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Il Santo del giorno

 

Marzo 2024

27 Settembre

Nome: CAIO

S. CAIO
Vescovo (sec. I)

 

Primo Vescovo di Milano, secondo la tradizione, fu lo stesso Apostolo San Barnaba, non discepolo, ma compagno di San Paolo in molti dei suoi viaggi missionari, e quindi pari, per gloria e per anzianità, agli Apostoli di Roma, Pietro e Paolo. Discepolo dell’Apostolo San Barnaba, sempre secondo la tradizione, fu San Caio, il quale successe al maestro come secondo Vescovo milanese. L’inizio del suo episcopato è posto, dalla tradizione, verso l’anno 61; la durata viene riferita di ventiquattr’anni. San Caio fu contemporaneo, o quasi, dell’immediato successore di Pietro e secondo Papa, San Lino. Questo dice la tradizione, che stabilisce dunque un rapporto di contemporaneità, o almeno di pari anzianità, tra lo sviluppo della Chiesa di Roma e quella di Milano, che nei secoli del Basso Impero divenne la “nuova Roma”, cioè la capitale dell’impero di Occidente.
Per gli storici, invece, San Barnaba non fu mai a Milano, e venne martirizzato in Oriente. Quanto a San Caio, può essere che sia stato veramente un secondo Vescovo di Milano, ma ciò dovette avvenire dopo l’anno 200. Secondo la tradizione, il Vescovo Caio avrebbe sofferto sotto la persecuzione di Nerone (che in realtà fu limitata soltanto a Roma), ma non ne sarebbe morto. In seguito egli avrebbe battezzato il futuro Martire Vitale e i suoi due figli, Gervasio e Protasio. Siamo, come si vede, proprio nel ceppo della leggenda agiografica milanese. Gli storici, invece, pensano che Caio appartenesse al casato dei Valeri, e gli attribuiscono la trasformazione del cosiddetto “giardino di Filippo” in un cimitero cristiano, nel quale il Vescovo stesso sarebbe stato seppellito. Il culto di San Caio Vescovo è ben attestato a Milano, e da vecchia data. Ne parlano gli antichi martirologi e gli storici medievali. San Carlo Borromeo, nel 1571, ne collocò le reliquie in una magnifica cassa, nella chiesa di San Francesco. Un’altra ricognizione delle reliquie ebbe luogo nel 1621. La sua memoria si festeggia, a Milano, il 27 settembre di ogni anno.

27 Settembre

Nome: VINCENZO

S. VINCENZO DE’ PAOLI Sacerdote (1581-1660)

 

La provvidenza di Dio suscitò nel XVII secolo S. Vincenzo de’ Paoli, colmandolo dello Spirito degli Apostoli. Nacque a Puy, in Guascogna, il 24 aprile 1581, da umile famiglia. Consacrato sacerdote fin troppo giovane, il 23 settembre 1600, fu dapprima parroco, quindi cappellano dei galeotti, direttore di numerose opere presso la capitale francese, dove ebbe influenza persino alla corte del re. Intanto prese a interessarsi dei più poveri e dei più abbandonati, vedendo davvero in loro il volto di Cristo. Nel 1617 a Lione, fondò le Dame di Carità per l’aiuto ai poveri. Nel 1625, fondò la Congregazione dei Preti della Missione, che avendo la sua prima sede a S. Lazare, a Parigi, fu presto detta dei Lazzaristi. Il suo scopo era la formazione del clero e le missioni ai ceti più umili. Attorno alle Dame di Carità, Vincenzo de’Paoli, coadiuvato da Luisa de Marillac, fece nascere la Compagnia delle Figlie della Carità, la prima congregazione femminile senza obbligo di clausura, legata in special modo alle parrocchie, destinata all’assistenza ai poveri, ai malati, agli anziani. Grazie alla sua santità e alle sue opere, diventò uno dei preti più stimati di tutta la Francia, influente sul re Luigi XIII, sulla reggente Anna d’Austria e sul temutissimo Card. Richelieu, al quale sapeva parlare con estrema franchezza, e dopo di lui, anche sul Card. Mazarino al quale dimostrò, con i fatti, che le uniche vere “armi” di un uomo di Dio sono la Verità e la carità del Vangelo. Per il sostegno ai poveri, in tutta la Francia, si trovò ad avere, per l’incarico della Reggente, più denaro lui che lo stesso ministro delle finanze, ma esso serviva soltanto alla carità. Ai suoi preti diceva: “Amiamo Dio, fratelli miei, ma amiamolo a nostre spese, con la fatica delle nostre braccia e il sudore del nostro volto”. A se stesso, trovandosi in difficoltà, ricordava: “Miserabile, non perdere il tuo tempo a difenderti, quando Gesù è morto indifeso sulla croce”. Vincenzo de’Paoli è il sacerdote dell’amore ardente e appassionato a Gesù Cristo, ai suoi preti, ai poveri, un vero “innamorato” sulle orme di S. Francesco di Sales che considerava maestro. Morì il 27 settembre 1660. Fu canonizzato nel 1737 da Clemente XII.

27 Settembre

Nome: ADOLFO

S. ADOLFO (e fratello Giovanni)
Martire (IX sec.)

 

Adolfo viveva in Spagna, a Cordova, in una di quelle famiglie, non rare, metà cristiane e metà musulmane. Nel suo caso, cristiana era la madre, Artemia, mentre il padre seguiva la religione di Maometto. Tra i figli, i due maschi, Adolfo e Giovanni, seguirono le orme e gli insegnamenti della madre; la femmina invece, di nome Aurea, non sembrava toccata dall’alito della spiritualità cristiana. Nell’825, il Califfo Abd-el-Raman II, dette inizio ad una delle periodiche persecuzioni dei musulmani contro i cri-stiani. A Cordova, pare che i primissimi a cadere per la fede, fossero i due figli di Artemia, Adolfo e Giovanni.
Non si sa però in che modo essi confessarono Cristo e ricevettero la corona, perché la loro vita (= Passione), scritta dal contemporaneo Speraindio, è andata perduta. Si sa però che le loro reliquie vennero deposte nella chiesa di San Cipriano, a Cordova, dove ebbe centro e fioritura il loro culto. Si conosce anche un altro suggestivo particolare: il loro esempio di eroismo e di fede, vinse la freddezza della sorella, e anche S. Aurea, a distanza di trenta anni, li seguì nella gloria del martirio, decapitata con la spada e gettata in un fiume.