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Il Santo del giorno

 

Marzo 2024

4 Novembre

Nome: VITALE, AGRICOLA

Santi VITALE E AGRICOLA
Protomartiri († 300)

 

Vitale e Agricola sono i protomartiri della Chiesa di Bologna. Il loro sacrificio, consumato sotto Diocleziano, è martirio di fondazione e comunione. Agricola era il padrone, Vitale il servo che diventa collega e partecipe della stessa sorte gloriosa, come afferma Sant’Ambrogio nell’«Esortazione alla verginità». I corpi, riscoperti dal vescovo Eustasio, furono traslati da Sant’Ambrogio dal cimitero ebraico nella chiesa loro dedicata all’interno della Santa Gerusalemme Stefaniana.
Il libro di canto della Chiesa Bolognese (Codice Angelica 123, sec. IX) dà grande risalto alla liturgia dei protomartiri con il formulario “O beatissimi viri”. Le loro reliquie sono venerate nella Chiesa Cattedrale.

4 Novembre

Nome: CARLO

S. CARLO BORROMEO
Vescovo (1538-1584)

 

Figlio della nobile famiglia dei Borromeo, signori del lago Maggiore e delle sue terre rivierasche, Carlo nacque ad Arona nel 1538. Compiuti gli studi in diritto canonico e civile a Pavia, nel 1559, seguì lo zio materno eletto Papa Pio IV, a Roma, dove fu colmato di onori. Si trovò a partecipare all’ultima fase del Concilio di Trento, che lo orientò alla santità. A 24 anni, fu consacrato sacerdote e poco dopo Vescovo e mandato a reggere la diocesi di Milano. Giovanissimo pastore, si preoccupò di realizzare i decreti del Concilio da poco terminato: la difesa della fede, la diffusione dell’istruzione religiosa, la santificazione della vita nel clero, nei fedeli, mediante la preghiera, la fedeltà ai comandamenti di Dio, ai sacramenti, l’impegno di carità verso i più poveri. Il primo a darne l’esempio fu lui stesso, come Arcivescovo di Milano: si distinse subito per la sua vita austera, orante e penitente, per la sua dedizione pastorale che lo portò a essere, in prima persona, predicatore, catecheta, riformatore della vita sacerdotale e della vita consacrata, fondatore di seminari. Senza tregua né riposo, visitò più volte le parrocchie della sua vastissima diocesi, impegnando le sue energie e il suo ingente patrimonio. Difese i diritti della Chiesa contro i signorotti e i potenti. Riportò l’ordine e la disciplina nei conventi, con un tale rigore da buscarsi un colpo d’archibugio, sparato da un frate indegno. La diocesi di Milano diventò, sotto la sua guida, la diocesi modello in cui si realizzava, davanti all’Italia e alla Chiesa, la riforma cattolica del Concilio di Trento. Nonostante la sua giovane età, apparve come il Vescovo modello cui guardavano i Vescovi e i preti del suo tempo e dei tempi a venire. Non solo lo zio Paolo IV, ma anche i suoi successori S. Pio V e Gregorio XIII lo interpellarono spesso come consigliere e amico nelle loro decisioni. Nella carestia del 1570, poi nella peste del 1576, brillò la sua carità verso i poveri, gli ammalati, i morenti, tra i quali egli stesso si recava a portare il suo aiuto, il suo ministero sacerdotale, il conforto della sua fede e della sua sconfinata generosità. Morì a soli 46 anni il 3 novembre 1584. Fu canonizzato da Papa Paolo V nel 1610.