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Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
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5 Febbraio

Nome: AGATA

S.ta AGATA
Vergine e Martire (III sec.)

 

Siamo a Catania, nel III secolo, al tempo della persecuzione dell’imperatore Decio, verso il 250. Agata, il cui nome greco significa “buona”, è una giovanissima cristiana di nobile e agiata famiglia. E’ assai bella e gentile. La sua fede, il suo amore a Cristo sono invincibili, come nei giovani delle prime generazioni cristiane. Il console Quinziano, pagano di religione, si invaghisce di lei e la chiede in sposa. Agata, il cui cuore è tutto occupato dall’amore al Signore Gesù, rifiuta ripetutamente, senza farsi intimorire, pur sapendo che cosa può aspettarla. Quinziano la lusinga con le proposte più allettanti, viste inutili le quali, passa alle minacce più terribili. Agata rifiuta di rinnegare Gesù e di andare a nozze con quell’uomo. Quinziano tramuta il suo amore in odio e la fa rinchiudere in carcere e la sottopone alle più crudeli torture. Infine le chiede ancora di sacrificare alla dea Vesta e, per farla soccombere, la abbandona con una donna di malaffare. Nulla può farla cedere, perché Agata, come tutti i martiri, è sorretta dalla fede e dalla grazia di Cristo. Allora è mandata a morire consumata dal fuoco lento dei carboni ardenti, arsa viva tra la commozione del popolo di Catania. Dal giorno del suo martirio, la città le è assai devota, come a sua protettrice e patrona. La devozione a lei si accresce quando, a un anno dalla sua morte, una improvvisa eruzione dell’Etna minaccia Catania. Il popolo terrorizzato invoca con fede l’intercessione della giovane martire affinché risparmi la città dall’orribile distruzione. E la lava incandescente si arresta proprio davanti alle porte della città. Da allora, Agata è invocata ogni volta che si teme un’eruzione vulcanica. Il suo nome, insieme a quello di altri martiri e vergini cristiane, entrò presto nel Canone Romano, la più antica e venerabile preghiera eucaristica con cui viene celebrato il santo Sacrificio della Messa. Nel secolo V, papa Simmaco le dedicò a Roma sulla via Appia una basilica e il suo culto si estese a tutta la Chiesa. E’ patrona di Palermo e di Catania.