Share |

Il Santo del giorno

 

Aprile 2024
LU MA ME GIO VE SA DO
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930     

1 Settembre

Nome: EGIDIO

S. EGIDIO
Eremita († 720)

 

Egidio (in latino Aegidius) fu uno dei santi più popolari dell’Europa occidentale nel tardo medioevo, ed è anche uno di cui si sa poco. Il centro del suo culto era Saint-Gilles presso Arles, ed egli potrebbe essere stato un eremita che visse in quella zona prima del IX secolo. Alcuni lo hanno identificato con l’abate Egidio che S. Cesario di Arles inviò a Roma al tempo di Papa Simmaco (m.514); altre fonti lo fanno vivere al tempo del re goto Wamba, che esercitò la sua attività nel paese verso il 673; altri ancora lo ritardano fino al sec.VIII, ponendone la morte nel 740 o entro il 720-725. La sua Vita, composta nel sec. X, per l’edificazione dei fedeli che visitavano la sua tomba, contiene alcuni sorprendenti prodigi e anacronismi e un celebre episodio.
L’eremita aveva una cerva domestica, che un giorno fu inseguita nella foresta dai segugi del Re visigoto Wamba; una freccia fu scagliata nel sottobosco e quando il Re entrò in una radura trovò Egidio ferito dalla freccia, con la cerva fra le braccia, e i cani completamente immobilizzati da una forza invisibile. Il re, che divenne da allora amico del pio solitario, gli fece omaggio del territorio e gli costruì un’abbazia. Sant’Egidio fu considerato un patrono degli storpi e degli indigenti, e nella sola Gran Bretagna gli furono dedicate più di centocinquanta chiese, fra cui St.Giles Cripplegate a Londra e la Chiesa Alta di Edimburgo. Il suo emblema è una freccia. In Occidente le sue reliquie si trovano soprattutto in Francia, in Belgio, in Germania, e la principale porzione del suo corpo è a Saint-Sernin di Tolosa. Numerosissime chiese gli sono state dedicate: nel sec.XIII a Parigi, a Bourg-la-Reine e a Thiais in diocesi di Parigi. In Francia una quindicina di comuni, in Belgio un quartiere di Bruxelles portano il nome di S.Egidio.

1 Settembre

Nome: GIOSUE'

S. GIOSUE’ Patriarca (XIII-XII a.C.)

 

Della tribù di Efraim (Num.13,8; I Par.7,22-27), fu grande condottiero e capo del popolo d’Israele dalla morte di Mosè fino alla conquista della terra di Canaan e allo stanziamento delle dodici tribù nei rispettivi territori. Nacque in Egitto e visse probabilmente tra il XIII e il XII sec. Durante i quaranta anni passati dagli Ebrei nel deserto, Giosuè appare sempre accanto a Mosè come suo uomo di fiducia. Combatte contro gli Amaleciti e li supera valorosamente (Ex. 17,8-15); con Mosè sale sul Sinai (Ex. 24,13) e vi rimane fino alla consegna della legge da parte di Dio (Ex. 32,17); si intrattiene con Mosè a pregare nella tenda del convegno. Fu eletto a rappresentare la sua tribù tra i dodici uomini da inviare ad esplorare la terra di Canaan (Num.13,8). Di ritorno da questa difficile e pericolosa missione, quando tutto il popolo si ribella contro Mosè in seguito alla relazione sfavorevole e tendenziosa del viaggio fatta dagli altri esploratori, insieme a Caleb si adopera per calmare gli animi, smascherando le esagerazioni degli altri e sostenendo la possibilità di conquistare quella terra con la fiducia in Iahweh che tutto può.
Per le sue virtù morali e militari, quando gli Israeliti giungono sugli altipiani di Moab, Mosè per ordine dello stesso Iahweh lo elegge a suo successore e, davanti a tutta l’assemblea, gli trasmette solennemente la sua autorità con il rito tradizionale dell’imposizione delle mani (Num. 27, 13-23). Morto Mosè sul monte Nebo, Giosuè prende decisamente il comando nelle sue mani (Deut.34,9) e intraprende la conquista di Canaan per poi ripartirne equamente il territorio tra le dodici tribù. Ricevuto da Dio l’ordine di portarsi oltre il Giordano (Ios. 1, 2), dopo aver inviato due esploratori fino a Gerico, muove l’accampamento e, raggiunto il fiume, lo attraversa con facilità per uno speciale intervento divino; procede alla purificazione spirituale del popolo rinnovando il rito della circoncisione e celebrando solennemente la Pasqua. Poi riprende le operazioni militari, occupa Gerico e si spinge verso il centro della Palestina. Assicuratosi il dominio di tutta la regione, provvede alla spartizione dei territori occupati tra le diverse tribù. Sentendosi molto avanti negli anni, sull’esempio di Mosè, volle lasciare al popolo il suo testamento spirituale; in due solenni assemblee lo esortò a mantenersi sempre fedele a Iahweh. Morì a centodieci anni e fu sepolto in Timna-Serah, nel territorio che gli era stato assegnato in mezzo alla tribù di Efraim.