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Missioni Salesiane: comunità salesiana di Gambella in Etiopia

In questo periodo di Quaresima don Filippo Perin scrive direttamente dalla nuova missione da lui aperta nel villaggio di Nyinenyang, a 120 km da Gambella in Etiopia, e ci racconta della sua personale esperienza di Quaresima in Africa:

Carissimi come va?

Spero tutto bene da voi e che il freddo sia passato, vi invidio un po’ visto che è già da qualche settimana che abbiamo un caldo micidiale, sui 40-45 gradi ogni giorno fino a notte fonda,lasciandoci in uno stato comatoso quasi tutto il pomeriggio. L’ondata di caldo che ha investito il Sahel è arrivata anche qui, soprattutto non ci sono state le piccole piogge di gennaio e adesso ne soffriamo di questo.

E’ già in emergenza la gente dei villaggi, soprattutto quelli più lontani da Gambella, Nyinenyang e Matar, per la carenza di cibo, l’essenza di piogge, per il caldo così asfissiante. Molti si sono spostati lungo il fiume Baro per cercare di coltivare orzo e granoturco, per avere un po’ di pesce e dar da bere alle numerose mucche che possiedono.

In questo momento le attività nelle nostre missioni sono rivolte soprattutto a questo: attenzione alle persone con più difficoltà, che non hanno tanti aiuti da parenti e amici, continuare a preparare il pranzo ogni giorno per i bambini che frequentano l’asilo della parrocchia, girare nei villaggi più piccoli e raccogliere domande e richieste della gente e cercare per quello che possiamo di aiutarli.

Cerchiamo di mandare avanti anche tutte le altre attività, la s. Messa ogni domenica in Nyinenyang e Matar, il sabato nelle varie cappelle, il catechismo, l’oratorio almeno il sabato pomeriggio, coro, chierichetti, orto comunitario con pomodori, cipolle, carote, melanzane, che piacciono tanto, anche se il sole ci sta bruciando tutto, i lavoratori della nostra missione, metà donne e metà uomini soprattutto per dargli un aiuto…

Intanto i lavori della chiesa di Nyinenyang stanno per essere terminati,probabilmente verso Pasqua, nel frattempo abbiamo iniziato quelli dell’asilo e della sala studio, che molti giovani stanno aspettando per aver la possibilità di leggere e studiare alla sera, visto che durante il giorno è molto difficile visto la temperatura. Anche a Matar abbiamo iniziato la costruzione della Chiesa con la gioia di tutti: i lavoratori della ditta che costruisce non hanno mai avuto una accoglienza così, è stato bellissimo.

Ecco la nostra quaresima: tentare di sopravvivere alla mancanza di cibo, al caldo, alle malattie che in seguito alla scarsità di cibo arrivano, cercare di far continuare la scuola in questi mesi a più giovani possibili, sopratutto i più piccoli che lasciano perché aiutano a casa… è una Via Crucis reale, in carne e ossa, quotidiana.

Così come è reale la sofferenza è reale anche l’aiuto di molte persone: infatti, chi aiuta Gesù a portare la Croce è Simone di Cirene, ricordate. Cirene era un paese dell’Africa, fu un uomo africano che aiutò Gesù a portare la Croce. Anche qui ci sono tanti “cirenei”: molti dei giovani del villaggio che sono disposti ad aiutare quelli più sfortunati, a passare tra le capanne per vedere come stanno i più anziani, a spendere un pomeriggio di animazione con i ragazzi, ad andare a due ore di cammino a piedi per fare catechismo, ad aiutare tanti Gesù a portare la Croce.

Siamo troppo preoccupati oggi a salvare noi stessi da tanti pericoli o troppo occupati a costruirci un futuro, che ci dimentichiamo di aiutare il Gesù che ci sta accanto a portare la Croce, a spendere un po’ di tempo per chi non ha niente e sta soffrendo nel corpo e nell’anima, ma facendo questo scopriremo proprio in quel momento che altri “cirenei” aiuteranno me a portare la mia croce, se non addirittura lo stesso Gesù camminerà accanto a me per un bel tratto, forse per sempre.

Che bella quaresima africana sarebbe!

Un ricordo e una preghiera reciproca, a presto.

abba Filippo