Share |

Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
LU MA ME GIO VE SA DO
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930     

15 Febbraio

Nome: GIOVITA, FAUSTINO

Santi FAUSTINO e GIOVITA
Martiri (sec.II)

 

La storia di questi due santi è incerta; il loro culto può essere seguito a partire forse dal secolo VI, il più antico documento che li ricorda è il Martirologio Geronimiano. A risolvere la questione dei nomi ci aiuta un testo si S. Gregorio Magno, il quale scrive: “beatus Faustinus martyr in cuius ecclesia corpus (Valeriani) fuerat humatum”. La passio presenta Faustino come presbitero e Giovita come diacono, ma essa non ha valore storico; composta da un presbitero milanese, certo Giovanni, è un racconto in cui abbondano i tormenti, i miracoli e le conversioni; l’autore narra che Faustino e Giovita, arrestati a Brescia, subirono una serie incredibile di torture sia in quella città, e sia a Roma e a Napoli, finché non furono decapitati a Brescia, un 15 febbraio al tempo di Adriano. Ma se è impossibile trovare notizie storiche sicure sulla vita di Faustino e Giovita, ne possediamo però altre sul loro culto. L’abate di Montecassino, Petronace (720-751) oriundo di Brescia, portò una reliquia di Faustino nel suo monastero. Quando nell’806 i corpi dei due martiri furono trasferiti in un’altra chiesa le loro reliquie furono distribuite ad altre città come a Verona e Venezia. Il patriarca di Aquileia, nell’828, pose reliquie dei due santi nella chiesa di S. Giorgio. La celebrazione di Faustino e Giovita è particolarmente intensa a Brescia e nelle località vicine. E’ espressione della volontà popolare che vede i due martiri patroni partecipare in forma miracolosa agli avvenimenti cittadini (assedio del 1438), cosicché a fianco dell’autorità religiosa è la stessa autorità civile a sollecitarne con insistenza la celebrazione. Asseconda tale volontà la scuola pittorica locale, aperta per posizione geografica e politica alle influenze artistiche lombarde e venete. La festa dei santi Faustino e Giovita, il 15 febbraio, è ancora oggi un giorno particolare per Brescia di cui i due martiri sono patroni. Oltre alla solenne processione si svolge la celebre fiera, che una volta segnava addirittura l’inizio del nuovo anno economico con il pagamento degli affitti. Dicono alcuni proverbi meteorologici: “A san Faustì el sul va sö töcc i dussili” ovvero: a san Faustino il sole tocca tutti i dossi anche i più piccoli.

15 Febbraio

Nome: CLAUDIO

S. CLAUDIO DE LA COLOMBIERE
Religioso (1641-1682)

 

Nacque il 2 febbraio 1641 a St.Symphorien d’Ozon, in Francia. Si fece gesuita e per tutta la vita osservò fedelmente la regola dell’ordine. Fu educatore e predicatore. Inviato in Inghilterra, aiutò i cattolici che in quell’epoca erano perseguitati. Confidente di Santa Margherita Maria Alacoque, la sostenne nelle difficoltà e l’aiutò a far conoscere l’amore misericordioso del Signore, mediante la devozione al Cuore di Gesù. Ma come poteva una sconosciuta religiosa diffondere nel mondo il messaggio del Sacro Cuore? Gesù comunicò alla veggente che le avrebbe inviato in soccorso “il mio fedele servitore”, e fu il giovane sacerdote Claudio de la Colombière. Il superiore gesuita di Lione, sapendo che al convento di Paray-le-Monial c’era un’umile religiosa, che sembrava favorita da grazie mistiche, decise d’inviarvi un uomo capace di verificare l’autenticità di quei fenomeni: appunto il padre de la Colombière. Padre Claudio incontrò Margherita Maria e ne ricevette la confessione. Dopodiché, la rassicurò ch’ella era condotta da un buono Spirito e la esortò ad essere grata a Dio per quei favori celesti. Le raccomandò solo di mantenersi obbediente ai superiori. Per dare l’esempio, Margherita Maria e padre Claudio si consacrarono al Sacro Cuore, dando inizio ad un movimento che dal monastero di Paray-le-Monial si sarebbe diffuso in tutto il mondo. Più tardi, Claudio dovette abbandonare Paray-le-Monial, perché fu incaricato della direzione spirituale di Maria Beatrice d’Este, divenuta Regina della protestante Inghilterra. Egli fece diventare la Regina devota del Sacro Cuore. Il 12 marzo 1696, ella scrisse una lettera a Innocenzo XII, chiedendogli di concedere a tutti i monasteri della Visitazione l’autorizzazione a celebrare la festa del Sacro Cuore, “preferibilmente nel venerdì successivo alla ottava della festa del Corpus Domini”. Tornato in Francia, il padre de la Colombière proprio a Paray-le-Monial nel 1682. Poi dai suoi scritti si venne a sapere che quel messaggio del Sacro Cuore non era l’opinione devota di una suora, ma una rivelazione di Gesù stesso.