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Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
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8 Maggio

Nome: IDA

S.ta IDA
Monaca († 652)

 

Ida, o Itta, apparteneva al popolo dei Franchi, guerrieri animosi e ancora rudi, almeno in quel lontano VII secolo. Era la figlia del Conte di Aquitania, e andò sposa giovinetta a Pipino di Landen, Maestro di palazzo del re Dagoberto, e quindi uno dei più importanti dignitari del tempo. Ida ebbe due figlie, Gertrude e Begga, e un figlio Grimoldo. Le cure della famiglia non la distolsero però da impegni spirituali. Quando i figli furono grandicelli, Ida e il marito, invece di investire le loro ricchezze in beni destinati ad esser trasmessi agli eredi, preferirono dedicare la loro attività e risorse alla fondazione di un grande monastero benedettino. Nacque così il monastero di Nivelles, nel Bramante, (Belgio), tra Bruxelles e Charleroi. Un monastero di donne sotto la Regola di San Benedetto, che in quei tempi si diffondeva in tutta Europa. Tra le prime ad entrarvi fu Gertrude, la giovanissima figlia di Ida. Essa dichiarò di scegliere la vita religiosa; e di preferire all’autorità terrena del Re, l’obbedienza al Signore del creato. Entrata nel monastero, per le sue eccezionali qualità ne venne eletta Abbadessa, quando aveva appena vent’anni. E alla morte del marito, anche la madre, Ida disse addio alla vita del mondo e si ritirò nel monastero, ponendosi sotto la guida della sua giovanissima figlia. Così nel monastero di Nivelles, in un clima di alta spiritualità, s’invertirono i normali rapporti tra genitori e figli: la madre anziana e saggia si sottomise umilmente e silenziosamente alla figlia; e la fanciulla, investita d’una autorità che trascendeva la sua giovane età, fu guida saggia e discreta di colei che aveva guidato i suoi primi passi.
Si santificarono tutt’e due, e quando Ida morì, nel 652, l’8 maggio, il monastero di Nivelles restò privo della sua fondatrice e al tempo stesso della più modesta delle sue religiose: l’Abbadessa Gertrude perse la propria madre e al tempo stesso la più obbediente delle sue figlie.

8 Maggio

Nome: VITTORE

S.VITTORE (di MILANO)
Martire († 303)

 

Per distinguerlo dagli altri moltissimi Santi di nome Vittore o Vittorio, quello di oggi è chiamato Vittore il Moro o “mauro”, cioè nativo della Mauretania, dove nacque (odierno Marocco). Vittore il Moro, cioè il marocchino, nei primissimi anni del III secolo era soldato sotto le insegne di Massimiano, Imperatore d’Occidente, e si trovava di stanza a Milano, chiamata allora Mediolanum. Il giovane marocchino aveva fedelmente servito il suo Imperatore, ma ancor più fedelmente, fin dall’infanzia, aveva servito Gesù, di cui era seguace. Sottoposto all’interrogatorio, confessò lealmente la sua fede cristiana, riaffermando al tempo stesso la sua fedeltà all’Imperatore per tutto ciò che riguardava la sua vita civile e la disciplina militare. Minacciato di tortura, tenne fede al suo impegno, eroicamente. Fustigato e bastonato, fu infine ricoperto di rovente piombo fuso. Sopravvissuto a questi supplizi, venne decapitato, l’anno del Signore 303.
Non sembri strano che Vittore il Moro, venuto da lontani paesi a morire in Italia per la sua fede in Cristo, sia diventato presto uno dei Santi più popolari e venerati di Milano. Anche il suo nome fu cambiato in quello di Vittore da Milano, e in questo non c’è nessuna inesattezza storica né ingiustizia verso la terra che gli dette i natali. Sant’Ambrogio scriveva che Vittore era uno dei principali Patroni della città. Allora la sua sepoltura si trovava in mezzo ad un bosco, mentre oggi intorno alla sua chiesa gli alberi sono diventati grandi palazzi e i sentieri hanno ceduto il posto alle ampie arterie cittadine, senza che in questa San Vittore sia rimasto sperduto o dimenticato. Vicino ad una delle sei chiese a lui dedicate si trova il tristemente famoso carcere milanese. Tra i martiri di Cesarea di Cappadocia c’è un’altro Santo, romano, Vittorio, ricordato nel Martirologio Romano il 21 maggio.