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Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
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17 Maggio

Nome: DAVINO

S.DAVINO di LUCCA
Confessore († 1051)

 

Nella chiesa di San Michele, una delle piĂą belle di Lucca e della Toscana, proprio nel centro della cittĂ , venne sepolto, o meglio trasferito dalla primitiva sepoltura, il corpo di San Davino, uno dei molti Santi lucchesi di quel periodo nel quale, alla fioritura artistica e anche economica, sociale e poltica, corrispondeva anche una fioritura spirituale vivace.
Davino non era lucchese; era nato, secondo la tradizione, in Armenia, ed era giunto in Italia come pellegrino, negli anni immediatemente successivi al Mille. Nella sua patria, prima di partire per il lungo viaggio, probabilmente senza ritorno, aveva venduto tutti i suoi beni e ne aveva distribuito il ricavato ai poveri.
Davino era giunto così a Roma, dove aveva pregato sulle tombe degli Apostoli e aveva contemplato le sembianze di Cristo nel lino della Veronica. Poi era ripartito per una mèta ancora più lontana, San Giacomo di Compostella, nella Spagna settentrionale, l’altro grande polo di attrazione dei pellegrinaggi paneuropei del Medioevo. La strada Romea, la strada dal Nord verso Roma, e viceversa, passava allora da Lucca. Quando il pellegrino armeno vi giunse venne assalito da una malattia, che lo costrinse a fermarsi.
Restò così a Lucca, accettando l’ospitalità di una ricca signora; fu proprio la vicinanza e l’esempio del pellegrino a edificarla e a correggere quel che di mondano ancora appesantiva la sua vita. Per il suo spirito di penitenza, per la sua assiduità nella preghiera, l’armeno Davino venne considerato e ammirato a Lucca come un Santo; e anche dopo la sua morte, avvenuta nel 1051, la fama dei suoi meriti restò viva nella città toscana, così che il suo corpo venne onorato con la sepoltura in San Michele.

17 Maggio

Nome: PASQUALE

S.PASQUALE BAYLON
Frate laico (1540-1592)

 

Nacque a Torre Hermosa (Spagna) nel 1540. I suoi genitori erano umili contadini e, appena il ragazzo fu in grado di lavorare, gli affidarono alcune pecore da condurre al pascolo. Pasquale, che già aveva Gesù presente e vivo nell’Eucarestia, non pensava che a Lui.
Quando suonava la campana del vicino convento francescano, il ragazzo finiva con le pecore presso quelle mura per condividere la preghiera dei frati. Presentò domanda per entrare nella vita religiosa, ma non fu accettato… Qualche tempo dopo, però, per la sua fama di bontà, fu finalmente accolto nel convento di Montfort a Valencia come fratello laico. Fra Pasquale fu subito occupato in portineria e nella questua, uffici modestissimi che prese ad esercitare alla perfezione. Egli possedeva il suo unico tesoro nell’Eucarestia: fedelissimo ai suoi doveri, partecipava ogni mattina alla Santa Messa con la Comunione e tornava alla sera in chiesa per la visita al SS.mo Sacramento. Tutto il tempo libero, spesso anche durante la notte, lo trascorreva davanti al tabernacolo, in profonda e dolcissima adorazione. Quando si recava in un altro paese o città, per prima cosa andava a far visita a Gesù Eucaristico. Durante la consacrazione della Messa andava in estasi e, a volte, si levava in alto da terra… La sua affezione all’Eucarestia diventò trascinante e si formò attorno a lui un numeroso gruppo di anime che si univano nell’adorazione eucaristica per la salvezza del mondo. Era il tempo in cui i protestanti (luterani,, calvinisti…) negavano il dogma della presenza reale di Gesù nell’Eucarestia. Durante un viaggio a Parigi, fra Pasquale affrontò in una serie di dispute alcuni calvinisti agguerriti, meravigliando tutti per la profondità della sua dottrina. La gente stupita si domandava: “Ma non è l’umile illetterato fraticello laico di Montfort?”. La sua morte, avvenne il 17 maggio 1592, giorno di Pentecoste.
E’ patrono delle opere e dei congressi eucaristici.