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Il Santo del giorno

 

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15 Maggio

Nome: ACHILLE

S.ACHILLE
Vescovo († 330)

 

Sant’Achille fu Vescovo di Larissa (città della Tessaglia), vissuto tra il III e IV secolo; tra le ultime persecuzioni imperiali e il trionfo della Chiesa sotto Costantino. Morto verso il 330, le sue reliquie, dopo sei secoli e mezzo, vennero trasferite in una città della Bulgaria, che si chiamava Presbo. La devozione di Sant’Achille fiorì così rigogliosa nella città bulgara, da mutarne il nome di Presbo in quelli di Achilli. Vi sono altri tre o quattro Santi di nome Achilleo, tra cui il più famoso è il compagno di San Nereo, servitore a sua volta della patrizia romana Santa Flavia Domitilla, la cui festa cade il 12 maggio. Se il nome del Vescovo di Larissa è stato tramandato fino a noi, lo si deve ad un fatto particolare e particolarmente importante. Il nome di Sant’Achille figura, infatti, tra quelli dei 318 Padri che intervennero, nel 325, al primo Concilio ecumenico cioè universale della Chiesa: quello famosissimo riunitosi a Nicea. Fu lo stesso Imperatore Costan-tino a convocare quel Concilio destinato a riportare la concordia nelle Chiese, soprattutto d’Oriente, dopo la clamorosa controversia sorta ad Alessandria per opera di Ario. Il Concilio di Nicea fu un avvenimento importantissimo nella storia della prima Chiesa, perché la peri-colosa eresia ariana vi venne condannata, senza tuttavia che si riuscisse a sconfiggerla. Senza Nicea, la storia della Chiesa sarebbe stata diversa, soffocata e svuotata dalle dottrine negatrici degli Ariani. Anche oggi, quotidianamente, viene ripetuto una specie di sommario delle decisioni e delle definizioni prese dal Concilio di Nicea per chiarire quale fosse l’essenza della dottrina cattolica, senza pericolo di equivoci in senso ariano. Sono le parole contenute nel Credo, detto anche “Simbolo niceno”. Su questa professione di fede, su questo simbolo, riposa ancora la base incrollabile della dottrina cattolica; di quella cioè che gli antichi scrittori non esitarono a definire la “fede di Nicea”.

15 Maggio

Nome: ISIDORO

S.ISIDORO
Laico († 1130)

 

Isidoro era un povero contadino e si era meritato la fama di santità zappando la terra. Non c’era altro modo, per il povero giovane, nato a Madrid, sul finire del XI secolo, da genitori che non gli potevano dare se non buoni ammaestramenti morali. Aveva buona salute, e la zappa non gli pesava. Presto, con la mano callosa, impalmò una giovane, come lui sana, onesta, religiosa. Ogni mattina, Isidoro si alzava prima del dovuto, per recarsi a pregare in una Chiesa. Il lavoro gli sembrava poi più leggero. E gli riusciva meglio. Il padrone stupiva di come Isidoro potesse zappare tanta terra o tracciare tanti solchi. Un giorno, non veduto lo sorvegliò, e il suo stupore crebbe in meraviglia, scorgendo due giovani che lavoravano al fianco del contadino. Ma se Isidoro sudava, quei due giovani suoi aiutanti conservavano inalterabile la loro fattezza, perché erano due creature angeliche. Il padrone affidò completamente la propria terra al contadino che poteva disporre di tali aiuti. Ed allora la terra rese ancora di più, con gran vantaggio non solo del padrone, ma dei poveri, ai quali Isidoro donava quasi tutta la sua parte, d’accordo con la moglie. Tra i poveri, durante l’inverno, Isidoro considerava anche i passerotti, privi di cibo. Andando al mulino, aveva cura di sparpagliare per via manciate di grano; seminava carità per i poveri uccelli affamati. Giungeva così al mulino col sacco mezzo vuoto, ma poi ritornava col medesimo sacco colmo di farina.
Quando morì, nel 1130, morì come un semplice contadino, ma sulla sua tomba fiorivano i miracoli. Secoli dopo il Re Filippo II, per guarire d’una grave malattia, si fece portare le reliquie di lui. Ricevuta la grazia, fece sapere a Roma che lì a Madrid, un Santo contadino aspettava, da cinque secoli, la canonizzazione. Il Papa pose Isidoro tra i candidati: Ignazio da Loyola e Francesco Saverio, Filippo Neri e Teresa d’Avila. E da quel giorno, i contadini ebbero un santo protettore.

15 Maggio

Nome: TORQUATO

S.TORQUATO
Vescovo (I sec.)

 

San Torquato viene considerato uno dei primissimi evangelizzatori della penisola iberica. Secondo la tradizione spagnola, gli Apostoli Pietro e Paolo, a Roma, ordinarono sacerdote Torquato con sei compagni, e li inviarono in Spagna, dove regnava ancora il culto degli idoli, a portarvi la vera fede. Sbarcati a Cadice, i sette Apostoli cominciarono a predicare e soprattutto a operare miracoli, che valsero loro ammirazione e rispetto da parte dei pagani. Le conversioni si moltiplicarono, e Torquato rimase nella cittĂ  di Cadice, di cui divenne primo Vescovo.
Non si sa in quale maniera i sette missionari, e in particolare San Torquato, chiudessero la loro vita. Si sa però che il loro culto è assai antico e vivo in Spagna, nelle diverse città già ricordate. A Cadice, una chiesa venne dedicata a San Torquato, il cui corpo si trova nel monastero di San Benedetto, presso Orense, in Galizia. Da quasi venti secoli, egli è onorato come il primo della schiera di cristiani che portarono la luce del Vangelo nella cattolica Spagna, secondo una tradizione che non ha conferme storiche, ma solo il peso della sua antichità.