Share |

Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
LU MA ME GIO VE SA DO
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930     

28 Aprile

Nome: GIANNA

S.ta GIANNA BERETTA MOLLA
Madre di famiglia (1922-1962)

 

“Non mi sono mai accorto di vivere con una santa”. Così si esprimeva l’ingegner Piero Beretta, marito di Gianna Molla, proclamata beata da Giovanni Paolo II il 24 aprile 1994. La vita di Gianna Beretta Molla è di una semplicità assoluta. Nasce a Magenta (Milano) il 4 ottobre 1922. A Bergamo, dove la famiglia si era trasferita, inizia la sua vita cristiana: prima comunione, cresima, partecipazione alle associazioni cattoliche. A Quinto al Mare, presso Genova, Gianna continua gli studi, poi la famiglia ritorna a Bergamo. Nel 1942 si iscrive alla facoltà di medicina dell’Università di Milano, impegnandosi attivamente nella gioventù femminile di Azione Cattolica. Nel ’49 si laurea a Pavia, nel ’52 ottiene il diploma di pediatra a Milano e apre a Mesero un ambulatorio professionale. Nel 1955 incontra l’ingegner Pietro Molla, dirigente industriale. Va a Lourdes per chiedere illuminazione alla Madonna, e tornata a casa, sposa l’ing. Pietro nel settembre del 1955. La famiglia viene allietata da tre figli: Pierluigi nel ’56, Mariolina nel ’57 e Laura nel ’59. Gianna è una donna brillante, ama i bei vestiti, i viaggi, lo sci. Si reca spesso ai concerti. E’ molto ammirata per la sua serenità e spigliatezza. Svolge il suo lavoro di medico con grande rispetto della persona umana. Nella vita di famiglia, oltre a seguire i figli nelle varie vicissitudini, è molto attenta ad amare profondamente suo marito. Compie il lavoro professionale con attenta competenza, ma allarga il suo servizio umano col rendersi utile e comprensiva per i bisogni dei poveri che incontra. Nel 1961, nuovamente in attesa di un figlio, dopo accurate visite mediche, le viene diagnosticato, al terzo mese di gravidanza, un fibroma all’utero, in una posizione pericolosa e delicata. Il medico curante consiglia, per salvare la sua vita, l’asportazione del fibroma con interruzione della gravidanza. Gianna, in base alle sue conoscenze professionali, espone ai medici chiaramente la sua decisione: “Se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione; scegliete, e lo esigo, il bimbo. Salvate lui”. La bambina Gianna Emanuela nasce il 21 aprile 1962, ma come i medici avevano temuto, mamma Gianna muore il 28 aprile. E’ stata canonizzata da Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004

28 Aprile

Nome: PIETRO

S. PIETRO CHANEL
Sacerdote, Martire (1803-1841)

 

San Pietro Chanel è il primo martire dell’Oceania. Francese d’origine, Pietro Luigi Maria Chanel era nato nel 1803 a Cuet, in diocesi Belley. Costretto a badare ai fratelli più piccoli, non potè frequentare regolarmente le scuole. Si rifece più tardi, diventando allievo esemplare. A 24 anni celebra la sua prima Messa. Nominato vicario, poi parroco, spese le sue migliori energie nell’apostolato e si preparò alla vita missionaria, a cui aspirava. E per far questo, si “specializzò” soprattutto in due materie: la frugalità e la laboriosità. Saper far di tutto, e saper fare a meno di tutto, erano i migliori requisiti per un futuro missionario. Andò negli Stati Uniti e poi con la società dei cosiddetti “Maristi”, partì per l’Oceania, il territorio di missione che il Papa desiderava affidare alla nuova famiglia religiosa.
Giunse così, nel 1837, nell’isola di Futuna. Conosciamo tutti i particolari del suo soggiorno e della sua opera in quell’isola, perché i superiori lo incaricarono di tenere un diario, che il padre Chanel redasse per più di tre anni, fino alla morte. Sappiamo così dell’accoglienza non ostile; sappiamo dei suoi sforzi per imparare la lingua del luogo e dei lenti successi, non della predicazione, tuttora difficile, ma dell’esempio e dell’affabilità del missionario, nell’avvicinare al Cristianesimo gli abitanti di Futuna. Ma questi successi vennero contrastati dai vecchi dell’isola, quando nel 1841, il padre Chanel convertì lo stesso figlio del Sovrano, suscitò il geloso sdegno del padre e di suoi ministri. Raggiunsero il missionario nella sua capanna adibita a chiesa, e lo colpirono a morte. Quell’uccisione provocò la conversione quasi immediata di tutti gli abitanti dell’isola. La società dei Padri Maristi ebbe così il suo primo martire, e Futuna, isola sperduta dell’Oceania, vide fiorire il primo Santo del quinto continente.