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Il Santo del giorno

 

Marzo 2024

16 Marzo

Nome: TORELLO

Beato TORELLO
Eremita (XIII sec.)

 

Il Santo di Poppi (nel Casentino), il cui nome, insolito altrove, è popolarissimo in Toscana si chiama Torello. A 18 anni, rimasto senza genitori, Torello s’era sbrigliato e scapestrato con altri giovani di Poppi, dediti al gioco e ad avventure che qualche volta sconfinavano nella canaglieria. Un giorno, mentre, a cavalcioni d’un muretto, sotto l’ombra di un albero, giocava a zaza con alcuni amici d’ozio, un gallo gli volò sulla spalla, facendogli risuonare all’orecchio, per tre volte il suo chicchirichì. Nello stesso momento, il giovane udì una voce interna, che gli diceva: “Torello, svegliati dal sonno del vizio!”. Il giovane balzò in piedi, abbandonando il gioco. Lasciò i compagni e, sconvolto, corse nell’abbazia di San Fedele, all’estremità opposta del Castello. Chiese di parlare con l’Abate vallombrosano, al quale si confessò, promettendo di mutare vita. Le sue promesse furono vere; la sua conversione fu talmente profonda che non volle rimanere nella propria casa, e neppure entrare nell’abbazia, ma, uscito in campagna, s’intanò in una grotta, presso un luogo deserto chiamato Avellaneto. Lì fu romito per lo spazio di ben 60 anni, salvatico nell’aspetto, ma mansuetissimo verso le bestie, anche selvagge e feroci, come i lupi, che rese innocui e sottomessi al suo comando. A lui accorrevano anche le popolazioni vicine, per avere consigli spirituali e ricevere grazie corporali. Verso il 1280, a 80 anni, coperto da una rustica tunica e da un’ispida barba che gli scendeva sul petto scheletrico, Torello si ripresentò all’Abate di San Fedele. Era giunta l’ora della morte, ed egli veniva a chiedere gli ultimi conforti della religione. L’Abate avrebbe voluto trattenerlo nel monastero, ma Torello, ricevuti i sacramenti e la benedizione, ritornò faticosamente alla sua grotta, dove morì senza agonia. Le campane di Poppi annunziarono il suo trapasso, suonando spontaneamente, e gli abitanti accorsero per impossessarsi del suo corpo, che riportarono in trionfale processione alla chiesa di San Fedele, dove l’eremita ebbe la sua venerata sepoltura.