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Il Santo del giorno

 

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30 Maggio

Nome: FERDINANDO

S. FERDINANDO III
Re (1199-1252)

 

Nato verso il 1199, Ferdinando aveva 19 anni quando sua madre, con abili maneggi, fece posare sulla fronte del proprio figlio, prima la corona di Castiglia, poi quella del León. Egli seppe riunire e rendere concordi i sempre divisi e avversari principati spagnoli. In lui si trovarono strette le più difficili virtù, cioè il valore con la pietà; la prudenza con l’audacia. Anche nella vita familiare fu abbastanza fortunato, sposando una dopo l’altra due degnissime donne; la prima, propostagli dalla madre, morì dopo quindici anni e gli dette dieci figli; la seconda gli fu proposta da Bianca di Castiglia.
Ma particolarmente fortunato fu nelle guerre, intraprese contro i Saraceni. Ferdinando ebbe così il titolo di “terrore dei Mori”, che incalzò fin sulle coste dell’Africa. La sua era una guerra di liberazione, in senso politico e in senso religioso. Ai prigionieri Mori fece ricondurre a spalla la campana sottratta dai Saraceni al famosissimo Santuario di Compostela. Nella conquista di Cordova non fece alcun danno alla popolazione, e il suo primo grande pensiero fu quello d’innalzare immediatamente una Chiesa in onore della Madonna. Temeva di commettere la più piccola ingiustizia e d’offendere anche il più disprezzato dei suoi sudditi. Diceva di temere più “la maledizione di una vecchierella che tutte le armi dei Mori”. Sentendosi presso alla morte, si comunicò in presenza di tutti i dignitari della Corte, ai quali volle dare quest’ultimo esempio di devozione. Al figlio Alfonso, suo erede, prima di benedirlo, indirizzò alcuni consigli per il governo del Regno. E il primo era quello di temere Dio e di tenerlo sempre testimone in ogni azione pubblica o privata, familiare o politica.

30 Maggio

Nome: GAVINO

S. GAVINO di PORTO TORRES
Martire (II sec.)

 

Verso l’estremità settentrionale della Sardegna si allarga ad abbracciare gran tratto di mare il golfo dell’Asinara, il più ampio dell’isola. Quasi al centro del golfo, su un breve promontorio, sorge la città di Porto Torres, una località che vanta, in Sardegna, molti motivi d’interesse. Uno è il suo passato, perché sembra che sia stato centro cartaginese, in una zona civilizzata fin dalla preistoria, come attestano i numerosi nuraghi ancora presenti, prima di diventare colonia romana. Si chiamò Turris, cioè torre, e fu scalo importante soprattutto per l’imbarco del grano e che le navi frumentarie portavano ad Ostia, la “bocca” di Roma. Decadde poi, come tante altre città costiere, quando più radi si fecero i traffici e meno efficace divenne la difesa di Roma sul mare.
Ma il maggiore elemento di interesse di Porto Torres è forse la basilica di San Gavino, antica cattedrale, la più grande chiesa medievale sarda e tra le più notevoli costruzioni sacre dell’isola. Questa chiesa interessantissima non è l’unica che, a Porto Torres, ricordi San Gavino, patrono e gloria della città. Una chiesetta assai più piccola sorge poco lontano, sul mare. E’ costruita sopra una roccia battuta dalle onde, che penetrano in una grotta sottostante. Verso questa suggestiva chiesetta si dirige, in maggio, la processione in onore di San Gavino. Il Santo di Porto Torres fu forse un sacerdote, che predicò il vangelo in Sardegna all’inizio dell’epoca cristiana. Arrestato e proces-sato al tempo dell’Imperatore Adriano, venne martirizzato verso l’anno 130, forse sulla rupe affacciata sul mare dove venne poi costruita la chiesetta in suo onore. Le reliquie non sono rimaste in Sardegna, perché il Papa Gregorio III le portò, per onorarle, a Roma, e si trovano oggi sotto uno degli altari della basilica di San Pietro in Vaticano.

30 Maggio

Nome: GIOVANNA

S.ta GIOVANNA d’ARCO
Vergine e Martire (1412-1431)

 

Nota al mondo intero come “la Pulzella d’Orleans”, Giovanna era una bambina come le altre, anche se tanto buona e pia, nata a Domrémy (Francia) nel 1412. A 13 anni, disse di sentire alcune “Voci celesti” che la invitavano a una vita sempre più santa e, più tardi, a mettersi a capo di un esercito per liberare la Francia oppressa. In quel tempo, il re d’Inghilterra, Enrico V di Lancaster, aveva invaso con le sue truppe il paese e si era impossessato del trono francese. Giovanna, 17 anni appena, ispirata da Dio, convinse il capitano Roberto di Baudricourt , a darle una scorta per recarsi dal Delfino e incitarlo alla rivolta. Il 26 febbraio 1429, il Delfino la ricevette… Ella, con l’aiuto di Dio, galvanizzò lui e la corte. Venne reclutato un esercito e Giovanna d’Arco si pose alla sua testa, meravigliando tutti per la sicurezza con cui maneggiava le armi. Conquistò Orleans e dopo una splendida vittoria a Patay, entrò vittoriosa in Reims, dove il Delfino Carlo VII venne consacrato re di Francia. Fu un trionfo per Giovanna, ma durò poco. Carlo VII, forse geloso del suo successo e mal consigliato, cominciò ad ostacolarla e stipulò una tregua con gli inglesi. Giovanna, con i suoi uomini, nella primavera del 1430 liberò Compiègne assediata dai Borgognoni. Durante una sortita, la giovane eroina fu fatta prigioniera dei Borgognoni, alleati degli inglesi, e consegnata al nemico. Gli inglesi organizzarono contro di lei un processo, con l’accusa infondata di eresia. Giovanna rifiutò la legittimità del tribunale che la giudicava; ma, da giudici iniqui, fu condannata al rogo per menzogna, empietà e superstizione. L’ingiusta esecuzione ebbe luogo a Rouen il 30 maggio 1431. Giovanna aveva soltanto 19 anni. Circondata dalle fiamme, invocò il nome di Gesù, abbracciò la croce presentatale, morendo come una martire. Il processo contro di lei fu riaperto nel 1450 ed ella ne uscì completamente riabilitata, con l’aureola della santità. Nel 1920, Papa Benedetto XV la iscrisse tra i santi. E’ patrona della Francia e, per volere di Papa Pio XI, protettrice della Gioventù femminile dell’Azione Cattolica.