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Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
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25 Dicembre

Nome: NATALE

NATALE DEL SIGNORE

 

Natale segna l’Incarnazione di Dio, l’eterno che entra nel tempo. In una parola, la salvezza, la redenzione, anzi la restaurazione dell’uomo. Gli Angeli che cantano: “Gloria a Dio nel più alto dei Cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Il Natale è il punto di contatto tra il divino e l’umano. In San Luca non c’è nessun accenno né alla stagione né al mese né al giorno. Quella del 25 dicembre è quindi una data scelta e fissata per tradizione, non per storica ricorrenza. Le ragioni che consigliarono questo giorno furono varie e di diversa natura: da quelle astronomiche a quelle simboliche; da quelle tradizionali a quelle devozionali. In questi giorni cade il solstizio d’inverno, e gli antichi parlavano di un “sole nuovo”, che da questo nodo invernale prendeva vigore, iniziando un nuovo anno di vita. Gesù era anch’egli il “nuovo sole” che dava inizio a una rinnovata vita.
Nella tradizione pagana, l’ultimo mese dell’anno era dedicata a Saturno, il padre che divorava i propri figli. Le ferie di Saturno cominciavano il 17 del mese e seguitavano per sette giorni, durante i quali i servi ricevevano doni dai padroni, che li trattavano come liberi, facendoli sedere alle loro mense. Il 25 dicembre, però, i servi tornavano ad essere servi. Ma ecco che, proprio in quel giorno, gli uomini d’ogni condizione venivano invitati alla mensa del nuovo Padrone. Gesù era il liberatore perpetuo dalla schiavitù; il Signore buono, la Vittima divina, colui che si faceva cibo ai suoi figli, a differenza di Saturno, che dei suoi figli si cibava. A queste considerazioni tradizionali, se ne univano altre di carattere devozionale. Gesù era l’uomo perfettissimo in ogni sua manifestazione. Anche il numero degli anni della sua vita doveva essere perfetto: trentatré, formato da due numeri perfetti, 3 e 3. Conoscendo dunque il giorno della morte, si sarebbe potuto calcolare in maniera esatta il giorno della nascita. Poiché si diceva che la morte di Gesù era avvenuta il 25 marzo, la concezione sarebbe avvenuta 33 anni prima, alla stessa data, e la nascita nove mesi dopo, cioè il 25 dicembre. La scelta di questo giorno fu sanzionata dal Papa Liberio, nel 354. Da allora, il 25 dicembre è sempre stato Natale.

25 Dicembre

Nome: EUGENIA

S.ta EUGENIA Martire (epoca incerta)

 

La vita di Sant’Eugenia conobbe una vivacissima popolarità nei tempi antichi. La sua vita o Passione narra come il nobile romano Filippo fosse nominato dall’Imperatore Commodo (180-192) Prefetto della città di Alessandria, in Egitto. Egli portò con sé la moglie Claudia, i figli, e la figlia Eugenia, accompagnata dai suoi educatori, Proto e Giacinto. Questi ultimi erano cristiani e presto Eugenia si convertì segretamente alla fede. Quando il giovane Aquilio, figlio di un console, la chiese in sposa, Eugenia oppose un rifiuto a quelle nozze. Poi, con l’aiuto dei suoi precettori, scomparve dalla casa e dalla città, per ritirarsi in un monastero. In un monastero maschile dove venne accolta senza che nessuno riconoscesse l’essere suo. Anzi, si comportò con tanta saggezza e virtù da venire eletta, alcuni anni dopo, Abate della comunità. Ma una licenziosa matrona, Melanzia, s’invaghì del giovane Abate e tentò di piegarlo alle sue voglie. Non riuscendovi, si vendica denunciandolo al Prefetto. E così davanti al Prefetto - cioè a Filippo, padre di Eugenia - si svolge il processo durante il quale il finto Abate rivelò finalmente l’esser suo, la calunnia della matrona, venne sventata, e la famiglia di Eugenia poté riabbracciare con gioia la figlia scomparsa e pianta per morta. A questo punto padre, madre e fratelli chiedono il battesimo, dopodiché Filippo, ammirevole per la sua generosità verso i poveri, viene consacrato Vescovo di Gerusalemme. Qui viene assassinato, per ordine del prefetto suo successore pagano. Madre e figlia più tardi tornano a Roma, dove Claudia dirige un monastero per vedove, ed Eugenia una comunità di ragazze. Nuovo dramma d’amore quando una sua allieva, Bassilla, della famiglia imperiale, rifiuta di sposare Pompeio, il quale la denunzia all’Imperatore Gallieno. Bassilla, i precettori Proto e Giacinto ed Eugenia vengono decapitati. Che cosa c’è di credibile, in questo romanzo agiografico? Ben poco, fuor che la tomba di una Martire romana, di epoca imprecisata, chiamata Eugenia, e la basilica innalzata su quella tomba. Già nel V secolo la fama della Santa vola lontano, e la sua immagine viene ripetuta nei mosaici bizantini di Ravenna, Parenzo, Napoli.