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Il Santo del giorno

 

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27 Novembre

Nome: MASSIMO

S. MASSIMO di RIENZ
Vescovo (388 - 456-460)

 

Ci è noto da un Panegirico composto da Fausto, terzo abate di Lérins (Costa Azzurra) e suo successore a Riez, fonte eccellente che non si serve gran che dalla Vita, in gran parte fantastica, scritta dal patrizio Dynamius nel sec. VI. Massimo nacque verso il 388 a Châteaux-Redon (Basse Alpi) da genitori nobili e cristiani. Battezzato subito dopo la nascita, diede fin dalla più tenera età, un esempio di autodisciplina e di padronanza di sè. A diciotto anni fece segretamente voto di castità e di povertà e condusse in seguito una vita molto pia ed austera, dedito allo studio. Fausto lo presenta come affabile, liberale, coraggioso, molto giudizioso. Nel 400-402 Massimo lasciò la sua famiglia e si diresse verso Lérins dove fu accolto da S. Onorato, il quale, eletto vescovo di Arles nel 427, lo nominò abate di Lérins, dove conservò la carica per sette anni, scrivendo istruzioni per i monaci, incoraggiando gli studi e conferendo al monastero fama di santità e di scienza. Ebbe molti discepoli che poi divennero santi: Lupo, Vincenzo, Ilario, Eudone, Verano, Nazario. Verso la fine del 430 venne eletto vescovo di Fréjus, ma riuscì a sottrarsi alla nomina, per non accettare una carica di cui si credeva indegno; infine, però, nel 434 venne eletto vescovo di Riez da S. Ilario. Sul seggio episcopale egli conservò l’abito e i costumi di Lérins, organizzò nella sua diocesi comunità di monaci e fece fiorire gli studi a Moustiers, fece costruire chiese. Prese parte attiva al governo della Chiesa, partecipando ai Concili di Riez (439), Orange (441), Vaison (442), Arles (451) che si occuparono di questioni di disciplina ecclesiastica. I suoi biografi gli attribuiscono poteri taumaturgici, in particolare quello di scacciare i demoni e anche di risuscitare i morti. Ritornato in famiglia per l’ultima visita, Massimo sarebbe morto il 27 novembre 460 (o nel 456). Il suo corpo fu sepolto a Riez in S. Pietro. Nel sec. XI, le sue spoglie vennero divise e traslate parte nell’abbazia di Nantua, e parte altrove. La sua festa si celebra il 27 nov.; è invocato specialmente per la protezione dei bambini e dei morenti. Nelle Basse Alpi, un gran numero di chiese lo ha scelto per patrono.

27 Novembre

Nome: VIRGILIO

S.VIRGILIO
Vescovo († 784)

 

Era nato in Irlanda, e il suo vero nome era quello celtico di Fergal, poi latinizzato in Virgilius. Era a capo di un’abbazia irlandese, quando venne chiamato a Salisburgo da Pipino il Breve, il quale dopo la conquista del Ducato di Baviera, aveva bisogno di missionari per pacificare il paese. L’abate Virgilio era uomo di vasta cultura, anche scientifica, e di grande iniziativa. Ma all’inizio incontrò a Salisburgo non pochi contrasti. Gli si rimproverò anche che governasse la diocesi come un vero Vescovo, pur non avendo ancora ricevuto la consacrazione. Forse andò a Roma, per giustificarsi, e nel 755 venne consacrato Vescovo: con ciò venne suggellata la sua perfetta ortodossia dottrinale e venne confermata la sua apostolica autorità. Fu un Vescovo instancabile nell’educazione religiosa del popolo e nelle opere di assistenza ai bisognosi. Sotto di lui, la diocesi di Salisburgo, e poi tutta la Baviera, riacquistarono vitalità spirituale e vivacità sociale. Pipino aveva forse avuto mire soprattutto politiche, ma il Vescovo Virgilio le superò, impostando il suo insegnamento e la sua azione su un piano esclusivamente spirituale e su criteri puramente morali. Lo riconobbe anche il grande Alcuino, che fu poi maestro di Carlo Magno e comunicò all’augusto scolaro l’amore per la cultura classica e il rispetto per la dottrina cristiana. A Salisburgo, il Vescovo Virgilio costruì una nuova, bellissima cattedrale nella quale, quando morì, nel 784, fu sepolto con grande onore. Quattro secoli dopo, la cattedrale venne distrutta da un incendio: quando vennero scavate le fondazioni della chiesa da ricostruire, il corpo dell’Arcivescovo Santo fu riesumato, e accaddero su quello vari miracoli. Fu allora rievocata la sua vita e ricordata la sua opera. Se ne raccolsero le memorie; si scrisse una biografia. Dopo cinque secoli, nel 1740, il nome di San Virgilio fu iscritto nel Martirologio Romano, mentre la devozione per il Vescovo irlandese di Salisburgo si andava man mano allargando, in tutta la Baviera, nella fede che non ha confini.