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Il Santo del giorno

 

Marzo 2024

3 Maggio

Nome: FILIPPO, GIACOMO

SANTI FILIPPO E GIACOMO Apostoli

 

Filippo è uno dei dodici apostoli del divino Maestro. Era nativo di Betsaida, una piccola località sul lago di Tiberiade. Era amico di Natanaele (Bartolomeo) e fu lui stesso a presentare l’amico a Gesù: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù di Nazaret... Vieni e vedi” (Gv 1, 43-44). Quando Gesù sta per compiere la moltiplicazione dei pani, si rivolge a Filippo: “Dove compreremo pane sufficiente a sfamare tutta questa gente?” (Gv 6, 5-6). Filippo fu così testimone oculare della potenza di Gesù. Durante l’Ultima Cena Filippo dice a Gesù: “Mostraci il Padre e ci basta”. A lui, Gesù risponde: “Da tanto tempo io sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire, mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?” (Gv 14,8-11). Di Filippo non sappiamo più nulla di preciso: sicuramente, dopo l’ascensione di Gesù al cielo e ricevuto il dono dello Spirito Santo nella Pentecoste, Filippo, come i suoi colleghi, partì per la sua missione nel mondo. Un’antica tradizione spiega che morì crocifisso come il suo Maestro a Ierapoli (Asia Minore) durante la persecuzione di Domiziano.
Giacomo, detto il “minore”, anch’egli uno dei dodici, figlio di Alfeo (Mt 10,3) e cugino del Signore Gesù (Mc 6,3; Mt 13,55), è testimone della risurrezione del Maestro (I Cor 15,7) e ha un posto assai importante nella comunità cristiana di Gerusalemme. A Giacomo, Pietro fa annunciare la sua liberazione dalla prigionia (Atti 12,17). Con Lui prende contatto Paolo convertito dall’ebraismo (Gal 1,18). Ha un posto importante nel Concilio di Gerusalemme (Atti 15,13-29). Dopo la dispersione degli Apostoli, Giacomo appare il capo della Chiesa Madre di Gerusalemme (Atti 21, 18-26). E’ l’autore della prima delle sette lettere che il canone dei libri sacri chiama “cattoliche”. Austero asceta, uomo saggio e giusto si guadagnò la stima anche dei non credenti. Ma nel 62 i capi del popolo ebreo, sobillati dal sommo sacerdote Hanan II, gli chiesero di rinnegare la fede in Cristo. “Allora Giacomo con libera voce e franchezza dichiarò e confessò che Gesù nostro salvatore e Signore, è il Figlio di Dio. La testimonianza di un tale uomo riuscì loro insopportabile… e lo condannarono a morte per lapidazione”.