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XVI Domenica del tempo ordinario

di mons. Antonio Riboldi

La Parola di Dio, che la Chiesa ci offre oggi da meditare, pare sia un suggerimento per tanti di noi, che in questi giorni stanno programmando un tempo di riposo: uno stacco dal quotidiano, che si è fatto in questi ultimi tempi davvero difficile, per tante ragioni.
Ma quello che impressiona, non è soltanto la crisi, che sta colpendo tanti, a cominciare dai poveri, ma la confusione che si è creata nelle anime, al punto da non sapere più affidarsi o cercare quei grandi valori della vita, che sono molto più vitali dei problemi della terra. 
Quante volte ci sentiamo come stritolati dalla quotidianità, che moltiplica esigenze - che tali molte volte non sono! - coprendo tutti gli spazi dell'anima e rendendoci infelici! 
Abbiamo veramente bisogno di dare riposo, non solo al corpo, ma soprattutto allo spirito, per ritrovare noi stessi, o i veri valori, e scuoterci così di dosso le tante nebbie che il consumismo ha creato. 
‘Non riesco più - mi scriveva una persona, con cui avevo viaggiato - a trovare un momento di quella serenità, che è il respiro dell'anima e fa vedere e vivere tutto in modo che cresca la gioia e diminuisca l'affanno. Fossimo capaci di scrollarci di dosso tutte le cose inutili che annebbiano cuore e anima! Ma appena ci provo, subito mi lascio afferrare da tanti 'impegni', anche inutili, dalle cose che, alla fine della giornata, sono il vero peso che toglie l'amore alla vita. Sì corre, si corre sempre, e non sai dove vai e cosa troverai. Viviamo di sogni e di desideri, che alla fine rimangono tali e creano vuoto nel cuore. Bisognerebbe uscire da questa spirale del mondo, avere il coraggio di tagliare i ponti con tutto e fare riposare il cuore e, nel riposo, cercare ciò che rende la vita un dono prezioso’. 
Il Vangelo di oggi viene incontro a questo desiderio e dobbiamo saperlo afferrare. 
“Gli Apostoli si riunirono intorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Egli disse loro: Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un poco. Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare Allora partirono sulla barca, verso un luogo solitario, in disparte. 
Molti però li videro partire e capirono e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore e si mise ad insegnare loro molte cose” (Mc 6, 30-34). 
Si intrecciano, in questo accenno alla vita quotidiana di Gesù e degli Apostoli, la grande fatica dell'evangelizzazione, quel profondo amore che cercavano di portare a tanti, e gli stessi uomini, destinatari dell'Amore, che erano 'come pecore senza pastore', davanti a cui Gesù si fa prendere dalla commozione. 
Credo proprio che anche oggi Gesù senta compassione, stando tra di noi, perché assomigliamo a quella folla, con la differenza, forse, che, mentre quegli uomini rincorrevano Gesù, che consideravano come la sola speranza della vita, per la sua bontà, per le sue divine parole, i suoi gesti di amore concreto nei miracoli; noi oggi corriamo invece il rischio, tra gli affanni della vita, come nel tempo del riposo, anziché di vivere la ricerca della gioia di Dio, di farci avviluppare dalle spire degli imbrogli del consumismo, capace di rubare ogni istante, anche i momenti del meritato riposo, per riempirli di... niente, se non peggio. 
Diceva il grande, ormai nostro caro suggeritore nelle riflessioni, Paolo VI: 
“Noi vorremmo rivolgerci singolarmente a ciascuno per parlare con voce sommessa al cuore e dire: tu accetti il Signore? Corri da Lui? Gli vuoi bene? Pensi alle sue parole? Sono vere, esse, per te o passano come farfalle senza meta? Sono effettivamente un colloquio tuo con Dio? Riguardano la tua esistenza? Incalzano sopra di te e riescono ad ottenere che tu abbia a modellare la vita ai disegni di Dio? E perciò le ascolti secondo le norme del Vangelo? 
Si tratta ora di vedere qual è la nostra risposta al Signore e quali sono gli ostacoli da eliminare, perché sia una risposta degna di Lui...
Ascolta l'omelia di Don Ferdinando Colombo