Newsletter Sacro Cuore n. 11/2014
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Carissimi amici e amiche,

la festa di tutti i Santi e il ricordo dei nostri cari defunti arricchiscono di un particolare valore di intimità e di affettuosità tutto il mese di Novembre.

Sono due feste che ci parlano di Cielo, di Paradiso.

Ci propongono una realtà definitiva, garantita da Cristo, finalmente raggiunta dopo la fatica di una vita che ogni giorno ti presenta nuove difficoltà.

Aprono uno squarcio di pace serena nella Casa del Padre, che pone fine alle sofferenze fisiche e morali che a volte trasformano la nostra vita in un martirio.

Soprattutto colmano quell'abisso di separazione tra noi che, pur con tanti difetti, viviamo su questa terra amando e costruendo relazioni umane che la morte sembra troncare, e le persone che lo Spirito Santo ha trasfigurato, rendendole definitivamente vive e capaci di amarci con la stessa intensità efficace con cui siamo amati da questo Dio Trinità.

 Nella festa dei Santi il pensiero corre a Maria che ci è madre, a Giuseppe che fedelmente custodisce la nostra famiglia, pensiamo a papa Giovanni Paolo II, a Madre Teresa di Calcutta, a Padre Pio che abbiamo conosciuto, toccato, ascoltato e tutto questo ci dà gioia perché sappiamo che ora siamo protetti da loro e per questo abbiamo dimenticato le lacrime che hanno rigato i nostri volti quando abbiamo saputo che erano morti.

Ecco, la differenza tra morti e Santi, e questo vale per tutti, è solo una questione del punto di vista e del tempo da cui noi li guardiamo. Agli occhi di Dio è un passaggio da vita parziale a vita piena, da un anticipo di talenti al possesso dell'intero capitale.

 Facciamo dunque festa; vi invito ad un banchetto. Con Gesù vi dico: «Ho tanto desiderato mangiare la Pasqua con voi».

Sediamoci insieme a tavola per rinsaldare la comunione d'amore, unico valore che dà senso alla vita: a capotavola mettiamo Cristo risorto, al suo fianco i nostri cari che sono già avvolti nel suo amore, di fronte ci mettiamo noi pur con tanti dubbi e paure, ma con nel cuore la grande speranza che un giorno la comunione sarà perfetta.  

Nostra luce sarà la Sua parola, nostro cibo il suo corpo donato e il sangue versato, vero segno d'amore e caparra di realtà definitive; e ora cantiamo di gioia e preghiamo.

 Ecco perché celebriamo le Messe in suffragio dei nostri morti: per ritrovare comunione con loro in Cristo, per portare il nostro contributo di amore al loro progressivo trasfigurarsi in Cristo, per alimentare la nostra fede, e la speranza. Insegniamo ai giovani, tanto distratti da cose passeggere, questa meravigliosa possibilità.

 Con tutta «la rete delle persone che pregano le une per le altre»,  rivolgiamoci insieme al Padre, ogni giorno alle ore 8, ricordando i nostri morti e i nostri santi con questa preghiera:

 Padre misericordioso, ricordati dei vivi e dei defunti che confidano nel Cuore di Gesù ricco di bontà infinita. Accogli le preghiere e l’offerta della vita di tutte le persone che, in quest’ora, da tutto il mondo, si uniscono spiritualmente alla nostra celebrazione eucaristica, per ricevere da te luce, conforto e amore.
Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen 

                                 Don Ferdinando Colombo

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