Cuore di Gesù in lotta contro il male

Le rivelazioni di Maccio – 16

Lasciamoci travolgere dall’Acqua della Misericordia e Adorando preghiamo:
Mio Signore e Mio Dio, per il dono della tua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione, contemplo, adoro e prego.
Santissima Trinità, Misericordia infinita, io confido e spero in Te.

SOLDATI, ARMI, VIOLENZA

“I soldati andarono a spezzare le gambe ai due che erano stati crocifissi insieme a Gesù. Poi si avvicinarono a Gesù e videro che era già morto. Allora non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli trafisse il fianco con la lancia. Subito dalla ferita uscì sangue con acqua”.
È questo il contesto che dobbiamo meditare se vogliamo comprendere il valore e l’efficacia del Cuore di Cristo. L’Incarnazione, raggiunge il suo vertice sul Calvario perchè la salvezza divina implica la lotta vittoriosa contro il male, contro il peccato, passa attraverso la porta stretta della Croce.
È la lotta tra il bene e il male che ognuno di noi è chiamato a combattere, se necessario, fino al martirio. Gesù trasforma la morte di quanti lo amano in aurora di vita nuova! Nel martirio si riproduce lo stesso confronto tra il bene e il male, tra l’odio e il perdono, tra la mitezza e la violenza, che ha avuto il suo culmine nel Cuore di Cristo sulla Croce.

È L’ETERNA LOTTA TRA IL BENE E IL MALE

Anche e soprattutto la Chiesa, come tale, è costantemente attaccata dal male. Lo esprimono con forza alcune affermazioni di Pio XII, alla fine della seconda guerra mondiale, in occasione dell’incoronazione della Madonna di Fatima, il 13 maggio 1946, di fronte al tragico bilancio della seconda guerra mondiale: “In quest’ora decisiva della storia, come il regno del male, con infernale strategia, adopera ogni mezzo e impegna tutte le sue forze per distruggere la fede, la morale e il regno di Dio, così i figli della luce e i figli di Dio debbono impegnarsi per difenderlo, se vogliono che siano evitate rovine immensamente più grandi e disastrose di quelle materiali disseminate dalla guerra. In questa lotta non ci possono essere neutrali o indecisi!”.
La Parola di Dio garantisce la vittoria finale: “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli” (Apocalisse 12,7-9).

LA FERITA CHE SALVA

Quando il colpo di lancia squarcia il costato di Cristo dal suo Cuore scaturisce l’Acqua della Misericordia e il Sangue dell’Alleanza che danno salvezza!
Accade così che quella che doveva essere semplicemente una verifica della Sua morte, diventi una finestra sul Suo Mistero: quella trafittura ci fa affacciare sullo stesso Cuore di Cristo. Sappiamo così che il gesto più alto dell’amore di Cristo, che è il donare la vita per ciascuno di noi, continua ad essere visibile, presente ed efficace in quel “sangue e in quell’acqua” che i sacramenti rendono costantemente presenti.
Soprattutto nell’accostarci all’Eucaristia, ricordando che – come dice la liturgia – `Gesù si consegnò volontariamente alla Passione’, quella ferita, quel Cuore, quell’Amore vivo, continuano a ricordarci che la nostra vita spirituale si realizza concretamente in un contesto di lotta più o meno cruenta contro il male, sostenuti da Lui, dal Suo Amore. Noi siamo costantemente oggetto di un Amore che non è un amore qualunque, ma che è un Amore che dà la vita, soprattutto quando la nostra debolezza soccombe nella prova.

