Sono convinto di farti un grande regalo dedicando interamente questo numero della rivista alla Serva di Dio Vera Grita, (Roma, 28 gennaio 1923 – Pietra Ligure, Savona, 22 dicembre 1969) Salesiana Cooperatrice, Serva di Dio, Mistica dell’Eucaristia, che ci introduce con dolce forza nel mistero dell’infinita Misericordia della SS. Trinità e ci fa prendere coscienza di poter essere anche noi dei Tabernacoli viventi in cui Gesù Eucaristia desidera risiedere stabilmente.
[editoriale del numero della rivista “Sacro Cuore – VIVERE” dedicato interamente alla figura di Vera Grita]
“Vera di Gesù, io ti ho chiamata alla mia Opera d’Amore, io ho fatto di te la Sposa della mia Opera. Non temere, io ti ho scelta. Ora tu vieni sempre più a Me. Avvicinati al tuo Sposo, a Gesù Eucaristia. Vieni piccola anima, io ti vengo incontro. Domani, quando la mia luce di grazia sarà diffusa nel mondo, tu esulterai nella mia Gloria. Vera di Gesù, attendi sempre il tuo Sposo, egli desidera venire a te, fare dimora in te. Ti ho donato il mio Nome santo, e d’ora in poi ti chiamerai e sarai Vera di Gesù”.
Nella Lettera del 1° dicembre 1968 al salesiano don Gabriello Zucconi, suo direttore spirituale, Vera descrive l’esperienza mistica nella quale Gesù le cambia il nome: «Gesù ieri era vicino a me, si fa sempre vedere dalla mia povera anima. Indossa sempre i paramenti sacri da Sacerdote, ieri erano rossi. È venuto vicino al mio letto, tenendo la Pisside colma di particole consacrate. Sentivo che la mia anima riceveva il suo Sacro Corpo. Poi Egli mi ha detto “Ti voglio dare il mio Nome, Vera di Gesù”».
Ad Alpicella, nell’entroterra di Savona, il 6 ottobre 1959, Vera ebbe la sua prima esperienza mistica: sentì la “Voce” del Signore che parlava al suo cuore e le annunciava una chiamata dal Cielo: “C’è una chiamata dal Cielo: il Cielo che si china su una sua creatura per donarle nella tristezza la piú grande Grazia (…)”. Inizia con questo primo Messaggio il dialogo interiore tra Gesù e Vera, che lo scrisse su un foglio e custodì nel segreto del suo cuore.
Un lungo silenzio seguì a questa prima esperienza mistica. La sua vita proseguì senza subire cambiamenti, se si esclude il progressivo peggioramento delle condizioni di salute. Continuò ad insegnare nei paesi dell’entroterra ligure come Rialto, Erli, Casanova di Varazze, Deserto di Varazze per citarne alcuni, le mamme dei suoi scolari la chiamavano la “maestrina di Savona”, città dove in realtà abitava con la madre e la sorella Rosa. Vera era la secondogenita di 4 sorelle ed il padre Amleto era mancato quando la Serva di Dio aveva 20 anni.
La chiamata preannunciata ad Alpicella si realizzò 8 anni dopo, il 19 settembre 1967, mentre Vera stava adorando il Santissimo Sacramento, esposto nella Chiesa di Maria Ausiliatrice a Savona e in questa circostanza, Vera risentì la “Voce” che in Gesù Eucaristia si manifestava per comunicarle l’Opera dei Tabernacoli Viventi:
“Il vino e l’acqua siamo noi: Io e te, tu ed Io. Siamo una cosa sola. E la volontà del Padre mio è questa: che Io rimanga in te e tu in Me. Insieme porteremo gran frutto”. … A te, piccola anima, io, Gesù, ho rivelato la mia Opera d’Amore nel dono dei Tabernacoli Viventi. L’Opera d’Amore di Gesù, è il frutto del mio Amore Eucaristico”.
Fu questo il primo dei Messaggi che costituiscono “l’Opera dei Tabernacoli Viventi”, che Vera scrisse in 13 Quaderni custoditi presso l’Archivio Diocesano di Savona e pubblicati nel 2017 nel libro “Portami con te!”. Preghiamo con lei, con le parole che Gesù le ha suggerito raccomandandole di ripeterle durante la giornata per sentirne il benefico effetto interiore:
Madre di Gesù, Madre del bell’Amore dà amore al mio povero cuore, dà purezza e santità alla mia anima, dà volontà al mio carattere, dà lumi santi alla mia mente, dammi Gesù, dammi il tuo Gesù
Don Ferdinando Colombo, salesiano




