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Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
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1 Maggio

Nome: GIUSEPPE

S.GIUSEPPE LAVORATORE
Sposo della Vergine Maria

 

San Giuseppe di Nazaret era un carpentiere, sposo di Maria. Le uniche notizie su di lui ci sono date dal Vangelo dell’infanzia di Matteo 1-2 e di Luca 1-2. Giuseppe era un discendente di Davide. La sua famiglia proveniva da Betlemme in Giudea ma egli si era trasferito a Nazaret in Galilea. Era promesso sposo a Maria e rimase male quando si accorse che Maria era incinta senza che fossero andati a vivere insieme. Ma in sogno gli apparve un angelo e lo dissuase dal rimandare Maria, dicendogli che era incinta “per opera dello Spirito Santo”. Fu con Maria quando nacque Gesù a Betlemme e quando i Magi vennero a fare visita al Bambino. Portò Maria e Gesù in Egitto per sfug-gire ad Erode, che voleva massacrare tutti i bambini di Betlemme, e dopo la morte di Erode riportò in patria Maria e Gesù a Nazaret. Egli e Maria avevano presentato Gesù al Tempio e lo avevano fatto circoncidere. Quando Gesù aveva dodici anni, Giuseppe e Maria lo porta-rono a Gerusalemme. Qui lo perdettero e poi lo ritrovarono mentre conversava con i maestri della legge nel Tempio. A Nazaret il carpen-tiere insegnò a Gesù il suo mestiere. Poi il nome di Giuseppe scompare dal Nuovo Testamento; è nominato soltanto in Luca 4,22, quando viene menzionato il nome del padre di Gesù.
San Giuseppe è chiamato giusto dal Vangelo, e sua caratteristica è l’obbedienza alla volontà di Dio. Gratificato da sogni, fu modesto e semplice ma molto determinato a vivere fedelmente il suo ruolo di padre putativo del Figlio di Dio. San Giuseppe fu dichiarato da Pio IX patrono della Chiesa universale. Egli è anche il modello dei padri di famiglia. Giovanni XXIII ha inserito il suo nome nel Canone romano il 19 marzo. San Giuseppe è anche il protettore dei lavoratori, e come tale è ricordato il 1 maggio, festa dei lavoratori per volontà di Pio XII nel 1955.

1 Maggio

Nome: GEREMIA

S.GEREMIA
Profeta dell’Antico Testamento (626-586 a.C.)

 

Geremia nacque ad Anatot, presso Gerusalemme, in un’antica famiglia sacerdotale, imparò a rivolgersi a Dio come un bambino verso suo padre, chiamandolo “speranza di Israele” (Ger 17,13) e credette di essere stato chiamato da Dio a compiere il suo ministero in mezzo al suo popolo. Ciò egli fece per quarant’anni. Fu percosso, imprigionato e gettato in un pozzo. Ebbe momenti di dubbio e di paura, di debolezza e di frustrazione, eppure si sentiva guidato da Dio in mezzo a queste catastrofi.
Quando il popolo tramò contro la sua vita, egli pregò per chiedere aiuto a Dio: “Il Signore me lo ha manifestato e io l’ho saputo; allora mi ha aperto gli occhi sui loro intrighi. Ero come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che essi tramavano contro di me, dicendo: “Abbattiamo l’albero nel suo rigoglio, strappiamolo dalla terra dei viventi; il suo nome non sia più ricordato”. Ora, Signore degli eserciti, giusto giudice, che scruti il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa” (Ger 11,18-20).
Si trovava in Gerusalemme quando la città fu conquistata dall’esercito caldeo-babilonese nel 609 a.C. Morì in Egitto. E’ ricordato il 1 maggio.