UNA DEVOZIONE PER LA SALVEZZA DELLA CHIESA E DEL MONDO

Nel 1917, quando Maria appare a Fatima, fiorivano ideologie e regimi politici, tesi a cancellare una volta per tutte Dio dall’orizzonte dell’umanità, in un ateismo militante e combattivo.
A Fatima il coinvolgimento della Chiesa è evidente in modo molto esplicito nel cosiddetto “Segreto”, nel riferimento al “Vescovo vestito di bianco” che viene ucciso e alla Chiesa pellegrina e martire.
Oggi, più insidiosa di questa lotta dichiarata contro Dio è l’indifferenza religiosa, la tendenza a vivere come se Dio non esistesse. In modo più o meno discreto si tenta di “cancellare” ogni segno di Dio dallo spazio pubblico, di relegarlo nella clandestinità.
In questa lotta mondiale tra il bene e il male la Madonna a Fatima chiede a Lucia la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, e poi glielo ribadisce nel 1929, quando, ormai suora, Lucia è a Tuy: «È giunto il momento che il Santo Padre consacri la Russia al mio Cuore e al Cuore di Gesù. Cioè a tutti e due, perché il Signore vuole stabilire la devozione al mio Cuore Immacolato. Chiede di farla attraverso il mio Cuore e attraverso il Cuore Sacratissimo di mio Figlio».
Questo è un invito accorato alla Chiesa e a ciascuno di noi a prendere sul serio le sorti del mondo e della Chiesa e a condividere la lotta contro il male come obiettivo comunitario nelle preghiere, che rivolgiamo a Gesù e a Maria. È altrettanto importante notare che Maria indica con precisione che i loro due Cuori sono perfettamente uniti in questo impegno.
Infatti nelle rivelazioni del Santuario della SS. Trinità di Maccio, Maria dice: «È il Cuore di Gesù quello da cui scaturisce l’amore stesso di Dio. Non c’è cosa più bella di questo Cuore vivo che è il cuore della Trinità, che si è incarnato nel Cuore di Gesù, e che noi contempliamo ogni giorno nell’Eucaristia. Quando contempliamo l’Eucaristia, c’è il Cuore di Gesù che palpita. E allora figlio comprendi anche perché il Mio piccolo cuore, che Dio volle Immacolato, scaturisce dall’Infinto e Immenso Cuore divino della SS. Trinità in vista dell’Incarnazione in un cuore umano, del Sacratissimo Cuore del Verbo Divino, di Mio Figlio Gesù».
Sempre tutti e due. Il Cuore di Maria è in funzione del Cuore di Gesù.

A QUALE IMMAGINE CI RIFERIAMO?

Per secoli la Chiesa, tramite i suoi pastori, (frequentemente sollecitati da rivelazioni private che lo Spirito predispone), si è riferita al Cuore di Cristo per trovare la forza della testimonianza fino al martirio.
Nella Chiesa si è diffusa una devozione a questo Sacro Cuore che è contemporaneamente personale e comunitaria. Ha certamente la sua base stabile nel cuore delle singole persone che hanno scelto di coinvolgersi nell’Amore di Cristo, ma poi dovrebbe essere caratterizzata dalla partecipazione attiva al più vasto respiro della Comunità cristiana che testimonia la fede in un concreto territorio, affrontando pericoli e difficoltà diverse.
Quindi, quale dovrebbe essere l’iconografia sacra relativa al Sacro Cuore, cioè a Gesù che lotta contro il male, e che dovrebbe richiamare la forza della testimonianza fino al sangue?
Per questo rappresentiamo Gesù risorto con le stigmate oppure con il cuore squarciato ed è su questi elementi che dovrebbe stabilirsi un legame personale sempre più forte tra Gesù e il fedele credente, evitando di indulgere a immagini nate molti secoli fa con un gusto intimistico e anche effemminato. Gesù stesso ha invitato S. Faustina a passare ad una immagine “come lo vedeva”e le ricordava che partecipando con la Comunione all’Eucaristia, noi rinnoviamo un’alleanza nel Suo Sangue.
L’immagine del Sacro Cuore, dunque dovrebbe indurre in noi la decisione di lottare coraggiosamente contro il male in tutte le sue forme, di impegnarci per la difesa della Chiesa, per la costruzione di comunità fraterne, sostenuti dal fiducioso abbandono alla volontà del Padre che non mancherà di ridonarci vita soprattutto quando le forze soverchianti ci portassero al martirio. Quindi la vera immagine del Sacro Cuore è Cristo in croce trafitto dalla lancia. Il Cuore squarciato di Cristo ci ricorda che siamo amati da chi ha dato la vita per noi. Ci eravamo dimenticati che il culto al Sacro Cuore è nato in questo contesto di lotta fino al sangue, fino al dono totale della vita.

Don Ferdinando Colombo, salesiano

Immagine di copertina: Sacro Cuore del pittore Mario Venzo (1990-89), fratello coadiutore della Compagnia di Gesù

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