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Il Santo del giorno

 

Marzo 2024

29 Aprile

Nome: CATERINA

S.ta CATERINA da SIENA
(Patrona d’Italia e d’Europa)
Vergine e Dottore della Chiesa (1347-1380)

 

Quell’incredibile ragazza di Siena, che si chiamava Caterina Benincasa, nata nel 1347, nella numerosa famiglia di Jacopo, tintore, e di Monna Lapa, incominciò la sua “carriera” di santa dicendo “no” a tutti e facendo di testa sua. Entra in scena, nel fiore dei suoi 17 anni. I genitori la volevano sposare ed ella disse di no. I frati domenicani che ronzavano attorno alla sua famiglia, trovandola straordinaria per intelligenza e virtù cristiane, la volevano suora, ed ella disse di no. Lei voleva una strada sua, più difficile e nuova. Per incominciare, si consacra a Dio, nel Terz’Ordine di S. Domenico, con il voto di verginità, rimanendo nel mondo, libera dalla famiglia e libera dal convento, dedicandosi alla sua vita di preghiera, contemplazione, penitenza, servizio alla Verità. Allarga le sue conoscenze a ottime persone di Siena, religiosi e laici; la sua sapienza li conquista. Non ha ancora vent’anni, e quest’umile figlia del popolo, senza studi, raduna nella cappella di s. Maria della Scala il suo cenacolo di uomini e donne, mossi dallo stesso suo fervore. A 23 anni, è già presente e operosa sulla scena politica della sua città, ricca, rissosa e tormentata.
A 25 anni, è in primo piano sulla scena politica italiana, come apostola di Gesù Cristo: in Lui vede ed annuncia la soluzione di tutti i problemi, dei singoli e della società. E’ soltanto una ragazza, ma tratta della pace in Italia con l’ambasciatore del Papa. Si impegna nella crociata contro i musulmani , discutendone con il Papa, con i principi, con rozzi capitani di ventura: l’Islam non ha diritto di soffocare l’Europa cristiana e neppure di occupare i luoghi santificati dalla presenza di Gesù, in Palestina. Scoppia una delle solite guerre tra Siena, Pisa e Lucca. Caterina accorre per mettere pace. Ci riesce, ma ecco i fiorentini che si ribellano al Papa, il quale fa calare sulla “città del fiore” il celebre “interdetto” del 1376. Caterina freme e agisce per riportare pace e unità.
Innamorata di Cristo e della Chiesa sua “mistica Sposa”, ha il cuore che le si spezza vedendo il Papa da decenni lontano da Roma, la sede del Vicario di Cristo e certi uomini di Chiesa non più all’altezza della loro missione. I magistrati fiorentini non trovano di meglio che mandare Caterina alla corte del Papa Gregorio XI ad Avignone, in Provenza, come loro ambasciatrice: ha 29 anni. Approfitta dell’incontro con il Papa per insistere sul suo grande disegno: il Papa deve tornare a Roma, al più presto. Glielo dice e glielo scrive, in toni vivacissimi, da vera “toscanaccia”, sempre parlando “in nome di Gesù”. Mentre sta trattando gli affari di Roma, della Chiesa e di Firenze con il Papa, è chiamata a Parigi, mediatrice di pace tra la Francia e l’Inghilterra. Scuote i sovrani affinché la smettano di mettere a soqquadro l’Europa facendosi guerra in famiglia: provvedano piuttosto a difendere l’Europa dall’aggressione musulmana. Non c’è altra alternativa al sopravvivere della civiltà. Nel 1377, Papa Gregorio XI ritorna a Roma. La “cattività” avignonese è finita, ma le divisioni restano. Anche Caterina si stabilisce a Roma: sono gli ultimi anni di questa donna eccezionale. A Gregorio succede Urbano VI, il Papa legittimo, ma ad Avignone viene eletto un antipapa. E l’inizio dello scisma d’occidente. Caterina prega, lavora e immola la sua giovane vita per la pace e l’unità della Chiesa, per la difesa dell’Europa. Muore a Roma il 29 aprile 1380, a 33 anni. Sul suo corpo Gesù ha impresso le “stimmate”, i segni della sua pas-sione per configurarla anche fisicamente a Sé.
Il suo pensiero teologico, mistico e politico è giunto a noi nelle sue 400 lettere, scritte nel delizioso italiano senese del Trecento: sono rivolte al papa, a regine, principi, militari, governatori, vescovi, preti e laici di ogni condizione. Dal punto di vista letterario sono tra i classici della letteratura italiana; come contenuto figurano tra i classici del pensiero cattolico: sintesi dell’ardore di una santa che contempla i misteri di Dio, dell’intelligenza di una mente eccezionale, dell’attività di una donna dalla percezione fine dei problemi mondiali, il tutto espresso con un vivace parlare popolano. Sono lettere piene di Cristo: il suo Nome, il suo Vangelo, il suo Sangue sparso sulla croce, il suo Cuore ardente ricorrono continuamente con una passione incontenibile. Caterina Freme, supplica, combatte, si scatena, scuote e percuote, dolcissima e tagliente… E conclude sempre con un “bacio”: “Gesù dolce, Gesù amore”. Papa Pio II (Enea Silvio Piccolomini, sene-se come lei) la proclamò santa nel 1461. Nel 1939 Pio XII la pro-clamò patrona d’Italia. Nel 1970 Papa Paolo VI la dichiarò Dot-tore della Chiesa. Nel 1999 Papa Giovanni Paolo II l’ha voluta Patrona d’Europa.