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Il Santo del giorno

 

Marzo 2024

19 Luglio

Nome: ARSENIO

S. ARSENIO IL GRANDE
Eremita (323-413?)

 

Di Arsenio si conoscono le fattezze fisiche, descritte da uno scrittore del tempo: bianco con candida e lunga barba, alto di statura, nobilissimo d’aspetto. Questo era Sant’Arsenio a novantacinque anni, dopo più di mezzo secolo di vita nel deserto più arido e desolato, quello dello Scete, in Egitto. Il nobile incedere gli veniva dall’essere romano, di famiglia senatoriale. Nel palazzo imperiale aveva ricoperto cariche assai alte, e sembra addirittura che Teodosio l’avesse scelto come precettore dei propri figli, Arcadio e Onorio, che si divisero poi l’impero paterno. Quando Roma fu conquistata dal Re barbaro Alarico; quando l’impero costruito dai Cesari cominciò a crollare, Arsenio comprese come la sua opera nel mondo fosse inutile. Se sentì chiamato verso un nuovo Impero, che non avrebbe temuto le orde dei barbari. Una voce gli disse: “Fuggi gli uomini, e ti salverai!”. Fuggiti gli uomini, Arsenio condusse, nel deserto egiziano (anno 383), una vita di continua preghiera, quasi sopprimendo il sonno. Al tramonto, volgeva le spalle al sole calante e per tutta la notte, con gli occhi fissi al levante, aspettava l’aurora del nuovo giorno. Soltanto allora, per brevissimo tempo, si assopiva. Pregava e piangeva, con gli occhi senza più ciglia, per le lacrime e per lo sforzo di non dormire. Pregava per l’Impero caduto, ma anche di più piangeva sull’infelicità del mondo, sulla sorte di tanti infelici, sul sacrificio divino, dimenticato e negletto dagli uomini. “Beato te, abate Arsenio - disse di lui un altro eremita. - Tu ti sei pianto in questa vita! Chi non si piange in questa vita, piange eternamente nell’altra”. La sua esistenza fu l’adempimento di una preghiera che si legge ancora nel Messale, e che chiede proprio il dono delle lacrime, quelle lacrime che la maggioranza degli uomini vuole evitare, perché espressione di sofferenza. Dice: “Dio onnipotente e pieno di dolcezza, che in favore del popolo assetato facesti zampillare dalla roccia una fonte d’acqua viva, estrai dal nostro cuore di pietra le lacrime della compunzione, affinchè possiamo piangere i nostri peccati, meritando così di esserne perdonati nella Tua misericordia”.