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Il Sangue di Cristo è per la vita e il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani

di Don Ferdinando Colombo

 

Mese di Luglio. Meditiamo sull'Amore di Cristo manifestato in forma estremamente chiara nell'effusione del suo sangue perchè non c'è amore più grande di chi dà la vita per gli amici. L'invito di Gesù a diventare suoi amici ci giunge in ogni celebrazione eucaristica: «Questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza» e san Paolo ricorda ai cristiani di Efeso che siamo riuniti in unità grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace.

Ma quante guerre nel mondo, quanto sangue versato ingiustamente.

 

Nell'eterna lotta tra il bene e il male che coinvolge ciascuno di noi, ma travolge interi popoli e oggi il mondo intero "con una guerra mondiale a pezzi" - come afferma papa Francesco - la giustizia dell'uomo è capace di opporsi al male solo con la forza, quindi con strumenti che rinnovano sofferenza e male.

Cristo invece è intervenuto facendosi solidale con la nostra carne e accettando di subire violenza e dolore fino alla morte, contrapponendo solo amore e perdono. Così il suo "sangue versato" che nelle altre persone avrebbe determinato la fine della esperienza e dell'esistenza è diventato il segno regale della sua vittoria e per noi alimento indispensabile per la vita.

 

La trasformazione operata dallo Spirito Santo durante la celebrazione dell'Eucaristia per cui il vino diventa sangue di Cristo, continua nella grande Eucaristia che Cristo celebra sull'altare del mondo intero in cui il sangue dei cristiani martirizzati rinnova la sua Passione.

Oggi Cristo continua il suo Sacrificio redentore nel suo corpo spirituale, la Chiesa sua sposa, che si presenta a Lui ammantata del sangue dei suoi figli vittime dell'odio.

 

«I martiri sono quelli che portano avanti la Chiesa, - afferma Papa Francesco - sono quelli che l’hanno sostenuta e la sostengono oggi perchè sono "seme di nuovi cristiani".  E oggi ce ne sono più dei primi secoli. I media non lo dicono perché non fa notizia, ma tanti cristiani nel mondo oggi sono beati perché perseguitati, insultati, carcerati. Ce ne sono tanti in carcere, soltanto perchè portano al collo una croce o perchè invocano Gesù Cristo! Questa è la gloria della Chiesa e il nostro sostegno».

 

Noi cristiani di oggi, soprattutto in occidente, abbiamo bisogno di rimettere la realtà del martirio al posto che le compete nell'orizzonte delle nostre comunità, cioè al centro. Il martirio non è un incidente, ma una chiamata ad una più intima partecipazione all'amore di Cristo ed è sempre stata presente, come Gesù ha esplicitamente predetto ai suoi discepoli: «se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi».

 

I nostri fratelli cristiani che muoiono per il fatto di essere cristiani ci danno una preziosa testimonianza di amore, di amore supremo, perdonando anche coloro dai quali sono stati torturati. Questo amore può nascere solo da un cuore come quello di Cristo, che crocifisso sulla croce ha perdonato i suoi nemici e li ha scusati: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno".

Ricordiamoci dei nuovi martiri per imparare da loro che la misura dell’amore è amare senza misura.

 

Preghiera dalla lettera ai Romani cap. 8

 

Che cosa diremo dunque di fronte a questi fatti?

Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?

Dio non ha risparmiato il proprio Figlio,

ma lo ha dato per tutti noi;

perciò, come potrebbe non darci ogni cosa insieme con lui?

E chi potrà mai accusare quelli che Dio ha scelti?

Nessuno, perché Dio li ha perdonati.

Chi allora potrà condannarli?

Nessuno, perché Gesù Cristo è morto.

Anzi, egli è risuscitato, e ora si trova accanto a Dio,

dove sostiene la nostra causa.

Chi ci separerà dall'amore di Cristo?

Sarà forse il dolore o l'angoscia?

La persecuzione o la fame o la miseria?

I pericoli o la morte violenta?

Perciò la Bibbia dice:

Per causa tua siamo messi a morte ogni giorno

e siamo trattati come pecore portate al macello.

Ma in tutte queste cose noi otteniamo la più completa vittoria,

grazie a colui che ci ha amati.

Io sono sicuro che né morte né vita,

né angeli né altre autorità o potenza celeste,

né il presente né l'avvenire,

né forze del cielo né forze della terra,

niente e nessuno

ci potrà strappare da quell'amore

che Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù, nostro Signore.