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Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
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30 Dicembre

Nome: FAMIGLIA

Santa Famiglia

 

La Chiesa e il mondo contemporaneo s’interrogano, oggi più che mai, circa il disegno di Dio sulla famiglia. Mentre da una parte emergono alcuni grandi valori che manifestano la presenza di Dio, come la crescita della libertà e della responsabilità nella paternità e nell’educazione, la legittima aspirazione della donna all’eguaglianza di diritti e di doveri con l’uomo, l’apertura al dialogo verso tutta la grande famiglia umana, la stima delle relazioni autenticamente personali…, dall’altra si constatano crescenti difficoltà, come la degradazione della sessualità, la visione materialistica ed edonistica della vita, l’atteggiamento permissivo dei genitori, l’indebolirsi dei vincoli familiari e della comunicazione tra generazioni.
La liturgia di oggi ci presenta una meditazione tutta centrata sul Cristo, che interessa in modo particolare le famiglie cristiane. “Da dove viene il Messia?”, si domandavano i contemporanei di “Gesù di Nazaret”. Ignoravano la sua nascita a Betlemme di Giuda; perciò si stupivano che si presentasse come il Messia di uno che veniva dalla Galilea (Gv 1,46; 7,41). Matteo ripercorre quindi l’itinerario movimentato dell’infanzia di Gesù: il suo esodo come profugo in seguito alla minaccia di Erode che costringe Maria e Giuseppe a rifugiarsi in Egitto, dove Gesù rivive il destino del popolo di Israele; e infine il ritorno in patria e la scelta di abitare a Nazaret, che giustifica il suo soprannome (anno A). Fin dalla nascita, Gesù si trova sotto il segno della croce.
Gli episodi della presentazione di Gesù al tempio (anno B) e del suo ritrovamento a Gerusalemme, durante il suo primo pellegrinaggio pasquale (anno C), sottolineano entrambi la crescita “in sapienza e in grazia” di un bambino dedito alla propria missione fin dalla più giovane età. La sua vocazione, dolorosa e gloriosa insieme, viene annunciata da Luca: Gesù sarà “segno di contraddizione”, ma anche luce per i pagani e gloria del suo popolo d’Israele. La Santa Famiglia non era una famiglia senza problemi. Maria e Giuseppe hanno voluto condividere la condizione di quel figlio sconcertante, seguendolo passo per passo nella rivelazione del suo mistero. Ed è proprio per questa loro disponibilità totale che meritano tutta la nostra ammirazione.

30 Dicembre

Nome: EUGENIO

S. EUGENIO
Vescovo (VI sec.)

 

Fu Vescovo di Cartagine, una delle maggiori metropoli del mondo antico, e anche una delle più autorevoli Chiese cristiane del tempo, seconda soltanto a quella di Roma. La sua consacrazione, nell’anno 481, venne salutata con grande gioia da tutti i cattolici: era da un quarto di secolo che la sede di Cartagine restava vacante, dopo che la città era stata occupata dai Vandali, di religione ariana. Il Vescovo venne concesso ai cattolici della città sotto condizione: che non interferisse con le abitudini, i costumi e le credenze degli Ariani, e dei loro vescovi eretici. Pena l’esilio di tutto il clero africano. Eugenio fu il Vescovo adatto per quel delicato momento storico. Non polemizzò, non eresse cortine di nessun genere tra i cattolici e gli ariani. Si lasciò guidare dalla carità, davanti alla quale tutti gli uomini sono fratelli. Volle che le chiese di Cartagine fossero aperte a tutti. Ma le autorità ariane rifiutarono ogni tentativo di pacificazione, o anche di non belligeranza. Volevano eliminare la gerarchia cattolica, e non potendo sfruttare nessun errore del Vescovo Eugenio, passarono a una aperta persecuzione dei cattolici. Redarguito dall’Imperatore bizantino, il Re Vandalo Unerico gli tenne testa. La persecuzione si acuì. I prelati africani troppo influenti vennero bruciati vivi.
Un concilio di ariani condannò la religione dei cattolici. I vescovi che non giurarono fedeltà a Unerico vennero esiliati. Eugenio venne mandato ai lavori forzati in una colonia agricola della Tunisia meridionale. Poté tornare a Cartagine dopo la morte di Unerico, sotto il regno del suo successore. Ma aveva appena riaperto le chiese e richiamato i prelati dall’esilio, quando un nuovo sovrano vandalo riprese la politica di persecuzione. Eugenio venne esiliato in Linguadoca, nella Francia meridionale, dove morì, ad Albi, nel 505. Per questo venne onorato anche come martire, oltre che ultimo grande Vescovo della città di Cartagine, che ormai tramontava nell’oscurità della barbarie.