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Il Santo del giorno

 

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25 Febbraio

Nome: LUIGI - CALLISTO

Santi LUIGI VERSIGLIA
Vescovo Martire (1873-1930)
CALLISTO CARAVARIO
Sacerdote Martire (1903-1930)

 

Luigi Versiglia nacque a Oliva Gessi (Pavia) nel 1873; fu accolto dodicenne da Don Bosco. Divenuto sacerdote (1895) fu per dieci anni maestro dei novizi a Genzano di Roma. Nel 1906 guidò la prima spedizione salesiana in Cina, realizzando così una ripetuta profezia di Don Bosco. Stabilita a Macau la “casa madre” salesiana, aprì la missione di Shiu Chow e il 22 aprile 1920 ne fu il primo Vescovo. Saggio e instancabile, vero pastore tutto dedito al suo gregge, diede al Vicariato una solida struttura con un seminario, case di formazione, varie residenze, orfanotrofio, ricoveri per anziani. Dimostrandosi più padre che uomo di autorità, dava l’esempio del lavoro e della carità che non comanda nulla senza aver prima misurato le forze dei confratelli. In dodici anni Mons. Versiglia trasformò la Missione, triplicando il numero dei cristiani e moltiplicando le opere religiose e sociali al centro e in tutta la regione, nonostante le persecuzioni e le vessazioni del regime politico. L’ultima opera fu il seminario per le vocazioni indigene, che accolse venticinque giovani. Ve li stabilì egli stesso, tre giorni prima del suo martirio (il 25 febbraio 1930). Callisto Caravario nacque a Cuorgnè (Torino) nel 1903. Incontrando Mons. Versiglia a Torino nel 1922, gli disse: “La raggiungerò in Cina”. Mantenne la parola, partendo due anni dopo. Ordinato sacerdote, sempre fedelissimo alla sua consacrazione religiosa e animato da una carità sempre più ardente, accompagnava Mons. Versiglia nella visita pastorale nel distretto di Lin Chow insieme a due maestri, due catechiste e un’allieva quando il 25 febbraio 1930, in un tratto isolato del fiume, furono assaliti dai pirati comunisti. Nel tentativo di proteggere le giovani - che riuscirono a fuggire -, i due missionari furono percossi brutalmente e poi fucilati, in odio alla fede cristiana che esalta la verginità. Caravario: una vita tutta nitida dall’alba al tramonto tutta protesa verso l’ideale di un Sacerdozio santo, e coronata dal martirio all’età di ventisei anni e nove mesi.

25 Febbraio

Nome: CESARIO

S.CESARIO di NAZIANZO
Confessore (330-369)

 

La figura di Cesario di Cappadocia ci riporta ai tempi dell’Imperatore Giuliano, apostata, il nipote di Costantino che “apostatò”, cioè rinnego la fede cristiana. Il suo tentativo di rinsaldare la potenza dell’Impero tornando al culto dei numi paga-ni fallì miseramente. La figura di San Cesario si inquadra nella storia di questo tormentato periodo, ed è quasi il simbolo del Cristianesimo che resisteva al Paganesimo imposto dalla Corte impe-riale. Cesario era nato in Cappadocia nel 330, ed era fratello minore di Gregorio di Nazianzo. Quella di Gregorio è uno degli esempi più edificanti di famiglia cristiana. Il padre, che si chiamava anch’egli Gregorio, ed è distinto con l’attributo di “il Vecchio”, fu santo, e santa fu la madre, Nonna.
Grande santo e Dottore della Chiesa, il figlio Gregorio; santa la sorella Gorgonia; santo infine il fratello minore, Cesario. Cesario aveva studiato ad Alessandria, fu medico alla Corte di Costantinopoli al tempo dell’Imperatore Costanzo e di Giuliano l’apostata. E non esitò a far conoscere la sua determinazione, senza debolezza e senza arroganza, allo stesso Giuliano. Si preparò a diventare cristiano con coscienziosa serietà, rimanendo a lungo catecumeno, in attesa del Battesimo. Considerava questo Sacramento come un impegno altissimo, e prima di riceverlo voleva sentirsene degno. Morto Giuliano, Cesario fu mandato come intendente in Bitinia. Nel 368, la città di Nicea, dov’egli si trovava, fu devastata da un terremoto. Egli si salvò per miracolo. Soltanto allora, considerando il pericolo corso di morire senza il crisma della salvezza, chiese di essere battezzato. Divenuto cristiano poiché non aveva né moglie né figli, volle che i poveri della città diventassero eredi dei suoi beni. Poco dopo si spense, di morte naturale, anche se precoce.