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Il Santo del giorno

 

Marzo 2024

25 Luglio

Nome: CRISTOFORO

S. CRISTOFORO Martire (III sec.)

 

Si sarebbe chiamato Adòcino, grande come una montagna; la sua ambizione consisteva nel mettere la propria forza al servizio del più potente signore del mondo. Si mise perciò al servizio di un riccone, ma quando s’avvide che il ricco temeva un guerriero, passò al servizio di questo. Sapendo che il guerriero obbediva a un Re, chiese di entrare nella Corte. Ma il Re temeva il demonio e Adòcino non esitò a offrire i suoi servigi a lui. Un giorno notò che il demonio fuggiva l’ombra della Croce. Venne così a sapere che in virtù di quella Croce egli era stato vinto da Gesù, e decise allora di servire questo misterioso padrone. Da un eremita imparò che Gesù si celava sotto le spoglie dei bisognosi. Perciò, il gigante Adòcino si mise a servire i bisognosi, per amore di Cristo. Fissò la sua dimora accanto ad un fiume facendo il traghettatore dei deboli.
Con un tronco d’albero impugnato a mo’ di bastone, egli attraversava la corrente impetuosa del fiume, prendendo il passeggero sulle poderose spalle. Giunto all’altra sponda, non accettava denaro, ma soltanto un “Gesù ve ne renda merito”. Una mattina luminosa il buon gigante sente la voce di un bambino che gli chiede di attraversare il fiume”. Adòcino si carica il bambino sulle spalle e affonda il tronco nell’acqua. Dopo pochi passi, che peso avverte sul collo, e che fatica a muovere il piede! Giunto in mezzo alla corrente, il gigante si sente perduto. L’acqua sta per travolgerlo. Il peso è divenuto insostenibile. Allora, ansimante, rantoloso, rivolge al padrone dell’universo la sua invocazione: “Gesù, aiuto!”. Una vocina all’orecchio gli dice: “Non temere Adòcino”. Ora la corrente maggiore è superata, il peso s’allevia e il gigante riesce a mettere il piede all’asciutto. Prende delicatamente il bambino, lo mette sulla riva. “Che fatica!”, sospira. Il bambino sorride e gli dice: “Tu hai portato sulle tue spalle l’universo intero, perché io sono quel Gesù che tu servi nei poveri”. Sparisce, e nell’anima del buon gigante rimane una gioia immensa, egli ha portato Cristo. Si chiamerà Cristoforo e come tale subirà il martirio. Nel Medioevo San Cristoforo venne eletto protettore dei viaggiatori e oggi degli automobilisti.

25 Luglio

Nome: GIACOMO

S. GIACOMO Apostolo († 42-43)

 

Nato a Betsaida, egli, fratello dell’evangelista Giovanni, era figlio di Zebedeo e di Salome, di professione pescatore. Segue Gesù sin dall’inizio della sua vita pubblica, chiamato da Lui, mentre in compagnia del fratello più giovane e del padre si trova in riva al lago di Genzareth a rassettare le reti. Per il suo carattere focoso, simile in questo a Giovanni, venne chiamato da Gesù “Boanerghes”, cioè “figlio del tuono”. E’ detto anche il “maggiore”, per distinguerlo dall’altro Giacomo, cugino del Signore, detto “il minore”. Il suo carattere focoso si manifestò quando i samaritani negarono ospitalità a Gesù, ed egli domandò se doveva chiedere un fuoco dal cielo per consumarli. E anche quando, insieme a suo fratello, chiese a Gesù di poter sedere l’uno alla destra e l’altro alla sua sinistra, una volta compiuto il trionfo. Gesù gli rispose chiedendogli se poteva bere il suo medesimo calice (la sua passione) ed egli, con Giovanni, gli confermò di poterlo fare, con estrema generosità. Insieme a Giovanni e a Pietro, Giacomo è testimone privilegiato di alcuni momenti intensi della vita di Gesù, la sua trasfigurazione sul Tabor e la sua agonia di sangue nel Getsemani. Dopo la morte e la risurrezione di Gesù, Giacomo, con gli altri apostoli, riceve il dono dello Spirito Santo, il giorno di Pentecoste e si butta sulle strade della Palestina ad annunciare il Signore Crocifisso e risorto, con un coraggio insospettato. Anch’egli, con l’annuncio del Vangelo, urtò l’autorità giudaica che lo arrestò, lo fece flagellare e lo chiuse in carcere.
Non molti anni dopo, Erode Agrippa, perfido come Erode (suo nonno) della strage degli innocenti, “per far piacere ai giudei” scatenò una feroce persecuzione contro i primi credenti a Gerusalemme e dintorni, facendo molte vittime tra i seguaci di Gesù. Tra di loro ci fu anche Giacomo “passato a fil di spada” (42/43). I tratti fondamentali della sua vita sono narrati dai vangeli e dagli Atti degli Apostoli. La Spagna lo venera suo patrono nell’illustre santuario a lui dedicato a Compostela, meta di pellegrinaggi nel Medioevo e pure oggi, così che Dante (Par. XXV 17) definisce l’apostolo Giacomo, “il baron per lo qual si visita Galizia”.