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Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
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4 Ottobre

Nome: FRANCESCO

S. FRANCESCO D’ASSISI
Patrono d’Italia (1182-1226)

 

Da Pietro Bernardone, commerciante in stoffa, e da monna Pica - forse di famiglia nobile - il 26 settembre 1182 nacque ad Assisi Giovanni, detto poi Francesco. Le sue doti d’ingegno, il carattere piacevole, le fiorenti condizioni economiche del padre, fecero di lui il brillante “reuccio” di Assisi, il ricercato organizzatore di feste giovanili, di svaghi nelle incantevoli campagne umbre. Poi fu militare, prigioniero, ammalato. A poco più di vent’anni, sentì le parole di un predicatore, che citando Gesù, diceva: “Non vi procurate né oro né argento, né denaro né bisaccia, né due tuniche né calzari, né bastone...”. Francesco rimase sconvolto dalla povertà che Cristo aveva scelto per sé, per salvare il mondo. Lasciò tutto per suo amore e insieme a dodici giovani compagni inaugurò un nuovo genere di vita incentrato sulla pratica evangelica della povertà a servizio di Cristo. Era, così, nato l’Ordine Francescano. Innocenzo III approva la Regola e dalla chiesetta della Madonna degli Angeli (La Porziuncola), l’Ordine si diffonde in Italia e nel mondo con una rapidità che ha del miracoloso. Nel 1211-12, nasce il secondo Ordine (le monache Clarisse, sotto la guida di Francesco e della sua “sorella spirituale” Chiara d’Assisi); e nel celebre capitolo delle “stuoie” (1221) Francesco raduna 5000 seguaci e istituisce il Terz’Ordine della Penitenza. Insieme ai suoi frati, già partiti missionari per i paesi dominati dall’Islam, anche Francesco partì per convertire lo stesso Sultano, il quale rimase singolarmente colpito da quell’uomo così simile a Gesù. Per una maggiore somiglianza con il Crocifisso, Francesco, nel 1224, mentre pregava sul monte della Verna (Arezzo), ebbe da Lui il dono delle stigmate che segnarono il suo corpo fino alla venuta di “sorella morte”, che il 4 ottobre 1226, gli dischiuse la contemplazione di Dio. Due anni dopo la morte, il Papa Gregorio IX lo iscrisse tra i Santi. Pio XII nel 1939, lo volle patrono d’Italia con S. Caterina da Siena. Dante lo celebrò nella Divina Commedia (Paradiso, canto XI), nel mondo si è diffusa in modo straordinario la spiritualità che discende da lui.

4 Ottobre

Nome: PETRONIO

S. PETRONIO
Vescovo († 450)

 

Petronio fu l’ottavo Vescovo di Bologna, e visse sulla metà del V secolo. Un secolo dolente, nella storia d’Italia, per rovine, lutti e sconvolgimenti creati dalle invasioni barbariche. Proprio in quel tempo, rifulse l’opera provvidenziale e benefica del Santo, come di molti altri Vescovi, che nelle città prive di ogni appoggio e preda di ogni predatore, restarono unica autorità accetta e accettabile, a difesa del bene spirituale e materiale del loro gregge. Anche Petronio, come altri Vescovi del tempo, proveniva dalla pubblica amministrazione, funzionario e figlio di funzionario. Si dice che fosse nato in Spagna, da padre romano, e in Spagna fu anch’egli Prefetto del pretorio, prima di venire in Italia, dove il Papa Celestino I lo convinse ad accettare, verso il 430, la Cattedra bolognese. Bologna era allora diocesi suffraganea di Milano, e perciò i Vescovi milanesi si fermavano spesso nella città. Uno fu il grande Sant’Ambrogio, che vi consacrò diverse chiese, tra le quali quella dei martiri Vitale e Agricola. Accanto a questa, il Vescovo Petronio costruì altri edifici sacri, facendo nascere quel suggestivo complesso di monumenti che i Bolognesi chiamano “le sette chiese”. Oltre a ciò, San Petronio fece costruire, intorno alle “sette chiese”, un intero quartiere a immagine di Gerusalemme e dei suoi santuari, per meglio proporre al popolo il culto dei Santi e la devozione per i sacri misteri. Prima di dar mano alle chiese, però, Petronio aveva ricostruito le case dei bolognesi. E intorno alle case aveva allargato e rinforzato la cerchia delle mura cittadine.
Fu dunque un tipico esempio di saggezza e di premura, sollecito del bene spirituale e anche materiale dei fedeli e della sicurezza militare. La sua vita era spiritualmente intensa, presso una comunità di monaci contemplativi. Durante il suo episcopato, la città venne riordinata e la diocesi rinnovata nelle opere e nella fede. Dopo la morte del grande Vescovo bolognese, avvenuta verso il 480, le reliquie del Santo vennero onorate costruendovi sopra una chiesa che divenne poi una delle più grandi e più belle della cristianità, e che ancora costituisce il centro ideale di Bologna, benché non ne sia la cattedrale.