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Il Santo del giorno

 

Marzo 2024

2 Giugno

Nome: ERASMO

S. ERASMO
Vescovo e Martire (IV sec.)

 

Erasmo è un nome di origine greca ed ha il significato, assai bello, di “desiderato” o meglio “amato”. Sant’Erasmo fu Vescovo di Formia (Lazio) e sul suo conto esistono favolose leggende nel quadro della persecuzione di Diocleziano, agli inizi del IV secolo. Si dice, infatti, che fosse Vescovo nella Siria, e che per sfuggire ai persecutori venisse rapito da un angelo e trasportato a volo nell’Illiria, cioè nell’odierna Dalmazia. Qui convertì moltissimi pagani, prima di essere scoperto e catturato. E di nuovo un angelo lo salvò in volo, trasportandolo sulle coste della Campania. Divenne allora Vescovo di Formia, ma per breve tempo. Morì di lì a poco per le ferite riportate nei due supplizi e perciò ebbe il titolo di Martire.
L’unico dato sicuro di questa fantasiosa vicenda è la presenza, a Formia, delle reliquie di Sant’Erasmo. Quando, nel IX secolo, la città fu distrutta dai Saraceni, le reliquie vennero trasferite nella non lontana Gaeta, e di questa città Sant’Erasmo è ancora venerato come patrono. La fantasia devota arricchì la sua figura di particolari suggestivi. Tra le “crudelissime torture” che il martirologio gli attribuisce, s’immaginò per esempio, che al Martire venisse squarciato il ventre e fossero strappati gli intestini. Tale raccapricciante supplizio valse a sant’Erasmo fama di protettore nei mali del ventre e dei visceri, non escluse le doglie del parto. I devoti della Campania erano quasi tutti marinai. Sui loro navigli non mancavano gli argani sui quali venivano avvolte le gomene. Parve così che Sant’Erasmo si trovasse a proprio agio sulle navi, e venne senz’altro assunto tra i protettori dei marinai, numerosi quanto lo sono i pericoli del mare.

2 Giugno

Nome: EUGENIO

S. EUGENIO I
Papa († 657)

 

Eugenio, venne innalzato al soglio pontificio nel 654. L’elezione del nuovo Papa ebbe dunque luogo quando il precedente, Martino, era ancora in vita. Era stato catturato dall’Imperatore Costante II, processato a Costantinopoli e condannato prima a morte, poi all’esilio nella lontana Crimea. Lì lo ritennero morto di stenti. A Roma, si pensò così di trovargli un successore per non lasciare la Chiesa priva di un capo, in quei difficili anni. Dal suo esilio senza speranza, San Martino fu il primo ad approvare la decisione dei Vescovi Il nuovo Pontefice si considerò soltanto il suo vicario. Romano di Roma Eugenio entrò giovanissimo a far parte del clero della città. Si distinse per dolcezza e affabilità, ma non si mostrò remissivo in ciò che riguardava l’integrità della dottrina cattolica e l’autorità della Chiesa.
Egli fu testimone della controversia con gli eretici Monoteliti, i quali riconoscevano in Gesù due nature, ma una sola volontà. Questa controversia giunse al suo punto critico nel 649, quando il Concilio Laterano, sotto Papa Martino I, condannò fermamente e infallibilmente l’eresia dei Monoteliti. L’imperatore di Bisanzio s’era fatto paladino dell’errore; s’impadronì del Papa Martino, valendosi dell’Esarca di Ravenna e del suo esercito, per deportarlo in Crimea. Eugenio I tentò di stabilire con Costantinopoli relazioni cordiali. Ma il dissidio inevitabile si riaprì quando Papa Eugenio dovette rimproverare l’atteggiamento del patriarca di Costantinopoli in merito alle due volontà di Gesù. Condannare il Patriarca di Costantinopoli era come riprovare l’Imperatore stesso. Gli eserciti bizantini erano sempre in Italia, pronti ad intervenire al comando dell’Esarca di Ravenna, e il Papa era, come sempre, disarmato e indifeso, ma fermo nel suo atteggiamento. Furono gli Arabi Maomettani, irriducibili avversari dei Bizantini, che distolsero Costante II dalle controversie religiose con la Chiesa di Roma, infliggendo una terribile sconfitta navale. Eugenio I morì a Roma, tre anni dopo, nel 657, non Martire, ma Santo di chiarissima gloria.

2 Giugno

Nome: MARCELLINO, PIETRO

Santi MARCELLINO E PIETRO
Martiri (IV sec.)

 

A Roma, attorno al 304 imperversava la terribile persecuzione dell’imperatore Diocleziano contro i cristiani. Marcellino era un esemplare sacerdote, e Pietro, suo amico, era esorcista: entrambi esercitavano il loro ministero nella comunità cristiana, con mirabili frutti di bene, conducendo alla fede, molti tra i pagani. Arrestati per la loro fede e il loro apostolato, furono condotti in una fitta boscaglia, dove furono costretti a scavarsi la fossa con le proprie mani: lì sarebbero stati sepolti per non essere mai più ritrovati. Sull’orlo della fossa, entrambi furono decapitati.
Il carnefice in persona, in seguito, racconterà al Papa S. Damaso (305-384), la vicenda del loro martirio. Damaso, appassionato cultore delle memorie dei martiri, ne lasciò testimonianza scritta. I loro resti, ritrovati, ebbero degna sepoltura nelle catacombe di S. Tiburzio, “tra due allori” sulla via Labicana. Lì, Costantino, farà costruire, in loro onore, una basilica, di cui nel 1897 si riscoprì la cripta.