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Il Santo del giorno

 

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23 Settembre

Nome: LINO

S. LINO
Papa (I sec.)

 

Toscano di nascita, di Volterra, Lino è ricordato da S. Paolo nella Lettera a Timoteo: “Ti salutano Eubulo - scrive l’apostolo - Pudente, Lino, Claudia e tutti i fratelli” (2 Tm 4,21). Fu collaboratore, dunque, degli stessi Apostoli, in primo luogo di Pietro, il primo degli Apostoli, e primo Papa, il quale, per qualche tempo, lo mandò in Gallia, nell’odierna Besançon, come Vescovo. Tornato a Roma, fu di nuovo a fianco di Pietro nei momenti difficili della persecuzione scatenata da Nerone. Dopo la morte violenta per crocifissione di S. Pietro, Lino fu eletto suo successore come Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale, dunque il secondo Papa, dal 67 al 76 circa, nel tempo aspro del succedersi dopo la morte di Nerone, dei diversi imperatori Galba, Vitellio e il consolidarsi di Vespasiano al potere.
In questi anni, seppe della distruzione di Gerusalemme, per opera di Tito e della dispersione del popolo ebreo (70 d.C.), secondo la profezia di Gesù, e insieme l’avanzare e diffondersi della fede cristiana nell’impero di Roma, tra gli umili e i potenti, nelle case dei patrizi e dello stesso imperatore. Il Liber pontificalis attribuisce a Lino la prescrizione alle donne di entrare nei luoghi sacri con il capo velato, la creazione di Vescovi e di sacerdoti. Come successore immediato di Pietro, di lui parlano S. Ireneo, Ottato di Milevi, Epifanio, Agostino e altri scrittori antichi. Alla sua morte, venne sepolto sul colle Vaticano, vicino alla tomba dell’Apostolo Pietro. Il suo nome è stato inserito nel Canone della Messa (la preghiera eucaristica n.1) subito dopo il nome degli Apostoli, ad indicare il suo posto di primo piano nella successione apostolica al primo Papa.

23 Settembre

Nome: PIO

S. PIO da Pietrelcina Sacerdote (1887-1968)

 

Nel secolo XX che nega il Crocifisso e la Redenzione operata da Gesù con il suo sangue versato sulla croce, Dio ha voluto dare in Padre Pio da Pietrelcina l’immagine viva del Crocifisso. Francesco Forgione (questo il suo nome di nascita) nacque a Pietrelcina il 25 maggio 1887, da umilissima famiglia. Arricchito da Gesù, fin dall’infanzia, di doni singolari, a sedici anni, entrò tra i Cappuccini, dove il 10 agosto 1910, fu ordinato sacerdote. Brillarono subito in lui la preghiera ardente, la capacità di leggere nelle anime e di dirigerle con il Sacramento della Penitenza e con il consiglio alla santità, l’amore alla Santa Messa celebrata e vissuta come il Sacrificio della Croce, quale essa è. Nel 1918, P. Pio fu segnato da Dio con dono tragico e glorioso delle stigmate, le ferite alle mani, ai piedi e al costato, che lo resero anche fisicamente simile a Gesù. Destinato dai superiori al piccolo e sperduto convento di S. Giovanni Rotondo (Foggia), P. Pio vi rimase tutta la vita, dedicandosi soltanto alla preghiera, al confessionale, alla direzione spirituale e alla celebrazione della S. Messa, attirando con la sua fama di santità, con i miracoli che per mezzo di lui Dio operava, e con la luce che irradiava dalla sua parola, frequenti e spesso strepitose conversioni e milioni di anime da tutto il mondo. La Chiesa nella sua saggezza e prudenza esaminò a lungo i “doni” singolari di P. Pio: cosa che lo fece soffrire non poco, ma che egli accettò con obbedienza, da vero uomo di Dio, continuando nella sua missione e edificando con il suo esempio, credenti e non credenti, umili e dotti, uomini della politica, della scienza e dell’arte... Gli stessi Pontefici della Chiesa, che lo ebbero “figlio” devotissimo in ogni frangente, lo ammirarono e spesso si affidarono alle sue preghiere. Papa Benedetto XV, di lui ancora giovanissimo, diceva: “P. Pio è un vero uomo di Dio”. E Papa Paolo VI alla sua morte, dirà: “Guardate che udienza ha avuto. Il mondo gli è andato dietro. Era immagine viva del Crocifisso”. Chiuse la sua santa vita il 23 settembre 1968, poi la sua fama di santità è dilagata nel mondo intero. Il 16 giugno 2002, Papa Giovanni Paolo II, che lo aveva conosciuto in vita, lo ha iscritto tra i “santi” e ha fissato la memoria al 23 settembre.

23 Settembre

Nome: TECLA

S.ta TECLA
Vergine e martire (I sec.)

 

Il nome di Tecla è poco diffuso, mentre assai maggiore è il suo culto in varie località. Per esempio una Santa di nome Tecla a Milano è venerata fin dall’antichità nella basilica a lei dedicata sa Sant’Ambrogio; una martire romana è sepolta lungo la via Ostiense; una Santa istriana è onorata a Parenzo. In Spagna la si venera a Tarragona, in Catalogna; nell’isola di Cipro, cinque località ne ripetono il nome. In Palestina, si venera il suo corpo nella chiesa di Bethfage, e perfino nel deserto libico, a Karm-Abum, un’antica cappella segna il luogo della sua sepoltura.
La diffusione e l’antichità di santa Tecla si spiega con la popolarità del vero e proprio romanzo di cui ella è protagonista, e anche con la fama di colui che la convertì, San Paolo, nei cui “atti” apogrifi è narrata la storia della Santa. Sotto il velo del mirabolante romanzo si può forse cogliere un fatto interessante e veridico. Probabilmente cioè, Tecla fu una collaboratrice locale di San Paolo, una delle prime donne che si dedicarono all’opera missionaria all’ombra delle figure degli apostoli, diffondendo nel mondo la Buona Novella cristiana. Per questo il nome Tecla può ben meritare la vasta diffusione che ha avuto il suo culto.