Newsletter Sacro Cuore Vivere --- SETTEMBRE 2018
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La santità giovanile

 

Una domanda: «É ancora l’ora dei santi nel tempo dell’indifferenza religiosa, nell’epoca che tace su Dio, negli anni della “notte etica”?» La risposta più saggia è che proprio oggi è l’ora dei santi.

E questo perché tutti, oggi, desideriamo la testimonianza della vita più che delle parole, vogliamo prima constatare la coerenza della vita e poi accettiamo le parole.

«Non pensiamo solo ai Santi già beatificati o canonizzati. Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto nel santo popolo fedele di Dio. Questa è tante volte la santitàdella porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio». (Gaudete et Exultate, 7)

 

«Sant’Ambrogio diceva: "Ogni età è matura per Cristo". La santità non è riservata a una particolare stagione della vita, ma è una realtà per tutte le stagioni. 

La venerazione ancora viva verso figure come sant’Agnese o santa Cecilia e tanti altri giovani martirizzati nelle persecuzioni dei primi secoli dell’era cristiana dimostra che la loro santità non perde mai di attualità, così come un gioiello d’oro è prezioso in ogni tempo. Il martirio, come la santità, non conosce età, così dal tempo dei Santi Innocenti fino ad oggi sono innumerevoli i santi giovani, siano essi martiri o «confessori» che restano sempre attuali.

Il 1° ottobre del 2000 è stato canonizzato un gruppo di martiri cinesi. Tra di essi ci sono alcuni giovanissimi, come i piccoli Paolo Lang Fu, di appena 7 anni, Andrea Wang Tianqing, di 9 anni, e Maria Zheng Xu di 11 anni. Anche durante la persecuzione alla fine degli anni Trenta in Spagna ci furono giovanissimi seminaristi che andarono al martirio col sorriso sulle labbra e perdonando i loro carnefici. Ma con questo non si deve pensare che la santità giovanile sia riservata solo ai martiri. Ci sono anche tanti santi «confessori », coloro, cioè, che hanno vissuto in modo eroico il Vangelo delle beatitudini vivendo una sorta di martirio incruento. Come la tredicenne Imelda Lambertini, beatificata da Leone XII nel 1824 o gli ultimi in ordine di tempo, i pastorelli Francesco e Giacinta Marto, di 11 e 10 anni, canonizzati il 13 maggio 2017 a Fatima. La loro santità vissuta da bambini non si fonda solo sul fatto di essere i veggenti della Vergine, ma anche sulla testimonianza davvero eroica delle virtù della fede, della speranza e della carità». (card. Angelo Amato)

 

Rivolgendosi direttamente ai giovani San Giovanni Paolo II in una delle sue prime udienze generali, il 22 novembre 1978 diceva: «Rifletteteci bene - diceva - voi giovani, che siete proprio nell’età in cui si tiene tanto ad essere belli o belle per piacere agli altri! Un giovane, una giovane devono essere belli anzitutto e soprattutto interiormente. Senza tale bellezza interiore, tutti gli altri sforzi diretti solo al corpo non faranno, né di lui né di lei, una persona veramente bella. Ed io vi auguro, figli carissimi, di essere sempre raggianti di interiore bellezza   

 

«Quanti santi, anche tra i giovani, annovera la storia della Chiesa! Nel loro amore per Dio hanno fatto risplendere le proprie virtù eroiche al cospetto del mondo, diventando modelli di vita che la Chiesa ha additato all'imitazione di tutti. Tra i molti basti ricordare: Agnese di Roma, Andreas di Phú Yên, Pedro Calungsod, Giuseppina Bakhita, Teresa di Lisieux, Pier Giorgio Frassati, Marcel Callo, Francisco Castelló Aleu o ancora Kateri Tekakwitha, la giovane irochese detta "il giglio dei Mohawks". Prego il Dio tre volte Santo che, per l'intercessione di questa folla immensa di testimoni, vi renda santi, cari giovani, i santi del terzo millennio!». (san Giovanni Palo II alla XVII GMG).

 

La giovinezza è una tappa-chiave della vita di ogni uomo, delle nazioni e delle società, di ogni famiglia e dell'intera umanità, della Chiesa stessa. Un bene dell'umanità. Ci sono diversi passi nei Vangeli, in cui Gesù di Nazareth incontra i giovani - particolarmente suggestive sono le due risurrezioni: quella della figlia di Giairo (cfr. Lc 8,49-56) e quella del figlio della vedova di Naim (cfr. Lc 7,11-17) -; senz'altro, però, il colloquio con “il giovane ricco” è l'incontro più completo e più ricco di contenuto. Ha carattere più universale e ultratemporale. «Cristo parla così con un giovane, con un ragazzo o una ragazza - scriveva Giovanni Paolo II nella lettera apostolica Dilecti Amici - conversa in diversi luoghi della terra, in mezzo alle diverse nazioni, razze e culture. Ognuno di voi in questo colloquio è un suo potenziale interlocutore».

 

Giovanni Paolo II in occasione della XIX Giornata Mondiale della Gioventù del 2 aprile 2004 facendo appello al desiderio di vedere Dio, che abita il cuore di ogni uomo e di ogni donna, affermava: «Che ne siamo coscienti o no, Dio ci ha creati perché ci ama e affinché lo amassimo a nostra volta. Ecco il perché dell’insopprimibile nostalgia di Dio che l’uomo porta nel cuore: “Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto” (Sal 27, 8).

Grandi prodigi il Signore ha operato in Maria e nei Santi! Penso ad esempio a Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, patroni d’Italia. Penso anche a giovani splendidi come santa Gemma Galgani, san Gabriele dell’Addolorata, santa Maria Goretti, i beati Piergiorgio Frassati e Alberto Marvelli. E penso ancora ai molti ragazzi e ragazze che appartengono alla schiera dei santi "anonimi", ma che non sono anonimi per Dio. Per Lui ogni singola persona è unica, con il suo nome e il suo volto. Tutti, e voi lo sapete, siamo chiamati ad essere santi!»

 

«Noi facciamo consistere la santità nello stare sempre allegri», diceva il quattordicenne san Domenico Savio. Una caratteristica è certamente la gioia. Nei piccoli le virtù cristiane sono praticate con tanta spontaneità e facilità da sembrare un abito di vita fin dal loro battesimo. Questi giovani sono persone piene, colme di grazia divina e di esemplarità umana, alla scuola del Vangelo, fonte autentica di umanità.

                   

                                 Don Ferdinando Colombo

  

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