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Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
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17 Giugno

Nome: RANIERI, RANIERO

S.RANIERI (o RANIERO)
Penitente († 1160)

 

Era stato un suonatore di liuto, passando da palazzo a palazzo e da castello a castello. Più che menestrello, o giullare di professione, Ranieri, o meglio Rainiero, era un ospite gradito e ricercato, perché era capace di animare le feste mondane e di guidare le danze al suono del suo liuto e al canto della sua voce. Incontrando Alberto di Corsica, il quale dopo aver rinunziato a tutti i beni e agli affetti terreni, andava pellegrino in Terrasanta, Ranieri comprese quanto maggior merito vi fosse in quella rinunzia e in quella dedizione, che non nella sua piacevole vita di suonatore. “Quando sarete in Terrasanta, - disse al pellegrino – pregate anche per me; per Ranieri di Pisa”. Le preghiere del pellegrino furono efficaci, perché presto anche Ranieri, convertito, abbandonò la sua vita, fece penitenza, confessò i peccati con tanto dolore da essere preso per pazzo, e abbandonato dai familiari. Visse solo, pregando, e digiunando. Perse la vista; la riacquistò prodigiosamente quando fu necessario assistere i suoi parenti. Poi partì anch’egli pellegrino in Terrasanta, percorrendo devotamente tutta la Palestina. Sul Monte della Quaresima, digiunò quaranta giorni dove Gesù aveva digiunato. Sarebbe restato volentieri nel paese del Signore, ma sentiva che il suo dovere lo chiamava sulle rive dell’Arno.
A Pisa fu tra i canonici del Duomo, poi si ritirò nel monastero di San Vito. Non era sacerdote, ma fu lo stesso guida spirituale o consigliere di tutti i suoi concittadini, che si rivolgevano a lui per ogni necessità. Sulle sue opere fiorì il miracolo: nel suo nome vennero guariti i malati, alleviate le pestilenze, placate le tempeste; scongiurati i frequenti pericoli delle piene del fiume. E la tomba di San Ranieri, morto nel 1160, fu sempre ricca di devozione, nel bellissimo Duomo romanico della città di Pisa, accanto al Battistero, al Camposanto, e alla celebre torre pendente, chiamata “il prato dei miracoli”. Miracoli d’arte, certo, ma sbocciati sui miracoli della santità – quella santità che fa vivere ancora l’antico suonatore di liuto, gentile patrono della città di Pisa.