in Etiopia, non un missionario, ma un ragazzo. Si chiamava Frumenzio, e viaggiava con un altro ragazzo, Edesio, al seguito di un filosofo loro precettore. Tornando dalle Indie, fecero scalo ad Abdulis, sul Mar Rosso. Qui gli Etiopi massacrarono l’equipaggio della nave, filosofo compreso. I due ragazzi, che erano rimasti a terra intenti allo studio, vennero catturati e offerti in dono al Re degli Etiopi. Erano svegli e intelligenti, e piacquero al Sovrano. Frumenzio divenne suo segretario, Edesio coppiere. Alla morte del Re, furono consiglieri dell’erede minorenne, e Frumenzio ottenne di poter costruire chiese per i mercanti cristiani che passavano dal paese. Attorno a queste chiese, lentamente il Cristianesimo si trasmise agli Etiopi, mentre Edesio e Frumenzio furono lasciati liberi di ritornare ai loro paesi. Ad Alessandria d’Egitto Frumenzio chiese al grande Vescovo Atanasio di inviare sacerdoti e Vescovi nel lontano paese dove egli aveva gettato con successo il primo seme cristiano. S. Atanasio lo ascoltò con grande interesse, e non trovò di meglio che consacrare Vescovo lui stesso, rimandandolo come Apostolo tra gli Etiopi. Fu accolto con affetto e con onore. Gli Etiopi “si convertirono in grande numero” e non dimenticarono più la fede appresa da S. Frumenzio, ragazzo cristiano e avventuroso missionario.