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Il Santo del giorno

 

Marzo 2024

6 Luglio

Nome: DOMENICA

S.ta DOMENICA
Martire (epoca ignota)

 

Ciriaca è il corrispondente vocabolo greco di Domenica venerata a Tropea. Probabilmente si tratta della martire greca Ciriaca morta a Nicomedia durante la persecuzione di Diocleziano, latinizzata in Domenica. Secondo la passio greca era figlia di Doroteo ed Eusebia; scoppiata la persecuzione fu arrestata e condotta a Nicomedia dove su sottoposta a tormenti da parte di Massimiano. Giudicata quindi dal preside Ilariano, fu condannata alla decapitazione, ma, condotta fuori città, prima di ricevere il colpo di spada, esalò lo spirito.
Secondo le fonti latine, in cui appare per la prima volta nel sec. XVI, invece, nacque in Campania; nella persecuzione di Diocleziano fu inviata a Massimiano e fu decapitata; il suo corpo fu portato dagli angeli a Tropea, in Calabria. Oltre che a Tropea, Domenica ha avuto culto in diverse località. Presso Fiumefreddo (Cosenza) esisteva un’antichissima chiesa a lei dedicata, passata ai Florensi nel 1202; nella diocesi di Reggio esisteva un antico monastero greco, detto S. Domenica di Gallico; durante la dominazione bizantina esisteva un villaggio che portava il suo nome presso Tropea. Il suo culto è molto popolare a Tropea e nella diocesi.

6 Luglio

Nome: MARIA

S.ta MARIA GORETTI
Vergine e Martire (1890-1902)

 

Una ragazzetta di dodici anni, semplice, molto semplice, ignota al mondo, proveniente da un ambiente poverissimo, può essere santa, grande santa? Senza dubbio! Gesù ha assicurato: “Ti benedico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25). Maria Goretti era nata nel 1890, a Corinaldo (Ancona), prima di cinque bambini di una povera famiglia costretta a emigrare dal paese natio, per cercare lavoro e qualche guadagno nelle terre insalubri dell’Agro Pontino, presso Nettuno. Lì la malaria mieteva le sue vittime e anche papà Goretti pagò con la vita la sua volontà di lavoro. Maria aveva solo dieci anni. Già guidata dai suoi cari, in particolare dalla mamma, alla conoscenza di Dio, alla preghiera, al sacrificio per amore di Gesù che ha immolato la vita per noi, alla fedeltà alla sua legge a qualunque costo, frequentò solo saltuariamente la scuola e il catechismo, dove imparò che Dio-Amore deve essere ricambiato con altrettanto amore. La fuga del peccato, la fedeltà ai comandamenti di Dio, per suo amore, la vita come preparazione al Paradiso, la salvezza dell’anima dall’inferno, sono i punti fermi della sua giovanissima esistenza. Quando a dodici anni, ricevuta la prima Comunione e maturata una singolare affezione alla Madonna, Maria si trovò ad affrontare il giovane Alessandro Serenelli che la insidiava, minacciandola anche con un pugnale, oppose un ferreo rifiuto: “Dio non vuole, è peccato! Alessandro, vai all’inferno!”. Cadde sotto diversi colpi, quattordici per la precisione, che trafissero il suo corpo. Soccorsa e portata all’ospedale di Nettuno, Maria morì il giorno dopo, 6 luglio 1902, perdonando il suo uccisore: “Per amore di Gesù, gli perdono e voglio che venga con me in Paradiso!”. Martire della purezza e della verginità cristiana, fu procla-mata santa dal Servo di Dio Papa Pio XII il 24 giugno 1950 e proposta come modello alla gioventù oggi più che mai insidiata dal peccato. E anche Alessandro Serenelli si convertì: scontati i lunghi anni di carcere, finì i suoi giorni, penitente e orante, in un convento di Francescani a Macerata.