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Il Santo del giorno

 

Marzo 2024

8 Gennaio

Nome: SEVERINO

S. SEVERINO
Abate (410-482)

 

Autentico romano, nato da nobile famiglia verso il 410, Severino fu una figura singolare, conteso tra la vita totalmente contemplativa e la missione sociale. Severino fu monaco e padre di una numerosa famiglia monastica e contemplativa e la mis-sione sociale tra le popolazioni romane del Norico. Governò per circa trenta anni le contrade ove si stabilì dopo un soggiorno in Oriente. Nel 454, giunse ad Asturis (l’odierna Klosterneuburg) sulla riva del Danubio, ai confini del Norico e della Pannonia, e predisse l’imminente invasione dei barbari. Dopo tre giorni di preghiere e digiuni, un terremoto mise tale scompiglio tra le schiere dei barbari e la città rimase libera. Il santo si ritirò poi nella città di Favianis (Mautern), nelle cui vicinanze costruì un piccolo monastero per i primi discepoli. Educò i suoi monaci nella pietà e nel timore di Dio, al culto dei SS. Padri e alla venerazione dei SS. Martiri. Arricchì, infatti, gli altari delle sue chiese di reliquie dei martiri, tra cui quelle dei SS. Gervasio e Protasio. Mostrò grande tenerezza per i poveri, che mancavano di tutto, e affrontò impavido i capi delle orde barbariche. Tra costoro si rivelò enorme il suo prestigio.
Severino visse vita austera e penitente: vestiva una sola tunica, andava a piedi nudi ed aveva per letto un giaciglio steso per terra; prendeva scarso cibo, solo dopo il tramonto del sole ed in quaresima una volta sola per settimana. Spirò l’8 gennaio 482, mentre i monaci concludevano tra le lacrime il Salmo 110 con le parole “Ogni anima lodi il Signore”. I monaci trassero le spoglie del loro padre dalla primitiva sepoltura, che scavi effettuati di recente avrebbero messo in luce nella chiesa di Heiligenstadt nei pressi di Vienna, e le recarono con loro su un carro trasformato in cappella. Giunti in Italia, si fermarono a Monte Feltro nella Marca di Ancona e poi proseguirono per Napoli.

8 Gennaio

Nome: MASSIMO

S. MASSIMO
Vescovo (V-VI sec.)

 

Nella serie dei vescovi di Pavia sono ricordati due vescovi di nome Massimo. In realtà si tratta di uno solo, ricordato due volte, antecessore di Ennodio (che ne ha fatto un elogio generico: Dictio in dedicatione missa Maximo episcopo, in CSEL, VI, coll.436-37) e successore di Epifanio nella cattedra episcopale di Pavia. Il suo episcopato è perciò da collocarsi dal 496 al 513. La Chronica brevis de sanctis episcopis ecclesiae Ticinensis del sec. XIII afferma di non conoscerne le gesta, ma dice che il suo dies natalis era il 9 gennaio, mentre il De laudibus Papiae, del sec. XIV, lo annovera tra i vescovi canonizzati e lo dice sepolto nella Chiesa di S. Giovanni in Borgo (Pavia). Il Martirologio Romano commemora il nostro santo l’8 gennaio.
Ricordiamo che nel 476 Pavia fu saccheggiata e distrutta dalle armate rivali di Oreste e Odoacre. Epifanio (vescovo di Pavia per 30 anni) predecessore di Massimo, si adoperò molto in quei difficilissimi tempi delle invasioni barbariche con grande autorevolezza. Il suo successore Massimo, eletto dal clero pavese, nel 496, dovette essere uomo di virtù e di prestigio per intervenire anche con l’autorità civile. Non fa meraviglia che alla morte di Massimo a Pavia (513), sia stato chiamato a succedergli Ennodio di Pavia, ma che allora viveva a Milano. Ciò che un epitaffio dice del suo successore (= Ennodio), forse vale anche per lui: generoso nel soccorrere i poveri, fedele alla Chiesa romana in tempo di scismi, restauratore di chiese.