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Il Santo del giorno

 

Marzo 2024

6 Maggio

Nome: DOMENICO

S. DOMENICO SAVIO
Patrono degli studenti cristiani (1842-1857)

 

Domenico Savio fu certamente il capolavoro pedagogico di San Giovanni Bosco. Era nato da famiglia povera, a Riva di Chieri, nel 1842, e non aveva che sette anni quando fu ammesso, per privilegio eccezionale, alla Prima Comunione, che a quei tempi veniva di solito concessa oltre i dodici. Il piccolo Domenico tracciò allora con fanciullesca scrittura, ma con adulta volontà, quello che poi doveva essere il suo motto: “La morte, ma non peccati”. I genitori, i primi maestri, i compagni di gioco e di studio, tutti riconobbero in lui uno straordinario candore, unito ad una meravigliosa capacità nel rendere bene per male, anche nelle piccole cose. Don Bosco, che l’accolse nell’Oratorio Valdocco di Torino, si rese subito conto che in quel bambino c’era “buona stoffa”. Sereno, anzi ilare; cordiale, anzi amabile; affabile, anzi affettuoso, Domenico Savio, anche nei sacrifici e nelle mortificazioni, mantenne un’incatevole condotta. Per via, udendo un uomo bestemmiare, si avvicinò chiedendogli gentilmente l’indirizzo dell’Oratorio. Altrettanto cortesemente il bestemmiatore rispose di non saperlo, spiacente di non potergli fare questo favore. “Me ne potreste fare un altro – disse allora Domenico Savio, con accento tra implorante e fiducioso – cercando di non bestemmiare il nome santo di Dio”. Un’altra volta, un militare, ben stringato nella sua fiammante uniforme, non accennava a inginocchiarsi al passaggio del Santissimo. Il ragazzo si genuflesse accanto a lui, distendendo, muto ma evidente invito, il suo candido fazzoletto dinanzi ai ginocchi del militare impalato e confuso. Restò con don Bosco soltanto tre anni. Ma la salute non resse, e fu deciso di rimandarlo presso la famiglia, che si era stabilita a Mondonio. Accolse la notizia con docilità, salutando i compagni con un “arrivederci dove saremo sempre col Signore”. A casa sua invitò i genitori a celebrare “eternamente le lodi del Signore”. Le ultime sue parole furono per il padre: “Addio, caro Papà. Oh, che bella cosa io vedo mai!”. Era il 9 marzo 1857.