Newsletter Sacro Cuore Vivere --- MARZO 2020
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L'onore e il dovere di educare

 

La crescita di una persona può essere paragonata a quella del seme

L’immagine del seme è molto bella, perché il seme viene da un passato, cioè, da un albero che l'ha prodotto, che ti dà la sua eredità attraverso il seme.

E nello stesso tempo è tutto futuro, perché deve ancora realizzare quello per cui il seme è stato prodotto. Il seme è soltanto seme, ha bisogno di diventare albero. È così anche nell’educazione. Abbiamo ricevuto una eredità dal passato, dai nostri genitori e dalla società e nello stesso tempo ci proiettiamo nel futuro che vorremmo costruire.

 

Il giovane è l'uomo che verrà

È bello guardare al bambino, al ragazzo, al giovane in crescita e proiettarlo nel suo futuro.

Vedere già l'uomo. È un cucciolo d’uomo, ma dobbiamo immaginarlo già uomo. È già uomo, ma deve ancora diventarlo con pienezza.

Don Bosco usa termini molto belli: per lui la giovinezza è delicata e preziosa. Ecco due frasi ormai famose:«quella porzione, la più delicata, la più preziosa, dell’umanità», e quest'altra che avrete già sentito: «basta che voi siate giovani  perché io senta grande simpatia per voi».

 

Il giovane è prezioso

Don Bosco ci dice che un ragazzo è importantissimo, perché è una speranza di futuro meravigliosa. E riuscire a realizzare la sua vita, realizzare un progetto che lui ha dentro, è qualche cosa di veramente grande, di bello, ma allo stesso tempo è qualche cosa di delicato, cioè basta niente per rompere tutto.

E da lì scaturisce la sua missione per i ragazzi e per i giovani: «voglio dedicarmi a loro, voglio aiutarli a realizzare la loro vita». È questo il sogno di Don Bosco, ma deve essere anche il nostro sogno.

 

Il giovane è un progetto di Dio

Poi, per la sua formazione cristiana, don Bosco ci guida a penetrare più profondamente nel mistero della vita umana. Ogni persona porta dentro di sé qualche cosa che non dipende da nessuno, né dalla madre né dal padre né da altri: "È figlio di Dio".

Cosa vuol dire essere il figlio di Dio? Ogni persona è un progetto voluto da Dio che l’ha chiamata alla vita attraverso i genitori, perchè ha dei progetti su di lui.

Nessun papà, nessun genitore potrebbe dire “questo figlio è mio”. Sì, il Signore l’ha affidato a loro ma non è loro.

 

Per tutte queste ragioni possiamo affermare che l’educazione è veramente un dovere fondamentale ma è anche la più grande carità che noi possiamo fare. Una carità di cui tutti abbiamo bisogno perchè la vera povertà non è mai solo nelle tasche, la vera povertà è nella testa e nel cuore.

La pensava così anche Don Bosco che diceva: nella scala dei valori della carità l’educazione rappresenta il punto di arrivo, è il massimo.

 

Ti auguro che queste riflessioni arricchiscano la tua Quaresima.

 

 

 

Don Ferdinando Colombo


 

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